Giovedì, 25 aprile 2024 - ore 23.26

Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD)

Le priorità per territorio cremonese sono i ponti di Casalmaggiore, San Daniele e Cremona. Per il trasporto su ferro il raddoppio della linea Mantova-Cremona-Codogno, elettrificazione della Brescia-Parma. Revisione del tracciato TIBRE per le merci, passando per Piadena-Mantova anziché per Suzzara. La strada Sud di Cremona non è utile

| Scritto da Redazione
Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD) Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD) Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD) Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD)

Cremona Dopo Genova serve Piano Marshall anche per il nostro territorio -On. Luciano Pizzetti (PD)

Le priorità per territorio cremonese sono i ponti di Casalmaggiore, San Daniele e Cremona. Per il trasporto su ferro il raddoppio della linea Mantova-Cremona-Codogno, elettrificazione della Brescia-Parma. Revisione del tracciato TIBRE per le merci, passando per Piadena-Mantova anziché per Suzzara. La strada Sud di Cremona  non è utile

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Dopo il crollo del viadotto Morandi l’attenzione di molti si è concentrata sulla sicurezza delle nostre infrastrutture viarie. Da parte del Governo dovrà tradursi in un’azione di sistemazione e messa in sicurezza che richiederà ingenti risorse, secondo un piano nazionale di priorità.

E senza i numerosi pasticci che stanno contraddistinguendo la ricostruzione del manufatto genovese. O colpevoli blocchi di opere estremamente necessarie al Paese, come TAV e Terzo Valico ferroviari o la Gronda Nord proprio a Genova. Che si tratti di un lavoro serio o di uno stucchevole fantasmagorico giro di giostra lo vedremo presto.

È in fase di predisposizione la legge di bilancio e dalle risorse impegnate su questo fronte si capirà. Risorse nuove, che dovranno aggiungersi a quelle consistenti già attribuite ad ANAS dal precedente Governo. Ben 32 miliardi in quattro anni, tra investimenti e manutenzioni. Pronti per essere ben spesi senza ulteriori tergiversazioni.  Perché servono grandi risorse sul capitolo infrastrutture per la mobilità e il trasporto?

Perché molti manufatti sono stati realizzati decenni fa al tempo del boom economico e per le caratteristiche morfologiche del territorio italiano che impongono la costruzione di molti ponti e gallerie. Per di più, a differenza che in altri Paesi, le nostre merci viaggiano ancora troppo su gomma e ciò aggrava la condizione dei viadotti stradali. Dunque -al netto di colpe, errori, negligenze, corruzione da accertare e punire- ciò che dovremmo approntare è una sorta di Piano Marshall infrastrutturale. Oltre le strettoie del Patto di Stabilità e come parte integrante della ripresa dopo la grande crisi. Ovviamente occorrerà muoversi secondo precise direttive di compatibilità ambientale e di redistribuzione delle merci tra gomma e ferro. Anche per questo servono TAV e Terzo Valico. Gomma e ferro non possono essere talebanamente considerati alternativi, date proprio le caratteristiche del territorio italiano. Debbono invece integrarsi moltissimo, anche potenziando la rete degli interporti. L’intermodalità è ciò che più sarebbe utile. Sfruttando meglio anche quella via d’acqua che non impone diseconomiche rotture di carico.

Come si possono tradurre queste prospettive nel nostro territorio? La provincia di Cremona è sì nella Pianura Padana ma interclusa tra fiumi, il cui attraversamento è imprescindibile. La manutenzione dei ponti è perciò essenziale. Per intervenire non abbiamo aspettato il disastro di Genova. Si è agito responsabilmente e senza indugio per scongiurare potenziali rischi. A fronte della chiusura del ponte di Casalmaggiore, che si sarebbe potuta evitare con una manutenzione costante in capo ad enti con disponibilità di risorse, è stato messo subito a disposizione delle Province il finanziamento per il ripristino integrale.

Anche per il ponte di San Daniele e per quello in ferro di Cremona è stata finanziata la manutenzione che li porterà in condizioni ottimali per ancora moltissimi anni. Grazie a questi interventi l’attraversamento del Po e i collegamenti verso l’Emilia e il centrosud d’Italia saranno pienamente funzionali. È stato finanziato il nuovo ponte sull’Adda cosicché anche i collegamenti verso Milano saranno migliorati e potenziati. Si sta rimettendo mano a un nuovo ponte sull’Oglio tra Robecco e Pontevico sulla via per Brescia. Cos’altro sarebbe necessario sul fronte stradale in via prioritaria? La riqualificazione e il potenziamento dell’asse nord-sud di attraversamento della nostra lunga e stretta provincia. Due sono gli interventi fondamentali da programmare e finanziare a tal proposito.

