Domenica, 05 maggio 2024 - ore 13.37

Cultura. Le proposte di Rosita Viola

| Scritto da Redazione
Cultura. Le proposte di Rosita Viola

Cultura. Le proposte di Rosita Viola
L’investimento pubblico in cultura è necessario perché il mercato non investe dove non ci sono profitti immediati. Investire in cultura, tanto più nei momenti di crisi economica, significa innovazione e creatività. Innovare per allargare la base produttiva. Sono infinite le possibilità di investire per i privati nelle applicazioni delle nuove tecnologie e della produzione culturale. Le imprese hanno compreso che una via per la ripresa economica è dare ai territori una vocazione “glocale”, che faccia leva sulla ricchezza del patrimonio storico, ambientale, architettonico, artistico, paesaggistico, trasfo0rmandolo in fattore di conoscenza, competenza e promozione della propria unicità.

Oltre la logica dei grandi eventi culturali, è necessario investire sulla cultura diffusa prodotta da singoli, associazioni, gruppi musicali, compagnie teatrali, bande, cori, artisti locali, sale cinematografiche, librerie… dando la possibilità ai giovani (e non) che amano la musica, l’arte, il teatro, il cinema… di potersi esprimere, di mostrare alla cittadinanza il proprio lavoro, le proprie passioni, per avvicinare la comunità a qualsiasi forma d’arte. In sintesi, la cultura come strumento di crescita economica e di welfare. I diritti culturali sono parte dei diritti umani ed è necessario investire in cultura per la coesione sociale.

LE PROPOSTE DI ROSITA

Avviare un percorso partecipato favorendo il coinvolgimento di operatore del settore, istituzioni, associazioni, scuole e Università, per definire progetti condivisi.

è Investire maggiormente nel Distretto Culturale della provincia di Cremona con l’obiettivo di creare una forte sinergia tra tutti gli attori culturali, le istituzioni e il mondo economico. Il tema centrale del Distretto è la musica nei suoi molteplici riscontri: formazione musicale, programmazione di eventi di richiamo internazionale, artigianato artistico della liuteria, laboratori scientifici, attivazione di corsi universitari di ingegneria del suono.

Sostenere lo start up di imprese culturali prevedendo anche percorsi di formazione per manager culturali, per promuovere l’imprenditorialità diffusa valorizzando le competenze di numerosi giovani qualificati nel settore.

Istituire presso il Comune uno Sportello Cultura finalizzato all’erogazione di servizi e informazioni per chi intende avviare attività produttive in ambito culturale.

Creare delle residenze per artisti internazionali che abitino in città per un periodo (3/6 mesi) e realizzino poi mostre negli immobili del Comune, e lascino un patrimonio di opere per la città.

Una piazza deserta, una notte senza suoni e senza luci, una città di persone sole che vivono nel chiuso delle loro case, non è vivere sano. Senza luoghi dove coltivare la propria capacità creativa le persone si spengono, le città si ingrigiscono, la comunità soccombe. È necessario ripensare la città e i quartieri per dare modo alle persone di condividere spazi collettivi dove incontrare e produrre cultura.

Istituire delle officine culturali presso i quartieri quali luoghi di aggregazione, promozione e organizzazione di eventi culturali.

Ripensare il ruolo delle biblioteche investendo in progetti di riqualificazione per rilanciarne il ruolo e la centralità culturale e sociale. Ciò anche attraverso l’implementazione di nuovi servizi digitali per il pubblico, la trasformazione e l’attrattività degli spazi dedicati, la costruzione di servizi e relazioni culturali con l’utenza (a partire dall’apertura serale delle sale di lettura anche attraverso il supporto dell’associazionismo culturale).

Utilizzare le strutture scolastiche, quando non impiegate, attraverso accordi con le direzioni didattiche.

Creare spazi maggiormente fruibili per esposizioni e sale di prova per sostenere artisti o gruppi locali e rivitalizzare il centro storico e le aree periferiche.

Istituire degli spazi pubblici autorizzati per artisti di strada, con la duplice funzione di promuovere cultura e far rivivere il centro e/o i quartieri periferici.

Patrimonio musicale cremonese. Partendo dall’Università il patrimonio musicale cremonese va considerato come un vero e proprio sistema, che coinvolge sia la sfera artistica e culturale, sia la capacità imprenditoriale ed organizzativa dei soggetti produttivi.

