Domenica, 05 maggio 2024 - ore 18.13

Comunità | Proposta di Viola Rosita

| Scritto da Redazione
Comunità | Proposta di Viola Rosita

Viviamo in una società che spinge sempre di più a isolare le persone. Vogliamo una città che dia la possibilità di aggregarsi, condividere esperienze, vivere nella maniera più sana la strada, le piazze, i giardini attraverso iniziative che promuovano conoscenza e relazioni di vicinato. Oggi la città è l’unico spazio pubblico politico agibile, è il luogo nel quale anche gli attori politici non formali possono essere parte della politica, e il loro coinvolgimento diretto è un obiettivo da perseguire concretamente. Di fronte alla crisi della democrazia rappresentativa è necessario promuovere a diversi livelli nuove forme di partecipazione, non riducendo ma allargando gli spazi pubblici oggi disponibili per il confronto, creando le condizioni per una democrazia di prossimità.

LE PROPOSTE DI ROSITA

Mappa di comunità. È uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e al suo sviluppo futuro. Occorre realizzare mappe di comunità nei quartieri per attivare un processo culturale tramite il quale sviluppare il senso civico e di appartenenza alla comunità.

Quartieri. La partecipazione alle scelte amministrative può essere ripensata su basi nuove, con l’obiettivo di riportare le comunità al centro delle decisioni, considerandole persone portatrici non solo di bisogni, ma anche di capacità da mettere a disposizione per risolvere i problemi. È necessario ridefinire poteri e funzioni dei quartieri, individuare sedi che siano veri e propri centri civici di aggregazione, spazi laici, aperti, dotati di un budget per la realizzazione di piccole opere. È necessaria una riqualificazione degli spazi attraverso forme di intervento urbanistico locale progettate con la partecipazione degli abitanti. Il modello SpazioComune quale sede di quartiere e presidio territoriale.

Uno SpazioComune può diventare un punto di ascolto sociale cui i cittadini possano rivolgersi per ottenere informazioni e per potenziare e qualificare il sistema di accesso ai servizi sociali, socio-sanitari e socio-educativi, per fornire un’informazione completa sull’offerta pubblico-privata, garantendo ai cittadini forme adeguate di accompagnamento e orientamento per una corretta scelta delle opportunità presenti sul territorio.

Piano di governo del territorio. È necessario avviare un percorso di urbanistica partecipata, finalizzato all’ascolto e alla partecipazione dei cittadini, per programmare una pianificazione e una gestione urbana che possano ottenere l’equilibrio tra l’urbanistica e l’ambiente, rispettando il patrimonio naturale, storico, architettonico, culturale e artistico della città.

Bilancio partecipativo. Va istituito un sistema di “bilancio partecipativo” che consenta alla comunità, organizzata per quartiere o per settore, di esprimere il proprio parere per l’allocazione delle risorse e per la realizzazione di attività/servizi.

Servizi 2.0 per il decoro urbano. Occorre attivare uno strumento gratuito per il cittadino che, tramite le nuove tecnologie (smartphone, web…), consenta di inviare segnalazioni riguardanti situazioni di degrado urbano. I servizi 2.0 possono contribuire a sviluppare una cittadinanza attiva e nello stesso tempo sono strumenti perl’Amministrazione per monitorare il territorio e/o per comunicare al cittadino le opere di intervento.

Una comunità che vogliamo interculturale. La città che noi chiamiamo “interculturale” è composta da una grande varietà di luoghi, realtà sociali, culturali, di lavoro, di impegno solidale, dove concretamente, ognuno con le sue specificità, italiani e stranieri costruiscono una rete di rapporti umani, di attività, di idee che contribuiscono al cambiamento quotidiano del vissuto della città. Se il livello nazionale mantiene una posizione centrale nella definizione delle politiche di regolamentazione degli ingressi e dei flussi, i contesti locali sono invece sempre più rilevanti nella definizione delle politiche per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione degli interventi e la gestione dei servizi.

  • Collaborare con il terzo settore, che gestisce e organizza la maggior parte dei servizi e progetti rivolti agli stranieri, per progettare e implementare politiche di integrazione a livello territoriale. In particolare l’associazionismo dei migranti è da considerarsi un importante “agente” di integrazione perl’impatto che ha sulle comunità di immigrati in termini di veicolazione delle informazioni, conoscenza del sistema dei servizi e del territorio, in un’ottica di auto-mutuo aiuto.
  • Potenziare i servizi di mediazione interculturale e sociale per favorire la convivenza, il vivere insieme tra diverse culture, e per assicurare una soluzione alle conflittualità di vicinato. La mediazione sociale può essere una risposta al sentimento di insicurezza che si sta diffondendo tra le persone, siano esse cittadini italiani o stranieri, e che trova le sue ragioni nell’insistenza di episodi di criminalità diffusa e nel disordine sociale e materiale che interessa alcuni quartieri, costituendo al tempo stesso una forma di prevenzione per gli episodi di criminalità che derivano da una conflittualità mal gestita, nella comunità. La mediazione nei vari ambiti vuole cogliere l’opportunità nuova che è data da questi luoghi sociali di gestione del conflitto per promuoverli, nel contesto di politiche di contrasto all’insicurezza che non possono essere solo relegate all’ordine pubblico, alla repressione, ma passano attraverso il governo del territorio e le opportunità date ai cittadini di viverlo.
  • Incoraggiare la conoscenza reciproca e delle rispettive culture attraverso gli scambi culturali/gemellaggi con città straniere e la cooperazione decentrata.

Partecipazione consapevole. Sostenere un insieme di attività svolte sia all’interno dei sistemi scolastici che in contesti extrascolastici per consentire l’acquisizione delle competenze necessarie per esercitare i propri diritti e i propri doveri e partecipare attivamente alla vita democratica della comunità. Promuovere l’utilizzo di referendum, petizioni, consulte a dimensione locale.

Volontariato, associazionismo, cooperazione sociale. Il terzo settore cremonese ha maturato una propria soggettività politica, sociale e culturale che non è stata adeguatamente riconosciuta e valorizzata. Troppo spesso relegato al ruolo di “stampella sociale” per dare risposte ai bisogni complessi della comunità, non gli è stata riconosciuta pari dignità politica nonostante la capacità di rappresentare le trasformazioni più recenti e più profonde della società cremonese. Il volontariato, l’associazionismo e la cooperazione sociale si sono radicati all’interno della comunità facendone emergere i bisogni, le aspirazioni al cambiamento e le tensioni verso l’autodeterminazione. Questa pari dignità, per essere tale, deve essere declinata con la costruzione di strumenti, procedure e sedi per dare più forza e impatto alle azioni per ilbene comune.

Fonte: https://www.facebook.com/notes/energia-civile-in-comune/comunit%C3%A0/649720041755567

2014-01-29

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