Domenica, 05 maggio 2024 - ore 16.38

Cremona, al via la stagione live al Fico

Apertura venerdì 3 ottobre con i giapponesi Taffy

| Scritto da Redazione
Cremona, al via la stagione live al Fico

Al club cremonese una programmazione di ampio respiro fra nomi italiani e internazionali: dal cantautorato pop di Massaroni Pianoforti alle folli cavalcate noisey dei losangelini Qui, dalle poesie sonore di Marco Parente al freak-rock dei californiani Tomorrow Tulips, dalle lucenti gemme acustiche di An Harbor all'oscurità occulta de La Piramide di Sangue – Ventitre concerti in quattro mesi, in viaggio nella babele dei linguaggi sonori contemporanei alla scoperta di un underground musicale dalla portata glocal.  Il risultato è un cartellone sorprendente e anticonvenzionale, pensato per attirare i cultori della musica 'altra' come gli ascoltatori dai gusti più radiofonici.



Tutti i concerti, con inizio alle 21.30, sono a. Per info e prenotazioni

349-4505681.



Il live inaugurale, venerdì 3 ottobre, è affidato ai giapponesi, quartetto power pop che veleggia fra surf e shoegaze con un'attitudine inequivocabilmente brit. L'angelica voce della frontwoman, Iris, porta con sé reminiscenze degli Echobelly di On e tracce degli Sleeper di Vegas. La musica dei Taffy ha poco di nipponico (comprese le acconciature a caschetto di discendenza beatlesiana) ed è pronta a conquistare l'Europa sotto l'egida dell'etichetta britannica Club AC30: tra melodie zuccherose e chitarre fuzz, il gruppo interpreta i brani dei full length Caramel Sunset e Lixiviate, oltre ad alcuni estratti dalla raccolta di b-sides Plus+++.

Venerdì 3 ottobre - Lunedì 6 ottobre - Lunedì 13 ottobre - Martedì 14 ottobre - Lunedì 20 ottobre - Martedì 21 ottobre - Lunedì 27 ottobre - Lunedì 3 novembre - Lunedì 10 novembre - Lunedì 17 novembre - Domenica 23 novembre - Lunedì 24 novembre - Domenica 30 novembre - Lunedì 1 dicembre - Lunedì 8 dicembre - Lunedì 15 dicembre - Lunedì 22 dicembre - Lunedì 29 dicembre - Lunedì 5 gennaio - Lunedì 12 gennaio - Lunedì 19 gennaio - Domenica 25 gennaio - Lunedì 26 gennaio Britpop dal Giappone. Non un semplice revival Nineties, ma un concentrato di melodie morbidissime e chitarre groovy che conquistano al primo ascolto.

Un po' Enzo Jannacci e un po' Paolo Conte. Ma anche un pizzico Vinicio Capossela e un briciolo Piero Ciampi. Un raffinato autore jazz che ama il blues e flirta con lo swing. "I suoi testi sono fotografie, sono storie, parole che saltano qua e là sui tasti del pianoforte e scivolano lentamente, sigarette spente sull'asfalto alle 5 del mattino, sono bicchieri di vino bevuti in solitudine al bancone di un bar".

Autore di una miscela musicale che dall’area acustica si allarga talvolta al jazz e al soul, il songwriter norvegese Nordgarden ha pubblicato il suo primo album nel 2003 grazie a Paolo Benvegnù. Da allora ha sviluppato un personalissimo brit-folk profumato di jazz e ricamato da una voce splendida, ora distesa e profonda ora acuminata e pungente. Dopo aver viaggiato a lungo tra Europa e States si è stabilito definitivamente nella Penisola, precisamente ad Acitrezza, scenario de I Malavoglia e set de La terra trema di Luchino Visconti. Dietro al moniker si cela il compositore e polistrumentista di New Orleans Walt McClements, che, dopo varie esperienze in collettivo, ha  dato vita ad una one man band che colora le ricche tessiture chitarristiche con loop di batteria, feedback sonici e campionamenti orchestrali per creare uno scenario sonoro 'futu-rustico'.  Originaria di Melbourne, la tastierista del trio strumentale Silver Ray ha suonato con numerose band, tra cui The Dead Salesman e Hope Addicts, ed ha collaborato in studio con personaggi del calibro di Hugo Race e Mick Harvey. Inoltre ha girato l’Inghilterra come act d'apertura per Nick Cave & The Bad Seeds. Canta, suona le tastiere, il violoncello, il clarinetto e la chitarra: il suo primo tour europeo risale al maggio scorso. Ora è pronta a tornare in Italia con gli emozionanti brani del suo disco The Lucky Girl. Un trio pazzesco. O, se preferite, di pazzi. L'estetica musicale dei ragazzi cresciuti tra L.A. e San Diego si staglia al crocevia fra attitudine pop e interessi esoterici. Nei tre album fin qui incisi, i Tomorrow Tulips hanno dimostrato di poter destrutturare la forma-canzone in un marasma sonoro sospeso fra post punk e noise rock in cui, comunque, prendono vita pop-song incredibilmente easy-listening.

