Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 22.40

Cremona A.Virgilio (VS PD) Conferma il SI al REFERENDUM GIUSTIZIA

Lo scritto, pubblicato sulla Provincia del 19 luglio, è la risposta alla lettera di Gian Carlo Storti pubblicata sempre sul giornale locale

| Scritto da Redazione
Cremona A.Virgilio (VS PD)  Conferma il SI al REFERENDUM GIUSTIZIA

Andrea Virgilio Conferma REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA: DICO SÌ LA LEGA? È VENUTA SUI NOSTRI VALORI

Li scritto, pubblicato sulla Provincia del 19 luglio, è la risposta alla lettera di Gian Carlo Storti pubblicata sempre sul giornale locale e sul sito welfarecremonanetwork.

Egregio direttore, In merito alle valutazioni del signor Storti sulla mia adesione ai referendum sulla giustizia, ritengo che improvvisare le ragioni altrui non solo è sconveniente, ma anche poco proficuo per uno scambio corretto di opinioni.

Come ho già detto, da sempre ho ritenuto importanti le iniziative radicali.

Anche quando non ho condiviso fino in fondo le battaglie, ho sempre trovato elementi di profonda verità, in particolare sulla questione dei diritti. Infatti, nella storia di questo Paese, i radicali hanno fatto spesso da apri pista sollecitando quel mondo progressista restio a intraprendere iniziative sulle libertà civili.

Sulla giustizia, prima di tutto, vorrei chiarire che anche altri esponenti del Pd hanno manifestato la loro adesione o il loro interesse; inoltre, gli amici che hanno preso le distanze da questa campagna, spesso non lo fanno nel merito dei quesiti, ma perché reputano lo strumento referendario inadeguato e perché giudicano strumentale l’adesione della Lega.

Vorrei dunque soffermarmi su questi due aspetti, ma prima ancora vorrei ribadire che la cultura garantista deve essere una prerogativa dei democratici.

Non possiamo permetterci di assumere in modo schizofrenico questo valore in base alla contingenza, ma dobbiamo fare lo sforzo di declinarlo il più possibile nella legislazione di questo paese, nella sua concreta attuazione e nella discussione pubblica e soprattutto, abbiamo il dovere di rispettare la nostra Costituzione.

È vero che lo strumento referendario mantiene la sua natura abrogativa e dunque è parziale nella definizione di un processo di riforma articolato; tuttavia, questo limite viene compensato dalla potenza di una strumento di democrazia diretta e d a l l’indirizzo sottostante.

Vorrei ricordare che il referendum sul divorzio contribuì a sbloccare la riforma sul diritto di famiglia che sarà approvata l’anno successivo e avvia un cambiamento dello stesso corso politico.

Ricordiamo tutti i referendum sull’acqua pubblica?

Tanto parziali, in un quadro normativo complesso come quello dei servizi pubblici locali, quanto «limpidi» nell’indirizzo della centralità del soggetto pubblico nella gestione di beni comuni. In relazione alla Lega e alla sua adesione a questa iniziativa, io penso che nelle battaglie in cui sono in campo i diritti fondamentali, tutti gli alleati restano i benvenuti, se quelle battaglie ci restituiscono i nostri valori e i nostri obiettivi.

Abbiamo scelto di governare con la Lega questa fase delicata e decisiva per il sistema paese: oggi stiamo sostenendo un governo fortemente europeista insieme a chi, solo qualche anno fa, girava con la maglietta «no-euro».

Ci chiediamo se la posizione europeista della Lega è strumentale? No, prendiamo atto che quel soggetto politico ha formalmente aderito ai nostri valori e governiamo per affermarli.

Lo stesso va fatto sulla giustizia e sui referendum, anche se la Lega era il partito del cappio in Parlamento, anche se insieme al Movimento Cinque Stelle, oggi alleato del Pd, inventavano accuse false sulla vicenda di Bibbiano.

Altra obiezione è quella di una incompatibilità fra i referendum e il processo di riforma in atto da parte dell’esecutivo.

Io credo che questa campagna referendaria possa sostenere la riforma Cartabia e possa dunque agire in termini complementari.

La fase post pandemica può aprire le porte a una profonda riflessione nel campo dei diritti: il diritto alla salute, il fine vita, il lavoro, la gestione del fenomeno migratorio, la situazione da tempo ignorata delle carceri, fino ai temi della giustizia e del ruolo di un potere che non deve arroccarsi ma che, nella sua sacrosanta indipendenza, deve collocarsi all’interno di un sistema istituzionale senza derive di autogoverno.

Cogliamo dunque l’occasione per alimentare una bella discussione pubblica, per arricchire il dibattito spesso sterile e tattico all’interno delle forze politiche.

In libertà certamente signor Storti, senza congetture, senza dietrologie, rappresentando prima di tutto le nostre idee personali, così funziona una democrazia, così dovrebbe funzionare una comunità politica democratica.

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