Trasformare il complesso San Benedetto-Corpus Domini-Cavallerizza in un polo di eccellenza culturale/musicale, con la realizzazione di sale da concerto, con annessi spazi tecnici e sale prova, (Cavallerizza, Chiesa e Corpus Domini) e una residenza studentesca legata alla scuola di liuteria (San Benedetto).

Realizzare uno spazio accessibile e fruibile per la musica dal vivo di vario genere.

Sostenere e promuovere programmi didattici che considerino la musica uno dei pilastri della formazione creando un fondo per facilitare l’acquisto di strumenti musicali per i più giovani.

Promuovere il valore dell’educazione musicale per tutte le età. Cremona deve avere una Scuola Civica di Musica, miscelando e raccogliendo tutte le eccellenze presenti in città: docenti qualificati, corsi ed esperienze già consolidate, professionalità. La Scuola potrebbe diventare l’orchestra del Teatro Ponchielli e, perché no, del Teatro Monteverdi.

Un sistema teatrale cittadino. Un ruolo importante deve continuare ad assolvere il Teatro Ponchielli, gestito dalla Fondazione all’interno della quale il Comune occupa una posizione di rilievo. Pur avendo ben presente l’esigenza di un contenimento dei costi, l’offerta qualitativa degli spettacoli programmati nelle stagioni tradizionali (lirica, concertistica, danza, prosa, Festival monteverdiano) va mantenuta elevata, anche per la capacità attrattiva che un teatro di importante, storica tradizione, deve cercare di mantenere in un quadro nazionale ed internazionale, essendo ad essa collegata la concreta possibilità di una positiva ricaduta sulle attività turistiche e commerciali della città.

Programmare la stagione lirica riferendosi all’esperienza del circuito lirico regionale, al fine di soddisfare meglio nuove esigenze e non precludendosi la possibilità di intrattenere rapporti di collaborazione con altre realtà teatrali, al di fuori del territorio regionale.

Riservare spazi ad attività che abbiano una significativa connotazione sociale: per gli studenti, per gli anziani, per la valorizzazione di istituzioni, complessi e gruppi locali. Al riguardo, vanno salvaguardate importanti iniziative già in corso da anni, quali le rassegne Oltreibanchi, Per la Grande Età, Opera domani.

Creare un sistema teatrale cittadino attraverso la sinergia programmatica fra Teatro Ponchielli, Teatro Monteverdi (da mantenere alla gestione comunale) e Teatro Filodrammatici. Il Ponchielli – disponendo di notevole esperienza e competenze – dovrebbe rivestire, d’intesa con il Comune, il ruolo di capofila, coordinatore delle attività di spettacolo in città, che possono svolgersi in modo articolato in sedi teatrali diverse, in ragione anche delle loro peculiari caratteristiche.

Un Museo d’Arte Contemporanea. Non c’è un museo per l’arte contemporanea in città, il luogo potrebbe essere Palazzo Fodri (ceduto dalla Fondazione magari in permuta con altro immobile a questa più congeniale), uno dei gioielli architettonici della città. Illustri esempi, con i dovuti distinguo in termini di dimensione/cittadini/flussi turistici, sono il Castello di Rivoli a Torino e Palazzo Grassi a Venezia. A Cremona potremmo avere lo stesso tipo di risultato usando gli spazi di Palazzo Fodri e sarebbe un esempio piuttosto interessante di allestimenti di opere d’arte contemporanea in un contesto così raffinato e carico di storia.

Turismo e cultura. Cremona è fuori dai pacchetti turistici internazionali e nazionali, i visitatori della città sono “mordi e fuggi” perché non esiste un marketing territoriale tale da farla risultare appetibile.

Trasformare l’attuale Informa Comune in un Urban Center che, come in altre città, svolga il ruolo di punto di riferimento per l’informazione, la comunicazione e la promozione attraverso dibattiti, scambi di idee, di progetti in corso o futuri che siano in grado di coinvolgere tutti i soggetti della città (pubblici e privati); di ospitare laboratori di idee, esposizioni, convegni e incontri relativi a temi di urbanistica e architettura contemporanea. L’Urban Center costituisce un’occasione per sperimentare nuove forme di democrazia partecipativa.

Fonte: https://www.facebook.com/notes/energia-civile-in-comune/cultura/651339221593649

2014-01-30

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