All'ultimo disco, When, ha partecipato anche la bassista di Pixies e A Perfect Circle, Paz Lechantin.

Già sotto contratto con la Ipecac del mostro sacro Mike Patton, i Qui sono due folli personaggi losangelini che impastano senza regole punk e noise. La sperimentazione è una missione, la provocazione un credo. Nel loro ultimo album, Life, Water, Living..., pubblicato pochi mesi fa, triturano ogni stilema: con un ghigno beffardo e strafottente il batterista Paul Christensen e il chitarrista Matt Cronk incrociano voci e strumenti in un gioco musicale nichilista e genialmente sfrontato.



Ha fatto innamorare Morgan e Mika con il suo provino per la prossima edizione di X Factor: chitarra e voce (entrambe da pelle d'oca) per canzoni dirette, perfettamente sferiche, gonfie di melodie struggenti.

Il giovane piacentino – al secolo Federico Pagani – sembra un Jeff Buckley dannatamente introverso che snocciola ballad policrome impregnate di tristallegria.

Il nome dice tutto: "We Love Surf è il surf e la musica con il sole in faccia" si legge sul loro web site. Nell'ultimo album dato alle stampe lo scorso marzo la band di Massa Carrara cavalca un sound elettrico e diretto nel classico assetto di power-trio. Armonie da spiaggia (mica deturpata!) e linee vocali da party etilico. Rock’n'roll!

Musica d'autore, a metà strada fra il Claudio Baglioni degli esordi e il miglior Gianni Togni: Massaroni Pianoforti – alias Gianluca Massaroni da Voghera – è un piccolo fenomeno. Il suo singolo estivo

datato 2013 'Ferie d'agosto' – che ha preceduto la pubblicazione del bizzarro album Non Date il Salame ai Corvi, prodotto dal cantante dei Marta sui Tubi, Giovanni Gulino – ha letteralmente spopolato, rivelando all'Italia un cantautore che si definisce "cantautonomo" e, semplicemente, scrive bellissime canzoni pop.

Teo Manzo alle chitarre, bouzouki, armoniche e voce; Marco Citroni al basso; Kevin Every alla batteria: il loro disco Utopia di un'autopsia "mette in scena lo spettacolo di una canzone d'autore diversa, meticolosa, competente, in undici brani intensi e poetici, che partono dalla fine per raccontarci l'inizio". Garantisce Rockit.

E' di questi giorni l'uscita di Circles, disco che fotografa quel "processo di resistenza al cambiamento" per cui "ci si ritrova dopo molte fatiche di nuovo al punto di partenza" e che "spesso prende le sembianze di un cerchio". La musica dei News for Lulu è elegante e ricercata, ricca di melodia e figlia di un processo di maturazione musicale lungo dieci anni che passa per Harry Nillson, Fleetwood Mac, Band Of Horses e molto, molto altro ancora. Musica solare che si intreccia con testi lunari.

Nome d’arte del giovane cremonese Stefano Scrima, LinFante ha di recente sfornato l'album Non Mi Piace Niente, edito dall’etichetta indipendente Sinusite Records e ben recensito dalla stampa specializzata a livello nazionale. Un "vero amaro folk bizarre da stagione delle piogge" secondo Pier Andrea Canei di Internazionale.

