Martedì, 23 aprile 2024 - ore 15.08

Cremona Pianeta Migranti. La plastica inquina? Mandiamola in Africa.

L’Africa è il ventre molle da cui il mondo ricco estrae materie prime e risorse energetiche. E’ anche la pattumiera finale delle stesse materie, giunte al termine del ciclo produttivo e del consumo.

| Scritto da Redazione
Cremona Pianeta Migranti. La plastica inquina? Mandiamola in Africa. Cremona Pianeta Migranti. La plastica inquina? Mandiamola in Africa.

Cremona Pianeta Migranti. La plastica inquina? Mandiamola in Africa.

L’Africa è il ventre molle da cui il mondo ricco estrae materie prime e risorse energetiche. E’ anche la pattumiera finale delle stesse materie, giunte al termine del ciclo produttivo e del consumo.

Ciò che accade in Kenya è solo la punta di un iceberg. Quando diciamo agli africani di stare a casa loro, diciamo in realtà di continuare a vivere tra le nostre discariche.

Nairobi, discarica di Korogocho.

Circa 10mila persone, ogni giorno, rovistano a mani nude nei rifiuti alla ricerca di qualcosa per sopravvivere: resti di cibo, vetri e plastica da riciclare e rivendere per mettere insieme un reddito tra i 30 e i 50 euro al mese. Sono migliaia e migliaia anche i bambini che vivono frugando nelle discariche tra sporcizia e rischio di malattie.

Il Kenya, in particolare, oggi,  risulta soffocato da un mare di rifiuti di plastica. Uno studio della National Environmental Management Agency (Nema) ha rilevato che oltre il 50% del bestiame allevato vicino alle aree urbane del paese, ha sacchetti di plastica nello stomaco.

Per alleggerire questa situazione il Kenya, ha bandito in tutto il paese l’uso dei sacchetti di plastica. Ma il paese è messo sotto pressione da parte delle grandi corporation della plastica. Secondo una indagine del New York Times, un gruppo industriale tra i più grandi produttori di sostanze chimiche e società di combustibili fossili del mondo (l’American Chemistry Council) sta pilotando gli accordi commerciali tra Stati Uniti e Kenya, perché diventi un hub di prodotti chimici e plastici prodotti negli Stati Uniti e destinati ai mercati africani. Se l’accordo passa, si porterebbero in Kenya 500 milioni di tonnellate di plastica americana da riciclare.

Questa corsa alla plastica si spiega col fatto che l’uso delle fonti di energia rinnovabili e la maggior attenzione alle questioni ambientali stanno generando un calo nel mercato dei combustibili fossili, e c’è perciò la necessità di cercare mercati alternativi. Ma il Kenya non ha alcuna capacità di riciclare e stoccare milioni di tonnellate di plastica e la maggior parte di essa finirebbe accumulata nelle discariche.

Greenpeace Africa ha denunciato che ”L’American Chemistry Council (ACC) vuole fare del Kenya la sua discarica di rifiuti di seconda mano e ha lanciato la campagna ‘No al patto sulla plastica’ per impedire che l’Africa diventi un deserto tossico”.

Anche una Ong kenyota del  Centre for Environment Justice and Development, denuncia come “sconvolgente e assurdo” il piano dell’industria petrolchimica americana proprio mentre il mondo sta combattendo i cambiamenti climatici e cerca di liberare il pianeta dalla plastica.

 

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