Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 12.46

Cremona Pianeta Migranti. Il nuovo patto Europeo su migrazione e asilo cambierà rotta?

Sarà pubblicato il 23 settembre e detterà gli orientamenti delle politiche europee per i prossimi 5 anni. ASGI, Associazione Studi Giuridici sulle migrazioni chiede una politica basata sui diritti, sulla trasparenza, sulla sicurezza e sulla solidarietà tra i paesi membri.

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. Il nuovo patto Europeo su migrazione e asilo cambierà rotta? Cremona Pianeta Migranti. Il nuovo patto Europeo su migrazione e asilo cambierà rotta?

Cremona Pianeta Migranti. Il nuovo patto Europeo su migrazione e asilo cambierà rotta?

Sarà pubblicato il 23 settembre e detterà gli orientamenti delle politiche europee per i prossimi 5 anni. ASGI, Associazione Studi Giuridici sulle migrazioni chiede una politica basata sui diritti, sulla trasparenza, sulla sicurezza e sulla solidarietà tra i paesi membri. Un’opportunità che l’Unione europea non deve farsi scappare per cambiare rotta.

 Asgi sottolinea che “la mancanza di coordinamento nelle operazioni di salvataggio SAR nel Mediterraneo, gli abusi sistematici nei centri di detenzione libici, i respingimenti illegali ai confini terrestri, così come i recenti eventi tragici di Moria sono dimostrazione del fallimento delle attuali politiche migratorie europee. 

Fa notare che le linee guida della Roadmap presentata dalla Commissione europea a fine luglio 2020 suscita profonde preoccupazioni perché ispirate alla stessa filosofia utilizzata negli ultimi anni. 

Pertanto ASGI richiama i seguenti principi:

“(1) Favorire una cooperazione equa e trasparente con i paesi terzi al fine di aprire canali di ingresso sicuri dei cittadini stranieri. Al contrario, l’Ue dovrebbe sospendere ogni forma di cooperazione con i Paesi terzi volta al contenimento dei flussi migratori attraverso sistemi coercitivi.

(2) Aumentare i canali di accesso e permanenza regolari in Europa attuando una politica dei visti adeguata e facilitando l’accesso al territorio dell’Unione europea per coloro che sono stati costretti a lasciare il loro paese di origine non solo a causa di persecuzioni individuali, rischi di gravi danni e conflitti, ma anche a causa della situazione di crisi protratta o dell’assenza delle condizioni minime indispensabili per la sopravvivenza dovute al rapido o lento insorgere di cambiamenti climatici e ambientali. Inoltre, le misure politiche europee dovrebbero abbandonare l’obiettivo di incanalare le persone o nella procedura di protezione internazionale o di rimpatrio. Dovrebbero invece incoraggiare un maggior uso degli strumenti di regolarizzazione.

(3) Garantire una gestione delle frontiere interne ed esterne europee trasparente e basata sui diritti. I confini europei non sono e non saranno mai chiusi come lo era il muro di Berlino. I migranti che attraversano tali frontiere sono titolari di diritti, in particolare il diritto di chiedere asilo e di essere protetti dal respingimento, da trattamenti inumani e degradanti e dalla detenzione arbitraria. Le Guardie di frontiera e le Agenzie di frontiera (come anche Frontex) dovrebbero avere mandati chiari e trasparenti, che dovrebbero anche prevedere controlli democratici chiari e di facile utilizzo e meccanismi di revisione.

(4) Predisporre operazioni europee di ricerca e soccorso in mare e che ponga fine alle politiche che criminalizzano le ONG coinvolte nelle operazioni SAR e che ne ostacolano il lavoro. È necessario istituire chiari meccanismi di cooperazione tra istituzioni e ONG al fine di garantire che le persone soccorse dalle organizzazioni della società civile atterrino immediatamente nel più vicino porto sicuro europeo.

(5) Garantire ai cittadini stranieri un accesso pieno ed effettivo alle procedure di protezione internazionale. L’uso di procedure accelerate alle frontiere dovrebbe essere sospeso in quanto comporta una valutazione inadeguata delle domande di protezione. Inoltre, l’UE dovrebbe evitare l’applicazione dei concetti di paese terzo sicuro e paese di origine sicuro poiché comportano l’adozione di decisioni automatiche di inammissibilità in assenza della necessaria valutazione caso per caso delle richieste di protezione internazionale.

(6) Garantire il pieno diritto a ricorsi efficaci per i richiedenti protezione internazionale a tutti i livelli. 

(7) Rafforzare l’attuazione completa e armonizzata del sistema europeo comune di asilo. Bisognerebbe dare prioritaria attenzione al rispetto degli standard dei sistemi di accoglienza e le procedure di asilo.

(8) Porre fine o almeno riformare radicalmente il “sistema Dublino” al fine di stabilire finalmente un meccanismo di solidarietà affidabile e sistematico che garantisca i diritti dei richiedenti asilo e fornisca agli Stati membri un quadro per un’equa condivisione delle responsabilità.

(9) Garantire il pieno funzionamento del sistema Schengen.

(10) Garantire la libertà di circolazione dei titolari della protezione.”

https://www.asgi.it/primo-piano/cosa-vogliamo-nel-nuovo-patto-ue-su-migrazione-e-asilo/

 

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