(CR) Pianeta Migranti. La scuola di Pioltello esempio di pluralismo religioso
Molte discussioni sulla decisione dell’Istituto comprensivo Iqbhal Masih di Pioltello, comune della città metropolitana di Milano, di chiudere la scuola per la fine del Ramadan.
La decisione della scuola intitolata al dodicenne pakistano ucciso nel 1995 per il suo impegno contro lo sfruttamento del lavoro minorile, è stata presa il 19 maggio dell’anno scorso all’unanimità dal consiglio d’istituto. È la prima volta in Italia che in un calendario scolastico si fissa una chiusura per una festività religiosa islamica, ma, se si considera che sui milleduecento alunni ben il quarantatré percento è di fede musulmana e che negli anni passati molti di essi rimanevano a casa per questa ricorrenza, non sembra una forzatura.
Non è d’accordo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha chiesto un controllo all’ufficio scolastico lombardo, che dichiara di aver rilevato alcune irregolarità della delibera assunta dal consiglio d’istituto. Ma i tecnici e gli esperti di diritto scolastico sono concordi sul fatto che il preside Alessandro Fanfoni abbia agito correttamente.
Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, afferma che «è una scelta del tutto legittima, alla luce delle prerogative che le norme assegnano all’autonomia delle istituzioni scolastiche, cui è consentito adattare il calendario scolastico a specifiche esigenze ambientali. Ma io la considero, prima di tutto e soprattutto, una scelta giusta e opportuna sul piano educativo, sorretta da motivazioni a mio avviso ineccepibili, ispirate al rispetto reciproco su cui deve fondarsi, in una comunità, il dialogo tra confessioni religiose e tradizioni diverse».
Roberto Pagani, diacono permanente responsabile del Servizio per l’ecumenismo e ildialogo della diocesi di Milano, si è espresso a favore dell’iniziativa: «come i mussulmani in Italia condividono e festeggiano insieme a noi cattolici il Natale e la Pasqua, trovo bello che un’iniziativa di dialogo interreligioso parta da una scuola, che si fa promotrice della creazione di un ponte tra giovani che a casa vivono fedi differenti. […] Se non prendiamo la strada della conoscenza reciproca e del rispetto, gli integralisti diventiamo noi». Ha aggiunto poi: «È sempre meglio fare i conti con la realtà […], riconoscendo la composizione della nostra società e la presenza dell’altro, mantenendone la diversità con rispetto e non avendone paura. È un lavoro prospettico nel quale si può immaginare un futuro di convivenza pacifica e civile, e non solo di tolleranza reciproca».
L’arcivescovo ambrosiano Mario Delpini crede che «quanto deciso dalla scuola sia addirittura auspicabile. Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l’altro. Le scuole tengono in considerazione le settimane bianche, figuriamoci un appuntamento come questo. Lo ritengo un ottimo esempio davanti a una realtà complessa, che abbraccia la logica dell’incontro». In una lettera, i parroci del comune di Pioltello scrivono che «la decisione, presa in modo collegiale, di chiudere la scuola in occasione della fine del Ramadan sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità».
Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l’altro. Le scuole tengono in considerazione le settimane bianche, figuriamoci un appuntamento come questo. Lo ritengo un ottimo esempio davanti a una realtà complessa, che abbraccia la logica dell’incontro». In una lettera, i parroci del comune di Pioltello scrivono che «la decisione, presa in modo collegiale, di chiudere la scuola in occasione della fine del Ramadan sia nata dal buon senso di chi opera ogni giorno in una realtà multietnica con passione e cura per ogni persona e per la sua identità».