Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 11.59

Bioenergia,l'esempio cremonese

| Scritto da Redazione
Bioenergia,l'esempio cremonese

La Biofor Energia di Castelleone visitata dalla commissione Agricoltura. Una buona pratica da esportare in tutta la Lombardia, dice il Pd
Bioenergie al centro dell'interesse del consiglio regionale. Il futuro rinnovabile viene passato al setaccio dalla commissione Agricoltura che, da un paio di settimane, sta visitando alcuni impianti di trattamento di effluenti di allevamento siti in Lombardia. Nell'ultimo di questi tour alla scoperta delle eccellenze regionali, i consiglieri, guidati dal collega del Pd Agostino Alloni, si sono recati nell'impianto "Biofor Energia" di Castelleone, in provincia di Cremona.

"L'obiettivo era di verificare alcune realtà e buone pratiche di produzione di energia rinnovabile in campo agricolo - spiega Alloni -. L'impianto di Castelleone, che produce energia elettrica ed energia termica attraverso l'utilizzo di liquami derivanti da allevamenti suini e bovini, biomasse vegetali e rifiuti organici, il cosiddetto umido, provenienti dalla raccolta differenziata, si pone all'avanguardia in questo settore e non poteva mancare nell'agenda della Commissione Agricoltura".

L'idea progettuale nasce nel 2004 quale soluzione alternativa per lo smaltimento della frazione organica dei rifiuti e fa seguito all'introduzione, avvenuta alla fine degli anni Novanta, della raccolta secco-umido e al successivo potenziamento della raccolta differenziata con il cosiddetto "porta a porta spinto" nei 50 comuni del cremasco.
La produzione di energia elettrica e termica avviene grazie a particolari processi di digestione anaerobica dei liquami bovini e suini, delle biomasse e dei rifiuti organici. L'impianto funziona così: i rifiuti organici vengono scaricati nell'apposita area di ricezione, chiusa per evitare la fuoriuscita di odori; vengono poi inviati nella zona di pre-trattamento dove vengono sfibrati e miscelati con acqua di processo: si produce così una sospensione idonea al trattamento anaerobico; questa sospensione viene prima igienizzata e poi inviata, unitamente ai liquami bovini e suini, a quattro serbatoi di metanizzazione per la digestione anaerobica; all'interno di questo serbatoio la materia volatile viene trasformata in biogas composto per il 65% da metano e per il 35% da Co2; il biogas così prodotto viene inviato a gruppi di cogenerazione siti in loco che lo trasformano in energia elettrica ed energia termica.

Il progetto è stato realizzato grazie a una stretta collaborazione con imprenditori agricoli del territorio, che mettono a disposizione i liquami e le biomasse delle proprie aziende e i propri terreni al fine di spandere il prodotto che risulta al termine del processo, il digestato, che ha elevate caratteristiche agronomiche utili alla crescita delle colture.
Il progetto si configura pertanto come un esempio concreto di sinergia tra pubblico e privato: l'impianto, infatti, è stato realizzato da Biofor srl, partecipata da tre aziende agricole di Castelleone e Fiesco (per il 50%) e dalla Società cremasca reti e patrimonio spa (50%), di proprietà dei comuni del cremasco.
"Abbiamo potuto constatare che il progetto è di vera eccellenza - conclude Alloni -. Dunque, può essere considerato una buona pratica da esportare in tutte le province della Lombardia, grazie alla sua sinergia pubblico-privato, alla capacità di recuperare prodotti di scarto e smaltire subito i suoi in una sorta di ciclo continuo e al fatto che tutto questo meccanismo si regge anche economicamente da solo".

fonre: http://www.pdregionelombardia.it/novita7ggdettaglio.asp?ID=4907

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