Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 15.26

CUM APERTIS VERBIS, LA METAFORA SULLA TOSSICODIPENDENZA! Di Giorgino Carnevali (Cremona)

Direttore d’un Gianni Carlo, come farò anche stavolta a cavarmela? La spiega. Ti incontro, con sincera propensione, un datato amico di professione medico: “Ciao, sai che ultimamente mi riesce difficile prendere sonno? Mi sveglio, mi riaddormento, incessantemente. Effetti del caldo?

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CUM APERTIS VERBIS, LA METAFORA SULLA TOSSICODIPENDENZA! Di  Giorgino  Carnevali (Cremona) CUM APERTIS VERBIS, LA METAFORA SULLA TOSSICODIPENDENZA! Di  Giorgino  Carnevali (Cremona)

CUM APERTIS VERBIS, LA METAFORA SULLA TOSSICODIPENDENZA! Di  Giorgino  Carnevali (Cremona)

 Direttore d’un Gianni Carlo, come farò anche stavolta a cavarmela? La spiega. Ti incontro, con sincera propensione,  un datato amico di professione medico: “Ciao, sai che ultimamente mi riesce difficile prendere sonno? Mi sveglio, mi riaddormento, incessantemente. Effetti del caldo?

Mah, tuttavia ti va di consigliarmi un rimedio efficace?”. Pronta la sua immancabile prosopopaica spiega: “Nelle culture dei giorni nostri,  così dette avanzate, non si è più capaci di affrontare il disagio anche piccolo e provare a farcela da sé. Ogni preoccupazione diviene uno scoglio insuperabile”. Miseria, reagisco: “Cavoli, proprio a me lo vieni a dire? Quando devo affrontare situazioni negative, utilizzo sovente la pazienza, la sopportazione, il coraggio, la speranza, talune volte anche il ‘vaffa’ !”. Cum apertis verbis di rimando lui a me: “Dammi retta, comincia ad assumere regolarmente farmaci contenenti sostanze psicotrope!”. Ma cosa dice? Vado in tilt, in corto circuito. Ma come, devo diventare tossicodipendente? Nel senso che anche se non dipendente da qualcosa di tossico, sicuramente dipendente da qualsiasi accadimento esterno che mi potrebbe intossicare? Ci salutiamo, io un poco stizzito, lui spazientito. “Ti invierò una mail che ti farà chiarezza.  Non ho tempo, scusa, ciao”. E via di corsa alla sua bottega. Ne deve ascoltare di persone con poca salute! Ginni Carlo, se posso ti favorisco il testo della sua mail a me inviata recentemente, papale papale: “Non è facile evitare la tossicodipendenza in una cultura (che è sinonimo di vita, di ambiente, di quotidianità) dove ogni virtù, ogni esperienza umana, ogni sensazione sono sostituite da emozioni indotte da sostanze psicotrope. Purtroppo viviamo nel bel mezzo di delicati equilibri fra gravità e leggerezza, fra cronaca e fiaba. Stolti che siamo quasi sempre ci rassegniamo. Ti favorisco una metafora. La vera perdita della verginità  “la” si scopre allorquando si rimane nudi, cioè soli, con le mani in alto, per cui non ti puoi più coprire neanche le vergogne, condannati come siamo a dichiarare resa al mondo…ed a certi adulti, sissignore, proprio a certi adulti, sperando che siano diventati davvero adulti. e non più i bambini di una volta”. Che botta di vita ragazzi, che scrollata di maroni a certi non gaudenti! Pensa direttore che se codesta metafora la si leggesse “a modo”, beh allora ci si potrebbe render conto che: “E’ la dose che fa il veleno” (Paracelso). Cosa significa allora? Che ci si deve drogare quel tanto che basta per eludere i problemi? E’ mica così che deve girare, però!

Giorgino  Carnevali (Cremona)

 

 

 

 

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