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Esenzione ticket.La Regione Lombardia insiste sulla certificazione

| Scritto da Redazione
Esenzione ticket.La Regione Lombardia insiste sulla certificazione

Presa di posizione di Cgil-Cisl-uil Cremona
ESENZIONE TICKET SANITARI: REGIONE LOMBARDIA INSISTE NELL'ASSURDA PROCEDURA DELLA CERTIFICAZIONE. I SINDACATI CHIEDONO DI SOSPENDERE FINCHE' IL SISTEMA NON SIA A REGIME
"In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Andavano tutti a farsi registrare. Anche
Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata
Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria." No non siamo impazziti ma ascoltando ieri, 3 ottobre 2011, quanto ci veniva illustrato dal direttore
sanitario dottor Stradoni relativamente alle situazioni di disagio che si stanno verificando presso gli sportelli di Scelta e Revoca ASL della
provincia di Cremona, ci è sembrato che poco o nulla è mutato da oltre duemila anni nei rapporti tra popolazione e amministrazione.

Allora (come oggi) Roma aveva problemi di entrate tributarie (i tickets odierni) e ipotizzando fregature ( gli eventuali "furbetti" dall'esonero facile) decise
il censimento (ovvero il DM 11 dicembre 2009 "Verifica delle esenzioni, in base al reddito, dalla compartecipazione alla spesa sanitaria"). Certo non
siamo in Palestina, ma in Lombardia, nella regione che si propone a modello per il resto della nazione, sono passati secoli (anche se esiste sempre un
governatore) e quindi la procedura ipotizzata è moderna ed efficiente. Ma. c'è un ma..

Era previsto che il Ministero dell'Economia e delle Finanze fornisse l' elenco con relativo codice di esenzione dei cittadini e che la Regione
Lombardia spedisse le lettere direttamente a casa degli aventi diritto. Qualcosa però non ha funzionato ( i messi imperiali non sono riusciti a
comunicare e i dispacci non sono stati recapitati ?), il braccio operativo della Regione ovvero l'ASL territoriale non sa a tutt'oggi quante lettere
sono state spedite e quante sono andate eventualmente perse e così Giuseppe e Maria, residenti nella provincia di Cremona, non più giovani sposi, si
stanno recando a farsi registrate (ovvero ad autocertificarsi) ciascuno secondo la propria tribù di appartenenza (i tre distretti sanitari di Crema,
Cremona, Casalmaggiore).

A causa di precedenti ristrutturazioni e riorganizzazioni gli sportelli sono pochi e così Giuseppe e Maria non trovando posto nella locanda sono spesso costretti ad accamparsi fuori dagli
uffici. A dire il vero gli uffici ASL stanno cercando di far fronte all'emergenza potenziando l'attività di front office, dilatando gli orari di apertura degli sportelli, chiedendo collaborazione alle amministrazioni comunali ed infine rivolgendosi a quello che è proprio una specificità italiana e lombarda ovvero quel capitale sociale costituito
dall'associazionismo, dal mondo del volontariato e dei patronati.

Ma anche qui c'è un ma. i disagi che rendono difficile la vita ai cittadini lombardi non sono dovuti ad una ineludibile calamità naturale ma dipendono dal
tentativo di portare avanti una procedura burocratica che non funziona; in una situazione del genere la decisione logica e razionale dovrebbe essere
quella prospettata il 23 settembre 2011 dalle segreterie regionali CGIL CISL e UIL confederali e di categoria (funzione pubblica e pensionati) ovvero
sospendere una attività, che risulta onerosa e per nulla efficace per quanto concerne l'obiettivo di un controllo più sicuro dei diritti di esenzione,
fino a che il sistema non sia stato messo a regime. E' veramente una presa di posizione infantile e dilettantesca la decisione di continuare su questa
strada. Ci uniamo pertanto alla richiesta di moratoria avanzata all'Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia e lo facciamo perché:

*Giuseppe e Maria sono cittadini, non sudditi dell'impero, e come tali devono essere trattati anche se anziani, malati e poveri

*I dipendenti delle pubbliche amministrazioni lombarde non sono degli automi destinati ad eseguire passivamente quanto viene loro imposto ma lavoratori con competenze e professionalità e hanno diritto ad essere impiegati in modo efficace ed efficiente

*il mondo del volontariato, i patronati non possono essere interpellati ed utilizzati secondo uno strano concetto di sussidiarietà solo come "ammortizzatori sociali" per scaricare i costi di incapacità organizzative

Chiediamo che i cittadini possano, come prima, continuare a certificare la propria esenzione con la firma sulla ricetta in attesa che il sistema "pensato" divenga realtà. Così si agisce nel ventunesimo secolo.


Segreterie provinciali Confederali
CGIL Donata Bertoletti
CISL Monica Manfredini
UIL Mario Penci

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