Sabato, 27 aprile 2024 - ore 02.31

Cremona, bene la serata di Sinistra Italiana con Marco Furfaro e Franco Bordo

Nelle fotografie, da sinistra, Pasquetti, Furfaro e Bordo

| Scritto da Redazione
Cremona, bene la serata di Sinistra Italiana con Marco Furfaro e Franco Bordo Cremona, bene la serata di Sinistra Italiana con Marco Furfaro e Franco Bordo Cremona, bene la serata di Sinistra Italiana con Marco Furfaro e Franco Bordo

Si è tenuta ieri in Sala Zanoni la serata organizzata da Sinistra Italiana Cremona, in collaborazione con Sinistra per Cremona - Energia Civile, con al centro le proposte di Sinistra Italiana su lavoro, reddito e pensioni in alternativa al governo Renzi.

Lapo Pasquetti, coordinatore cremonese di Sinistra Italiana, ha introdotto gli ospiti: assente Giorgio Airaudo per un improvviso problema familiare, ha preso la parola Franco Bordo, Deputato di Sinistra Italiana. Il parlamentare ha ricordato che «esponenti di Sinistra Italiana hanno presentato alla Camera un pacchetto di proposte, definito Social Compact, nome che dà l’idea di una linea politica che faccia fronte al Fiscal Compact, il patto di bilancio europeo, anche alla luce del referendum costituzionale del 4 dicembre, scadenza importante per quanto riguarda l’architettura della nostra Costituzione e la salvaguardia di spazi di democrazia: l’appuntamento di stasera cade in modo perfetto nel dibattito sul Paese che vogliamo. Si parla di energie rinnovabili, patrimonio storico e ambientale, di strategie occupazionali che comporterebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro, di un’agricoltura che potrebbe fare molto di più nella direzione del biologico. Qual è la priorità per il Paese? Vogliamo un’Italia divisa, oppure coesa attorno a obiettivi di sviluppo e innovazione, sia nelle realtà produttive, sia rispetto ai giovani? Questo Paese può riscattarsi, mentre con la controriforma rischia di ripiegarsi ulteriormente su sé stesso».

È poi stato il momento del lungo e intenso intervento di Marco Furfaro, membro del Comitato Esecutivo: «Io non credo che siano solo i dati, al di là della propaganda di Renzi, a raccontare il Paese. Qualcosa è peggiorato rispetto a venti, trent’anni fa, e non riguarda solo la percentuale dei disoccupati o dei precari, ma il fatto di sentirsi cadere nella rassegnazione. Io faccio parte della generazione che ha vissuto una sorta di transizione, rispetto a quelle che si trovano già un presente buio», ha detto Furfaro. «La mia generazione era cresciuta con l’idea che l’impegno per migliorare le proprie condizioni di vita avrebbe pagato: si aveva la percezione che ne valeva la pena, perché le opportunità, prima o poi, sarebbero arrivate. C’era la possibilità di organizzarsi e di lottare, non solo nel mondo del lavoro, ma anche di avere un futuro, e di mettere il proprio talento al servizio di quel futuro».

«In un recente rapporto ISTAT che descrive lo stato del Paese, si legge che la differenza per un cittadino italiano la fa ancora la famiglia di appartenenza», ha proseguito Furfaro. «Questo elemento segna il fallimento di un modello che è schiantato perché si è deciso di puntare sulla precarizzazione degli individui. Si è scelto un modello che oggi ha portato le giovani generazioni ad abbandonare l’Italia in cerca di lavoro e a una fragilità lavorativa che riguarda tutti. Un gioco al ribasso che ha reso le persone ricattabili, sole, più fragili. Per questo costruiamo Sinistra Italiana e mettiamo in campo un modello alternativo, che significa immaginare un mondo totalmente e radicalmente diverso da quello esistente», ha proseguito Furfaro.

«Parlando degli anni della crisi, in Italia il 97% delle famiglie sta peggio di 10 anni fa. In Svezia, questa percentuale cala al 20%, guarda caso proprio dove esiste un welfare che si prende cura dei cittadini. 4 milioni di italiani si trovano in condizioni di povertà assoluta (cioè hanno meno di 600 € al mese) e 8 milioni in povertà relativa. Un reddito minimo garantito aiuterebbe le persone uscite dal mondo del lavoro a rientrarvi». Non è dignitoso né vero dire che “i soldi non ci sono”, come non è vero dire che tutti hanno perso soldi e patrimonio. Dal 2008 a oggi, 10 famiglie italiane assommavano 56 miliardi di €; ora qui miliardi sono diventati 114. Abbiamo assistito a grandi opere che non servivano a nulla, quando invece sarebbe prioritaria la riqualificazione del patrimonio pubblico. Una politica che non scommette sulle giovani generazioni porta l’Italia a essere sempre in fondo alle classifiche delle spese per l’istruzione e la ricerca», ha aggiunto Furfaro.

«Nel Social Compact abbiamo provato a mettere tutto questo, per ribaltare le politiche messe in campo in questi anni. Eravamo il Paese dei baby pensionati, ora ci avviamo a essere quello con l’età pensionabile più alta d’Europa, oltre ad avere una media delle pensioni spesso sotto la soglia minima di povertà. E infine, il referendum: il disegno di Renzi lede il protagonismo delle persone. Votare “No” significa difendere la Costituzione, attuandone i principi fondamentali, e provare a restituire alle persone una sinistra che sappia dare loro delle opportunità», ha concluso Furfaro. È seguito un ricco spazio dedicato alle domande e agli interventi dal pubblico, poi ci si è lasciati dandosi appuntamento alle prossime iniziative di informazione a favore del “No”.

Carmine Caletti

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