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Fisco. Nuovo Isee: passi avanti ma bisogna vigilare

| Scritto da Redazione
Fisco. Nuovo Isee: passi avanti ma bisogna vigilare

Il decreto che ha adottato il nuovo indicatore ha raccolto molte delle richieste dei sindacati. Eppure si sarebbero dovute prevedere le risorse necessarie alla realizzazione del nuovo sistema integrato DI C.PERNICIANO E M.GUIDOTTI

Il dpcm che ha adottato il nuovo Isee, licenziato il 3 dicembre, sembra avere raccolto molte delle richieste che Cgil, Cisl e Uil avevano posto al governo in merito alla necessità di aggiornare lo strumento, che in oltre un decennio di utilizzo aveva mostrato dei limiti. Sicuramente sono stati fatti dei passi in avanti per rendere l’Isee più equo nella definizione della capacità economica.

Pensiamo anzitutto al maggior peso della componente patrimoniale, all’inserimento dei redditi esenti Irpef o a imposta sostitutiva, moltiplicatisi in questi anni, ma anche alla nuova nozione di nucleo familiare in presenza di figli; il testo del dpcm chiarisce alcuni punti che sono stati causa di opacità (si pensi al caso di coniugi che non hanno la stessa residenza anagrafica, o ai figli di genitori non sposati e non conviventi): ora, ai fini Isee, questi faranno parte dello stesso nucleo familiare, salvo eccezioni (divorzio, abbandono, creazione di una nuova famiglia).

Viene inoltre definita la situazione per minori in preadozione e in affido. In merito alla disabilità, l’inserimento

nel computo Isee dei redditi percepiti a titolo risarcitorio, come l’indennità di accompagno, viene sostanzialmente sterilizzato attraverso un sistema di deduzioni dal reddito, relative alle spese necessarie per l’assistenza, e forfetarie in relazione alla gravità della disabilità, con maggiore attenzione alla presenza di minorenni disabili. Positivamente vanno giudicate anche le deduzioni per lavoro dipendente e pensioni, oltre alla possibilità di escludere gli assegni di mantenimento che prima erano rilevanti sia per chi li percepiva che per chi li erogava.

Un’altra significativa novità introdotta, che accoglie una nostra specifica richiesta, è l’Isee corrente, che nei casi in cui si sono verificate nella vita di almeno uno dei componenti del nucleo situazioni che hanno modificato sensibilmente la condizione economica della famiglia (un’interruzione del rapporto di lavoro, sospensione o riduzione dell’orario ecc), consente di prendere in considerazione il reddito dell’anno in corso. Le variazioni devono essere superiori al 25 per cento. Più complesso il giudizio riguardo ai controlli; questo resta il punto più delicato, e potrebbe considerarsi risolto come impostazione, ma suscita molte perplessità sulle concrete possibilità di attuazione. A tal proposito, c’è da osservare che la creazione d’un collegamento telematico, che consenta la realizzazione dei controlli automatici d’incrocio, non è solo un banale scambio di dati, ma richiede l’attivazione d’un servizio d’interoperabilità tra sistemi informativi.

Riconosciute le buone e lodevoli intenzioni del dpcm per passare concretamente dalle enunciazioni all’effettiva attuazione del collegamento, si sarebbero dovute prevedere le risorse necessarie alla realizzazione del nuovo sistema

integrato. Invece, si stabilisce che: “Ai maggiori compiti previsti … si provvede con le risorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente”. Non solo: i tempi rischiano di essere comunque lunghi rispetto all’entrata in vigore, visto che il primo provvedimento attuativo dovrà essere emanato entro 12 mesi e, nel frattempo, tutto va avanti con le autodichiarazioni in assenza di controlli reali.

Una questione, quella dei controlli, particolarmente rilevante e delicata, in quanto strettamente collegata al gravissimo problema dell’enorme evasione fiscale (istituti internazionali valutano l’entità del sommerso in 418 miliardi, 27 per cento del Pil). Il prelievo dei redditi dalle anagrafi è di certo una novità positiva, ma da sola non è sufficiente. Prelevare i dati dalle anagrafi, anziché accontentarsi delle autodichiarazioni, è un buon rimedio contro le dichiarazioni infedeli, ma relative al solo Isee; si eviteranno casi in cui un importo nella dichiarazione dei redditi non coincida con la dichiarazione Isee (pratica che si è rivelata molto diffusa). Tale modalità di prelievo dei dati non incide tuttavia su quanti evadono il fisco, i quali continueranno a usufruire di prestazioni o tariffe agevolate non spettanti. Rappresenta invece un importante passo in avanti, se realizzato, l’accesso ai dati relativi al patrimonio mobiliare (l’80 per cento dei richiedenti Isee dichiara di non possedere conti correnti). Sarebbe importante che partissero controlli ex post da parte di tutte le agenzie di verifica, e non solo dagli enti erogatori le prestazioni, nei casi di incongruenze (esempio: tra reddito e patrimonio mobiliare/immobiliare).

Di sicuro ancora minore sarebbe il rischio di richieste indebite se alla consegna della Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) venisse domandato al soggetto richiedente di firmare una liberatoria che possa consentire alle diverse amministrazioni la piena disponibilità di accesso a tutti i dati reddituali e patrimoniali. Una proposta che abbiamo già avanzato al governo, senza ascolto, e che senza oneri per lo Stato potrebbe assumere, come si è visto nei limitati casi della sua attuazione, un carattere di deterrenza.

Alla luce della profonda trasformazione dell’Isee, il sindacato ha chiesto e ottenuto la creazione di un tavolo formale di monitoraggio continuativo sull’implementazione della normativa. L’obiettivo è quello di monitorare efficacemente la fase di transizione dal vecchio al nuovo indicatore, che necessariamente comporterà un impegnativo processo di adeguamento per garantirne l’equità. È importante quindi che venga garantito all’indicatore il mantenimento della natura di livello essenziale per regolare la partecipazione alla spesa e alle prestazioni sociali agevolate. Ciò anche in considerazione del fatto che il testo approvato contiene modifiche alla quantificazione dell’Isee che potrebbero necessitare di una variazione delle soglie d’accesso finora stabilite. Sarà importante, quindi, la vigilanza delle parti sociali territoriali per meglio adattare l’indicatore alle specifiche realtà.

* Politiche fiscali Cgil

** Osservatorio contrattazione sociale Cgil

fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2013/12/20/107829/nuovo-isee-passi-avanti-ma-bisogna-vigilare

2013-12-25

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