Martedì, 19 marzo 2024 - ore 09.40

Cremona Pianeta Migranti. Diamo i vaccini all’Africa.

Mentre da noi cresce il sospetto sui vaccini e la polemica sul green pass, gli africani muoiono come mosche senza vaccini nell’indifferenza dell’Europa.Lo sostiene Nigrizia.

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. Diamo i vaccini all’Africa.

Cremona Pianeta Migranti. Diamo i vaccini all’Africa.                                                 

Mentre da noi cresce il sospetto sui vaccini e la polemica sul green pass, gli africani muoiono come mosche senza vaccini nell’indifferenza dell’Europa.      Lo sostiene Nigrizia.                                                                                       

“In Africa molti paesi stanno affrontando una terza ondata di contagio, spinta, come ovunque, dalla variante Delta. Nell’ultima settimana in Marocco ci sono stati il 90% di positivi e il 49% di morti in più rispetto a quella precedente; in Senegal il 112% di positivi e il 115% di morti; in Kenya il 28% di positivi e il 131% di morti. Pochissimi esempi, tra i molti possibili. Anche i numeri assoluti sono importanti: quasi 6 milioni e 400mila contagiati e più di 161mila morti. Numeri che, a detta delle stesse autorità competenti, sono fortemente sottostimati a causa della fragilità dei sistemi sanitari di molti paesi e della conseguente difficoltà a controllare puntualmente l’evolversi del contagio sul proprio territorio. Nel continente fin dall’inizio sono scarseggiati anche gli strumenti di monitoraggio, come i tamponi, i reagenti e i laboratori di analisi. In Kenya, ad esempio, sono stati effettuati poco più di 2 milioni di test in totale dall’inizio della pandemia, su una popolazione stimata di 55 milioni di abitanti; in Etiopia poco meno di 3 milioni, su una popolazione di 117 milioni circa.                                                                                                                                                         A fronte di questa situazione, la popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino è meno del 2%. Si capisce, perciò, la preoccupazione dei responsabili della sanità pubblica del continente che si sentono soli di fronti ad un problema oggettivamente più grande delle loro possibilità di intervento. E si capisce anche perché chiedano all’Europa di decidere se vuole davvero sostenere l’Africa nella lotta globale contro il virus. Ci sarebbe un modo per mettere a disposizione più vaccini: quello di produrne di più. Sarebbe necessario sospendere temporaneamente i brevetti e liberalizzare la produzione fino al controllo della pandemia. Davanti ad un’emergenza planetaria sarebbe previsto anche dal trattato di Marrakesh, dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto), firmato da 123 paesi il 15 aprile 1994, dove si parla anche di protezione della proprietà intellettuale. Recentemente, la proposta di sospendere temporaneamente i brevetti è stata avanzata perfino dal presidente americano Joe Biden, ed è stata rintuzzata immediatamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dai paesi europei in genere. I brevetti, si sa, significano il controllo di un giro d’affari enorme e dunque, nel nostro sistema economico, sono intoccabili. Che cosa significhino i brevetti nel campo sanitario ce lo dice ancora Nicoletta Dentico. Nei giorni scorsi il presidente dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, parlando a Tokyo in occasione dei giochi olimpici, ha sottolineato ancora una volta che dalla pandemia si esce insieme e che si dovrà fare ogni sforzo per vaccinare il 70% della popolazione in ogni paese del mondo nell’arco di un anno. Ha anche detto che non sarà facile se non ci sarà una reale solidarietà. Nelle condizioni attuali, almeno in Africa, sarà impossibile. Intanto almeno una cosa è chiara nella comunicazione sulla pandemia: se il virus circola, varia e nessuno può prevedere quanto pericolose potranno essere le varianti. Lo stiamo sperimentando ora con la variante Delta. Abbiamo anche toccato con mano che i confini non fermano il virus e dunque dovrebbe essere interesse prioritario di tutti che la sua circolazione venga bloccata al più presto ovunque nel mondo.                                                                                  Le politiche europee invece, volte a garantire la propria sicurezza all’interno dei fragili confini, a proteggere le proprie economie innanzitutto si rivelano ancora una volta miopi e destinate, purtroppo, ad avere gravi conseguenze globali, a partire dai cittadini europei stessi.”

www.nigrizia.it 

 

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