DOPO IL NAUFRAGIO, CHE IL PD FACCIA ALMENO TESORO DELLE SUE PATETICHE SCUSE Giorgino Carnevali (Cremona)

Direttore,  un contributo, come tanti, come troppi sinceri ed onesti di questi tempi. Cosa può fare un misero cerotto su una ferita che non cicatrizzerà tanto facilmente? Ma è tutto quello che oggi si può fare per il Pd.

 A me pare che se la cantino, se la suonino, e pure  qualche sciagurato vendicatore se la rida.  Un buco nero il Pd? Ma va là, un mercato delle pulci dove trovi tutto e il contrario di tutto, tranne quell’attenzione per gli ultimi (gli italiani). Spaccature, guerre, liti tra Renziani contro antirenziani….Ahimè, tutto vero sai. Urge ricostruire il Pd, urge ritrovare al più presto l’unità che tuttavia va perseguita nella sua chiarezza. D’altronde la “verità bèla o bröta, la và dìta töta”. Un partito simigliante sempre più ad un equilibrista che ha perso l’equilibrio, è da mandare in analisi. Riformismo? Da augurarselo, a patto che ci si affidi a candidati che svelino completamente il lavoro da fare e non a nomi che sanno richiamare e giocare soltanto su emozioni di sentimenti lontani. Mi chiedo, fino a quando ci porteremo dietro i segni di una vergogna che sappiamo ci sta divorando il cuore? Mi rispondo, fino a quando il sesso non cambierà in meglio nella terza età. Ma quando mai il sesso ha cambiato in meglio nella terza età? Perché per il Pd (esagerando nel parallelo) è più sano avere delle donne nella memoria che sulle ginocchia. T’appaio pudicamente ironico? Disperato per il futuro? C’è solo da sperare che le europee del 2019 non riducano il Pd in pelle ed ossa. Ma come abbiamo fatto noi della “base” territorialmente competenti, esageratamente pazienti (iscritti e simpatizzanti) a sopravvivere? Ad essere le persone che siamo ora? Intanto Martina se ne esce così: “Concluso il mandato, mi dimetto da segretario”.  Isola del Giglio, la nave sta naufragando. Per associazione di idee a Martina: “Salga a bordo, cazzo!”. Fino all’alba ho chattato con la terra intera, e mi sono convinto di una sola cosa, quanto mai opportuno appaia quello slogan: “Noi siamo una somma, non una divisione”. Magari fosse tutto qui. Ciao, abbracciamoci Gianni Carlo, almeno tra di noi, poiché nel Pd “non ci resta che piangere”. Ti chiedo, per favore, come riuscire a ritardare il momento in cui si misurerà senza grande sorpresa, l’ampiezza dell’ennesima waterloo? Dici che ci pensiamo domani? Ecco, appunto, pensiamoci, pensiamoci sempre domani. Cum grano salis, almeno!

Giorgino Carnevali (Cremona)