 Il completamento a quattro corsie della Paullese nel tratto Cremona-Crema. La riqualificazione e il potenziamento della statale 10 tra Cremona e Mantova - in alternativa all’autostrada se la Regione deciderà di abbandonare quest’ultima opera-  perché di certo non possiamo finire nel regno del “né né”. Queste due arterie hanno un’importanza strategica.

Oltretutto da sempre, o quanto meno dai tempi dell’impero romano, è la facilità dei collegamenti che concorre al senso di comunità. Se le connessioni viarie sono inefficienti va da sé che le comunità di confine si rivolgeranno sempre più oltre confine. La distanza temporale, più che chilometrica, genera separatezza. Il cremasco, il soresinese, il cremonese, il casalasco continueranno a non integrarsi se tale distanza non sarà ridotta.

La storia non si può riscrivere, la morfologia invece può essere oltrepassata. Una terza infrastruttura è essenziale: il nuovo ponte di Casalmaggiore, atteso che l’attuale seppur ripristinato avrà comunque un tempo di vita che non andrà oltre il decennio. Il nuovo ponte, con le necessarie opere accessorie, è utile per concorrere ad affrontare anche un’altra questione economicamente importantissima. Il trasporto dei carichi speciali, compito oggi assolto prevalentemente dai ponti autostradali. Su queste tre priorità Regione, Anas e Ministero non possono giocare a nascondino giacché le competenze, dunque le responsabilità, sono esclusivamente loro. Peraltro in presenza di fondi comunque già oggi disponibili.

Per quanto riguarda la ferrovia, tralasciando la gravissima condizione del servizio passeggeri solo perché non oggetto della riflessione richiestami, mi pare che le priorità siano anche qui tre.

Attivazione dei finanziamenti per il raddoppio della linea Mantova-Cremona-Codogno, 334 milioni già stabiliti come prima tranche nel contratto di programma 2017-2021 tra il Ministero delle Infrastrutture e RFI. Elettrificazione della Brescia-Parma. Revisione del tracciato TIBRE per le merci, passando per Piadena-Mantova anziché per Suzzara. Anche qui MIT e RFI hanno il dovere di assumere decisioni.

In tema di navigazione fluviale non mi pare vi siano significativi passi avanti atti a recuperare il tempo perduto. Anche perché non intravedo una particolare domanda in tal senso da parte dei mondi produttivi e trasportistici. Vorrei sbagliarmi ma temo purtroppo di no.

Sempre più importante per l’ecoturismo, nei sensi di ecologia e economia, sarà la cosiddetta mobilità dolce, in cui s’inseriscono le grandi ciclovie che si stanno realizzando in Italia e che attraversano direttamente il nostro territorio a partire da VenTo lungo tutto il tratto del Po.

Tutto ciò richiede finanziamenti importanti ma tutt’altro che enormi, in un ambito di programmazione necessaria ma certa. Insomma, c’è un disegno, c’è una strategia. Occorrono volontà e impegno. In questi anni risultati importanti si sono ottenuti. Occorre proseguire con altrettanta determinazione.

Infine un’ultima considerazione su una questione tanto importante quanto delicata che divide l’opinione pubblica di Cremona. La strada sud. È evidente la condizione difficile e sempre meno sopportabile che vivono i cittadini residenti in quella parte di città. Non credo però che la risposta a questa condizione risieda nella realizzazione della strada sud. Non tanto per un fattore di costo che pure esiste ed è serio. Soprattutto per una qualità del vivere.

La strada sud non lo migliorerà ed anzi lo appesantirà. La scelta strategica è portare il traffico passante fuori dalla città, non spostarlo di alcuni metri in città per di più riducendo la fascia verde. Si guardi la tangenziale, è ormai dentro la città. Forse sarebbe utile concentrarsi davvero e più utilmente sull’attivazione di azioni dissuasive e la realizzazione di interventi puntuali di miglioramento.

Luciano Pizzetti, Deputato PD

 

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