Il Presidente francese Emmanuel Macron è stato il primo Capo di Stato straniero a recarsi a Beirut dopo le terribili esplosioni che hanno ucciso più di 150 persone e ne hanno ferite a migliaia. La Francia, insieme alle Nazioni Unite, ha organizzato una conferenza dei donatori, cui hanno partecipato una trentina tra Stati e organizzazioni. Macron ha preso la parola prima dell'inizio dei lavori della videoconferenza dei donatori sul Libano e ha esortato ad "agire in fretta e con efficacia" per il Libano, facendo in modo che gli aiuti "vadano direttamente" alla popolazione libanese, poi ha aggiunto:
"È arrivato il momento del risveglio e dell'azione. Né la violenza né il caos devono avere la meglio"
Lo scopo della videoconferenza dei donatori è di assicurare al Libano degli aiuti concreti. Tra l'altro anche Papa Francesco è intervenuto sul tema e dopo l'Angelus ha detto:
"Per favore chiedo ai vescovi e ai sacerdoti e ai religiosi del Libano che stiano vicini al popolo e che vivano con uno stile di vita improntato alla povertà evangelica, senza lusso, perché il vostro popolo soffre e soffre tanto. Invito la chiesa in Libano a essere vicina al popolo nel suo calvario come sta facendo in questi giorni, con solidarietà e compassione, con il cuore e le mani aperte dalla condivisione. Rinnovo inoltre l'appello per un generoso aiuto da parte della comunità internazionale. Il mio pensiero ritorna spesso al Libano. La catastrofe di martedì scorso chiama tutti, a partire dai libanesi, a collaborare per il bene comune di questo amato paese. Il Libano ha un'identità peculiare, frutto dell'incontro di varie culture, emersa nel corso del tempo come modello di vivere insieme. Certo questa convivenza ora è molto fragile ma prego perché con l'aiuto di Dio e la leale partecipazione di tutti, essa possa rinascere libera e forte"