Comunione e Liberazione presenta: l’Ospedale di Cremona.
Con suadente titolo “il Personale Sanitario dell’Ospedale di Cremona racconta il senso e l’impegno del proprio lavoro” Comunione e Liberazione ha presentato al grande pubblico cremonese l’ultimo gioiello di famiglia – l’Azienda Ospedaliera di Cremona.
L’invito al “vernissage” ciellino parte proprio dall’interno dell’azienda, attraverso canali di comunicazione ufficiali con carta intestata della Direzione Strategica e si rivolge a tutti i dipendenti, esortati a partecipare e a comunicare preventivamente la prorpia presenza per garantire una buona riuscita dell’iniziativa.
In qualsiasi azienda una comunicazione del genere da parte del datore di lavoro suonerebbe come un ordine di scuderia.
Questo è successo all’Ospedale di Cremona, istituzione che ormai considera la laicità, nel senso più nobile del termine, un vago ricordo o peggio una qualità da cancellare.
Viene subito da chiedersi come mai alla kermesse ciellina non sia stato invitato il personale sanitario delle Figlie di San Camillo, della Clinica San Camillo o delle Ancelle della Carità.
Un vero atto discriminatorio nei confronti di altrettanti sanitari parimente impegnati e ingiustamente esclusi da CL ?
Il significato dell’operazione mediatica è difficilmente percepibile a meno di non interpretarlo come una demarcazione del territorio da parte di CL e della devota Dirigenza Generale dell’azienda ospedaliera.
Le reazioni, per fortuna, non sono mancate e a tutti i sanitari non presenti va il nostro plauso.
Chiedere che la gestione della sanità lombarda e in particolar modo dell’azienda cremonese, che nella breve reggenza Mariani si è già negativamente distinta in varie occasioni, sia ispirata a criteri di imparzialità e trasparenza, allontanando ogni sospetto di clientelarismo e appartenenza ciellina, è forse chiedere troppo?
Lapo Pasquetti
Sinistra Ecologia Libertà
Circolo di Cremona