Due gran bei personaggi uno accanto all'altro per un live di puro indie all'italiana. Parente, cantante e musicista dal taglio fortemente autoriale ma cresciuto all’ombra dell’alt-rock anni Novanta, ha lavorato con Stefano Bollani, Carmen Consoli, La Crus, Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Manuel Agnelli... Vasi, invece, nel corso degli anni ha sperimentato di tutto e di più, specializzandosi soprattutto nell'uso del Theremin. Accoppiata da poesie aliene e galassie emozionali.

"A slow-buring psych rock band": quattro donzelle canadesi cresciute ai confini del circolo polare artico e surriscaldate a dosi massicce di shoegaze e psichedelia. Non a caso citano tra le loro influenze Besnard Lakes, The Black Angels, The Stone Roses, Crocodiles e Frankie Rose. Tra ghiaccio e fuoco, la musica delle Powder Blue è profondamente seducente e pericolosamente in bilico sul crinale che separa il sogno dall'incubo. Atmosfere rimbaudiane e raffinata eleganza in un mix inebriante di generi: la musica della band bolognese scopre la sua musa ispiratrice in Francesca Bono, frontwoman dalla voce preziosa, che con i compagni di band Tato Izzìa, Michele Postpischl calca la scena indipendente da qualche anno. Il tour seguito alla pubblicazione del terzo disco, Bloodroot, ha contato più di 60 date in tutta Italia, oltre a sortite a Nizza e Liverpool, durante le quali la band ha condiviso il palco con artisti quali Bachi da Pietra, Deer Tracks, Calibro 35 e Massimo Volume.



Local act di spessore comprovato, i giovani Koffey’s Afka che — dietro al nome che trasforma in sciarada il profumo del caffè e la penna paradossale di Kafka — propongono un art rock stratificato e multisfaccettato. La line-up comprende Tommaso Parmigiani (chitarra), Marta Ruggeri (chitarra), Francesco Zovadelli (voce e batteria) e Flavio Bissolati (basso elettrico).  . Eletti "Miglior band dell'anno" al Tour Music Fest 2013, i cremonesi SuperIo scrivono canzoni pop-rock. E lo fanno in maniera meravigliosa. Ritornelli a presa rapida, voci armonizzate di eco beatlesiana, chitarre ruvide quando serve. Sentirete presto parlare di Lorenzo Biagiarelli (voce e basso), Giacomo Ruggeri (chitarra e voce) e Tommaso Ruggeri (batteria e voce). Cantautorato impegnato, pochi accordi e tante emozioni per canzoni dallo spirito indie-folk ma che suonano squisitamente rock. A Cremona giocano in casa: Melissa Fontana (voce e chitarra), Andrea Pedrazzani (basso) e Francesco Pederzani (batteria e cori) raccontano, sognano e colpiscono dritti al cuore.  Arrivano da Ancona e portano con sé una ventata di spettrale romanticismo: sonorità post punk e new wave dall'aura cupa e tesa si combinano a passaggi ariosi e ritornelli cantabili in un amalgama retrofuturibile. Nipoti dei Joy Division e parenti degli Interpol, omaggiano gli Eighties ma si mantengono comunque distanti da ogni filologia revivalistica.  . Lui è di tutto un po': suona, scrive, dipinge, recita... E lo fa in un modo personalissimo. Allo staff del Fico piace molto, moltissimo: "Mamma quanto è bravo Fiori!". Sul palco del locale cremonese è già stato con il progetto Betti Barsantini. Ora ci torna da solista, con il suo carico di ineffabile poesia. Da Torino, una tra le colonne della psichedelia occulta italiana: i sette messaggeri dell'arcano sono una piccola congrega votata alle visioni sonore più allucinate. Due chitarre, due bassi, un clarinetto, un synth, una batteria e effetti a cascata per musica intinta nell'acido dell'esoterismo, in un'alchimia di sibili sinistri e furiose quanto spiazzanti deflagrazioni hard. Una band veramente... di culto.

Teatrali e obliqui per natura, sperimentali per forza, inafferrabili per definizione: i cinque veronesi spaziano tra cantautorato rock e regola oratoria fredda e tagliente. Le sonorità degli UACS possono essere accostate all’epico e ricco post-rock di Godspeed You! Black Emperor, mentre la lama stilistica inquieta e magniloquente che anima la ricercatezza delle parole richiama i C.S.I. di Giovanni Lindo Ferretti.

Fonte: Publia srl

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