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Cremona Commemorato il 78° anniversario dell'8 settembre

Commemorato questa mattina il 78° anniversario dell'8 settembre 1943, data dell'Armistizio e inizio della Resistenza.

| Scritto da Redazione
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Cremona Commemorato il 78° anniversario dell'8 settembre

 Cremona, 8 settembre 2021 - Commemorato questa mattina il 78° anniversario dell'8 settembre 1943, data dell'Armistizio e inizio della Resistenza. Dapprima, al Civico Cimitero, si è tenuto un momento di riflessione presso il Monumento ai Caduti dove hanno pronunciato un breve intervento il Presidente del Consiglio Comunale Paolo Carletti e il professore Angelo Rescaglio, mentre don Achille Bolli ha impartito la benedizione. A seguire, nel Cortile Federico II di Palazzo Comunale, si è tenuta la cerimonia promossa dal Comune di Cremona, dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Comitato Provinciale), dall'Associazione Nazionale Partigiani Cristiani (Sezione di Cremona) e dall'Associazione Nazionale Divisione Acqui (Sezione di Cremona), alla quale hanno partecipato le massime autorità civili e militari e i rappresentanti delle Associazioni partigiane e combattentistiche.

Come è stato ricordato prima dell’inizio della commemorazione, l’8 settembre ha segnato uno dei momenti più bui della nostra storia nazionale unitaria, ma anche una delle prove migliori della forza vitale dell’Italia. L’8 settembre 1943 sancì il crollo di quel disegno di guerra, in alleanza con la Germania nazista, sbocco fatale ed epilogo del fascismo e annunciò, allo stesso tempo, la nascita della Resistenza che poterò alla Liberazione del 25 aprile del ‘45. Una ricorrenza che permette di ricordare la volontà di riscatto, la speranza di libertà e di giustizia che condussero tanti giovani a combattere nelle formazioni partigiane e, non pochi, a sacrificare la loro vita. Ma è anche un’occasione per ricordare il senso del dovere, della fedeltà e della dignità che animarono la partecipazione dei militari, compresa quella dei seicentomila deportati nei campi di concentramento in quanto avevano rifiutato l’adesione alla Repubblica di Salò.

La cerimonia in Cortile Federico II si è aperta con la deposizione di una corona d’alloro alla lapide che, sotto i portici di Palazzo Comunale, ricorda i Caduti della Resistenza e i Martiri di Cefalonia. Dopo l’omaggio da parte del sindaco Gianluca Galimberti, del prefetto Vito Danilo Gagliardi e del questore Carla Melloni, è seguita l'esecuzione del “Silenzio”. Per l’occasione, di fianco alla lapide, è stata posizionata l’opera, realizzata dal pittore Graziano Bertoldi, che raffigura Mario Coppetti, scomparso nell’aprile 2018, uno dei principali testimoni di questi tragici momenti del 1943, uomo di profondo impegno civile che, sino all’ultimo, ha sempre partecipato a questa commemorazione.

In rappresentanza delle Associazioni partigiane è intervenuto il professore Gian Carlo Corada, che, da storico, ha ripercorso i passaggi che portarono alla dichiarazione dell’Armistizio, dopo l’arresto di Benito Mussolini e la nomina di Pietro Badoglio a Presidente del Consiglio dei Ministri da parte del re Vittorio Emanuele III e la vergognosa fuga verso il Sud: l’8 settembre rappresentò così il crollo di un sistema, del fascismo, della monarchia ma anche il fallimento dell’allora classe dirigente. D’altro canto quella data segnò anche la ripresa dell’onore e della dignità perdute con l’avvio della Resistenza.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del Sindaco Gianluca Galimberti che, tra l’altro, ha sottolineato come l’8 settembre s’inserisce in un percorso che ha come tappe il 25 aprile 1945, giorno della Liberazione, e il 2 giugno 1946, in cui si celebrò il referendum che vide la nascita dell’Italia repubblicana e quindi l’avvio del cammino che si chiude con la promulgazione della Costituzione che sancisce la ferma negazione di tutto quanto ha rappresentato il ventennio fascista, a partire dalle leggi razziali del 1938. A tale proposito, il Sindaco ha citato per intero, come invito alla riflessione, gli articoli 2 e 3 della Carta costituzionale, e parlando di libertà ha fatto un riferimento al presente dicendo che invocare appunto la libertà per non vaccinarsi è incostituzionale.

 

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