Martedì, 10 dicembre 2024 - ore 18.33

ASST CREMONA GIORNATA INTERNAZIONALE DEL BACIO

ECCO PERCHÉ FA BENE ALLA MENTE E AL 'CUORE'

| Scritto da Redazione
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Il 6 luglio è la Giornata internazionale del bacio. Istituita in Inghilterra nel 1990, offre l’occasione per riflettere sui tanti benefici che questo può portare, e non solo da un punto di vista emotivo. Sara Subacchi (neuropsicologa all’Ospedale di Cremona) e Gian Battista Danzi (direttore della Cardiologia dell’Ospedale di Cremona) illustrano gli effetti positivi di un gesto profondamente connaturato alla nostra cultura e alle relazioni, che può contribuire a farci stare bene e a mantenerci in salute.

“FUOCHI D’ARTIFICIO”

«Quando ci baciamo - spiega Sara Subacchi - il cervello rilascia neurotrasmettitori, cioè sostanze che danno beneficio a livello cerebrale e immunitario. Tra questi, l’ossitocina è l’ormone che influenza l’innamoramento e rafforza il legame tra le persone che si scambiano gesti di affetto. Questo non vale solo nei contesti di coppia, ma anche nelle relazioni familiari o tra amici. Le endorfine invece sono note come le “pillole della felicità”, e la dopamina è il mediatore del piacere».

Recentemente è stata scoperta anche un’altra molecola, la kisspeptina, definito “l’ormone del bacio”. «La secerne l’ipotalamo, una ghiandola situata nella parte centrale del cervello che connette il sistema nervoso a quello endocrino, responsabile degli stimoli ormonali. È considerata la responsabile dei “fuochi d’artificio”, se così possiamo descrivere il mix di sensazioni ed emozioni che può sprigionarsi con un bacio».

CREARE LEGAMI

Gli effetti sulla psiche sono molteplici: «Oltre a procurarci piacere ed euforia – prosegue Subacchi - il bacio contribuisce ad alimentare il legame affettivo tra due persone, creando un attaccamento particolare; questo perché vengono coinvolti gli stessi circuiti cerebrali correlati alle dipendenze». Quando si parla di coppia, il bacio non è solo una manifestazione di affetto ma un vero e proprio test di compatibilità: «ci trasmette moltissime informazioni sullo stato di salute dell’altra persona, che dal punto di vista chimico vengono recepite e ci orientano nella scelta del partner».

Come sottolinea Subacchi, questo gesto è connaturato al nostro modo di relazionarci con gli altri: «L’esperienza della pandemia, in cui il contatto umano è stato azzerato per evitare la trasmissione del virus, è stata per molti profondamente traumatica. La mancanza di scambi ha procurato in molti casi un disequilibrio a livello cerebrale, che si è tradotto in malessere, depressione, apatia e senso di isolamento. Non a caso, il bacio è tra i primi gesti di cura e rassicurazione che riceviamo e che impariamo a restituire fin da piccolissimi. È una forma di comunicazione, che senza parole sa trasmettere tutto ciò che è necessario».

PIÙ BACI, MENO STRESS

Attraverso il rilascio di ossitocina, il bacio contribuisce a ridurre i livelli di stress, con implicazioni cardiovascolari positive. Come spiega Gian Battista Danzi, direttore della Cardiologia di Cremona, «Una recente ricerca ha dimostrato che baciare è in grado di ridurre i livelli di colesterolo, grazie alla produzione di cortisolo».

Lo studio “Kissing in Marital and Cohabiting Relationships: Effects on Blood Lipids, Stress, and Relationship Satisfaction”, ha preso in esame lo stato di salute di 52 persone coinvolte in relazioni di coppia (sposate o conviventi), suddivise in due gruppi. «Al gruppo sperimentale – prosegue Danzi - è stato detto di baciare i loro partner più spesso, mentre il gruppo di controllo ha mantenuto le proprie abitudini ordinarie. I risultati raccolti dopo sei settimane hanno dimostrato che il primo gruppo ha riportato un significativo calo del livello di colesterolo totale rispetto al secondo».

Inoltre, «alcuni dati sembrano dimostrare che l’atto del bacio è in grado di determinare il rilascio di ossido nitrico, responsabile della dilatazione delle arterie del nostro organismo», aggiunge Danzi. «Ciò determina un aumento del flusso sanguigno con una riduzione della pressione, quindi con effetti positivi sul nostro apparato cardiovascolare».

 

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