Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 19.59

CITTA' CONTRO PERIFERIA: ECCO IL PRIMO GRATTACAPO DI MARONI IN LOMBARDIA

| Scritto da Redazione
CITTA' CONTRO PERIFERIA: ECCO IL PRIMO GRATTACAPO DI MARONI IN LOMBARDIA

Dall'analisi del voto delle Elezioni Regionali la Lombardia appare divisa tra la periferia che preferisce la destra e il centro che ha sostenuto il Patto Civico di centrosinistra. La dicotomia elettorale -e culturale- può condizionare le politiche della nuova Amministrazione Regionale

 

MILANO - La città contro la campagna, l'urbe contro l'ambito rurale, il centro contro la provincia: un'opposizione che, come un fil rouge, attraversa tutta la storia dell'Europa dal Medioevo ad oggi, e che diventa molto attuale anche per la Lombardia di oggi.

 

Le elezioni regionali di Domenica e Lunedì 24-25 Febbraio per il rinnovo dell'Amministrazione della Regione più più importante d'Italia -nonché di uno dei quattro motori d'europa assieme a Baden Wurtenberg, Rhone-Alpe e Catalogna- hanno visto una vittoria decisiva del Candidato della coalizione di destra, Roberto Maroni.

 

Il Segretario Regionale della Lega Nord, forza politica che si è presentata in coalizione con il Popolo della Libertà, Fratelli d'Italia, Lista Maroni Presidente e i Pensionati, ha ottenuto il 42,8% dei voti, lasciando al 38,2% Umberto Ambrosoli: l'esponente del Patto Civico di centrosinistra composto da Partito Democratico, Lista Ambrosoli, Sinistra-Ecologia-Libertà, Centro Popolare Lombardo, Etico a Sinistra, e Italia Dei Valori.

 

A prescindere dal risultato elettorale su scala regionale, che assegna una chiara vittoria a Maroni, il dato locale presenta una geografia politica lombarda ben lungi dall'essere totalmente favorevole alla destra.

 

Maroni infatti è stato il più votato nelle Provincie di Pavia, Lodi, Como, Varese, Lecco, Bergamo, Brescia, Cremona, Sondrio e Monza Brianza e nel capoluogo di Varese.

 

Ambrosoli è stato invece preferito in tutti i Capoluoghi di Provincia eccetto Varese, ed è riuscito ad imporsi anche in tradizionali roccaforti della destra come Bergamo, Como, Lecco, Sondrio e Milano -in cui le Amministrazioni Comunali di centrosinistra stanno dando prova di buongoverno in territori storicamente di colore avverso.

 

Il sostegno riscosso dalla sola provincia può dunque rappresentare uno dei primi punti su cui la nuova Amministrazione Regionale di Maroni è chiamata a dare una risposta per mantenere le promesse elettorali, tra cui il rilancio dell'economia della Lombardia e l'aiuto alle imprese.

 

La maggior parte dei gangli produttivi della Lombardia, e, sopratutto delle strutture sanitarie -che assorbono circa l'80% del bilancio regionale- si trova infatti in territori dove la coalizione di destra ha faticato a trovare consenso.

 

La Provincia di Milano ad esempio, dove Ambrosoli ha vinto nettamente quasi in tutti i Comuni, è anche la più ricca di piccole e medie imprese e, nonostante l'apparenza, è persino la Provincia più agricola della Lombardia.

 

Ridurre la situazione politica della Lombardia ad un contrasto tra città e campagna è un errore grossolano e riduttivo, ma il verificarsi di un mutamento sociologico e culturale dei lombardi è innegabile.

 

Mai un centro -inteso sia come il capoluogo Milano e la sua Provincia, che come i capoluoghi in tutta la Regione- ha guardato in anidra così compatta in una direzione opposta rispetto alla periferia -sia essa considerata come il numero delle provincie non-milanesi (con l'eccezione di Mantova, che come Milano non ha dato la maggioranza a Maroni) che come i territori non urbani delle singole Provincie della Lombardia.

 

Al lato geografico, e se si vuole anche culturale, va poi aggiunto il risultato ottenuto dai singoli Partiti. Nonostante la sconfitta di Ambrosoli, è il Partito Democratico la prima forza politica della Lombardia con il 25,3% dei voti, mentre il Popolo Della Libertà -finora leader del consenso nella Regione- è stato ridimensionato al 16,7%.

 

Infine, un altro fattore di novità che potrebbe creare grattacapi a Maroni è dettato dalla presenza in Consiglio Regionale del Movimento 5 Stelle.

 

La terza delle liste alle Elezioni Regionali, con il 14,3% dei voti, ha promesso un'opposizione risoluta, combattiva e senza compromessi alcuni, grazie alla consistente pattuglia di Consiglieri entrata di diritto nella terza Assemblea Legislativa dell'Italia.

 

Matteo Cazzulani

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