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Filadelfia. Anna ed il suo viaggio in America

| Scritto da Redazione
Filadelfia. Anna ed il suo viaggio in America

Era la mamma più bella del mondo. Anna Picariello e il suo viaggio verso l’America
di Mina Cappussi e Serena Lastoria –
SPECIALE UMDI NEGLI STATES. Il sogno americano raccontato attraverso gli occhi di una bambina che aveva 12 anni quando si scontrò con la tragedia dell’emigrazione.
“Ma tu sì mamma?” “E tu chi sì? So’ Nina”
(UMDI UNMONDODITALIANI) PHILADELPHIA NOV 16, 2012 - Anna Picariello è una donna che ha affrontato mille difficoltà per realizzare il tanto ambito sogno americano. Era solo una ragazzina quando si è trasferita oltreoceano come hanno fatto tanti altri italiani intorno agli anni ‘50. Oggi Anna, Nina come la chiamano affettuosamente in famiglia, vive a Philadelphia, lavora come parrucchiera, è sposata da 50 anni con il signor Franco, anche lui di origini italiane e rappresenta una delle colonne portanti della Fondazione Filitalia International presso la sede di Philadelphia. In occasione della visita negli Usa della delegazione italiana di Filitalia e della redazione di UMDI, la signora Anna ci ha concesso un’intervista in cui racconta la sua esperienza di emigrante, fatta di sacrifici e speranze che ancora oggi la commuovono.

Quali sono le sue origini?
Sono nata a Bagnoli Irpino in provincia di Avellino.

Come mai si è trasferita in America?
Ero molto giovane quando sono arrivata in America, avevo solo 16 anni e mia madre si trovava qui già da 4 anni. Lei aveva anche la cittadinanza americana grazie al padre, Antonio Di Capua, che era emigrato nel 1916. A quei tempi se uno dei due genitori aveva un'altra cittadinanza in automatico la trasmetteva anche ai suoi figli. Così mia madre, Maria Luigia Di Capua, andò lì per cercare lavoro e garantire un futuro alla sua famiglia.

Come ricorda quel periodo lontano da sua madre?
Una tragedia. Un periodo di dolore atroce che non si può dimenticare. Nel ’54 in Italia la situazione era difficile, non c’erano prospettive per il futuro e mia madre ha dovuto lasciare me che avevo solo 12 anni, un fratellino di 9 anni, Vittorio e una sorellina, Carolina, di un anno e mezzo ai quali ho fatto da mamma.

Un caso anomalo la partenza di sua mamma?
Infatti. A Bagnoli partivano solo gli uomini, andavano in Venezuela, a Montevideo, in Australia, pochissimi erano quelli che partivano per gli Stati Uniti, mentre le donne restavano in paese.

I ricordi del suo viaggio per raggiungere Philadelphia.
Era il ’59. Dovevamo partire papà e io, ma lui è stato bloccato al momento della visita medica poiché gli avevano trovato una macchia ai polmoni di cui lui non sapeva l’esistenza.

E così affrontò da sola il viaggio?
Sì con i miei fratellini più piccoli mi imbarcai sulla Cristoforo Colombo, dal porto di Napoli, il 28 gennaio 1959. Arrivammo a New York il 5 febbraio.

Cosa si aspettava di trovare e cosa trovò?

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