Mercoledì, 01 maggio 2024 - ore 00.23

Dalle case di paglia al ciliegio self service: in Lombardia innovazioni green

Le innovazioni ecologiche sono presenti nel 30% delle aziende agricole lombarde

| Scritto da Redazione
Dalle case di paglia al ciliegio self service: in Lombardia innovazioni green

L’agricoltura lombarda è sempre più green. Il 30% delle aziende negli ultimi dieci anni – stima la Coldiretti Lombardia – ha introdotto innovazioni sul fronte del risparmio energetico, delle vendite a km zero e degli eco prodotti: dalle case di paglia ai frutteti self service, dalle serre fotovoltaiche all’irrigazione a goccia, fino ai «prati arrotolati» pronti all’uso. Rispetto al pacchetto di corrette pratiche agricole già di uso comune – spiega la Coldiretti Lombardia – in tutte le province sono nate storie di innovazione che, anche in occasione della Giornata Mondiale dell’ambiente, spiegano bene la sensibilità green del settore.

A Costa Galeazzi, frazione di Fortunago sulle colline dell’Oltrepò Pavese, c’è l’azienda agricola di Viviana Vignandel, che insieme a suo marito Alain Lanot ha deciso di abbandonare la metropoli per un progetto che comprende anche una «Casa di Paglia». Si tratta di struttura di 350 metri quadrati realizzata in ballette di paglia e intonaca con l’argilla dei campi, dove si trovano una bottega e uno spaccio aziendale. «Nella nostra azienda agricola di quattro ettari – spiega Viviana Vignandel – siamo riusciti a ricavare 2200 metri quadrati di orto, 800 metri quadrati di erbe aromatiche e officinali, un impianto di frutti rossi, alcuni campi di patate, cipolle e qualche cereale. I nostri orti sono coltivati seguendo i principi della permacultura e dell’agricoltura sinergica, e ai piedi di tutte le nostre piante c’è un caldo letto di paglia». L’azienda non fa uso di agrofarmaci o fertilizzanti chimici e ha ridotto notevolmente il consumo idrico.

Fare la spesa direttamente in campo raccogliendo personalmente dalle piante le ciliegie. È l’iniziativa proposta da Matteo Locatelli, 25 anni, frutticoltore di Sant’Omobono (Bergamo) che ha aperto suo frutteto di Valbrembo (zona Madonna del Bosco), vicino a Bergamo, per dare la possibilità a tutti di fare questa esperienza. Locatelli, dopo aver conseguito il diploma di perito agrario, sei anni fa è subentrato nella conduzione dell’azienda frutticola di famiglia e ha subito apportato alla sua attività un tocco di creatività introducendo questa novità. «Vendere la frutta in questo modo – sottolinea Matteo – mi sta dando molte soddisfazioni. Per ora abbiamo aperto le «porte» del nostro frutteto per la raccolta delle ciliegie, prossimante daremo la possibilità anche di raccogliere le pesche. A partire da luglio saranno in produzione anche i nostri alberi da frutta situati in Val d’Astino, nell’ambito di un progetto di riqualificazione agricola realizzato in occasione dell’ Expo, e anche lì la raccolta sarà self service».

A Ricengo, in provincia di Cremona, Alberto Bettinelli ha inventato l’ecorotolo, un tappeto erboso «arrotolato», coltivato a pieno campo seguendo le linee dell’agricoltura integrata. «La vera innovazione per me è stato tornare al pieno rispetto del ciclo della coltura – spiega Bettinelli – usando al 90% materiale organico, naturale. Questo nuovo approccio ci ha garantito un tappeto erboso di alta qualità, più veloce ad attecchire e al tempo stesso abbiamo aumentato la fertilità del terreno».

A Verolanuova (Brescia), Sandra Pelucco ha creato un impianto fotovoltaico da 620 kwp, integrato su una serie di venti strutture per la coltivazione di funghi e pioppelli. I 4.800 metri quadrati di pannelli hanno una duplice funzione: oscurano la serra permettendo la coltivazione ottimale dei funghi, catturano la luce, fornendo l’energia che viene poi distribuita nella rete del paese. La struttura attualmente fornisce a Verolanuova energia per mille abitanti, con un risparmio annuo di 400 tonnellate di C02 rispetto agli impianti tradizionali.

Oscar Zerbinati, 29 anni, dell’azienda Agricola Zerbinati di Sermide (Mantova) coltiva meloni, angurie e zucche e da dieci anni usa un impianto di irrigazione a goccia sia per le serre che a pieno campo sui suoi 250 ettari di terreni: «Sono contento di aver adottato questo metodo di irrigazione perché ottengo prodotti di qualità e ottimi risultati, ma stesso tempo rispetto l’ambiente». Produce 2 milioni di chili di meloni, un milione di chili circa di angurie e 700 mila chili di zucche.

A Berbenno (Sondrio), Giancarlo Bongiolatti, 56 anni, e suo figlio Nicola, 25 anni, dal 1997 hanno deciso di buttarsi nell’allevamento biologico per produrre Bitto e Casera, hanno anche messo i pannelli fotovoltaici sul tetto della stalla e la settimana prossima porteranno le loro mucche in alpeggio fino alla metà di settembre: «Con la nostra attività vogliamo incidere il meno possibile sull’ambiente che ci circonda».

Energia dal sole a impatto zero in provincia di Varese, dove sono diverse le aziende che producono energia con l’ausilio di pannelli fotovoltaici posti sulla sommità delle strutture aziendali, come stalle, fienili e ricovero mezzi. L’energia prodotta consente di ridurre i costi di produzione e la stessa viene ceduta alla rete elettrica nazionale. Tra le imprese, quella Franco Zigaglio di Angera e quella dei fratelli Bortoli di Gorla Maggiore.

A Como, è ormai attiva da oltre due anni la centrale di cogenerazione la «Grande Stufa» alimentata da biomassa legnosa fornita dalle imprese agricole del territorio riunite nel consorzio Energia Natura: Inaugurata nel settembre 2012, la «Grande Stufa» serve oggi centinaia di utenze pubbliche e private nel comune di Villa Guardia, alle porte del capoluogo comasco. L’avvio della «Grande Stufa» ha portato vantaggi sotto il profilo ambientale perché le emissioni sono controllate e ridotte rispetto alla molteplicità delle caldaie pubbliche e private non più attive grazie al collegamento in rete. Inoltre c’è il coinvolgimento diretto delle imprese agricole che forniscono il cippato di legno necessario all’alimentazione della centrale.

In provincia di Lecco, Coldiretti collabora dallo scorso anno agli studi di fattibilità di impianti a biomassa forestale da realizzarsi nei comuni di Robbiate, Paderno D’Adda e Imbersago.

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