L’UDC ticinese ad ogni elezione mostra una sistematica precisione nelle cadute di stile ”
(ROMA, 26 MARZO 2013 ) "Quando si avvicinano le elezioni, tornano alla carica con le solite cafonate propagandistiche irriverenti nei confronti dei lavoratori italiani frontalieri. Come al solito l’Unione Democratica di Centro non trova di meglio da fare che ideare slogan per manifesti elettorali, questa volta per le comunali di Lugano, Mendrisio e Terre di Pedemonte, provocatori e offensivi nei confronti dei frontalieri. Un certo modo di fare campagna elettorale che francamente poco si addice allo stile sobrio e preciso degli svizzeri. Al contrario, l’unica precisione che l’UDC ticinese ad ogni campagna elettorale sembra avere, è quella nelle cadute di stile”.
Questo il commento seccato della deputata comasca Chiara Braga, di fronte all’ennesima campagna provocatoria messa in atto dal partito dell’UDC del Canton Ticino. Dopo aver paragonato nel 2010 i lavoratori frontalieri a dei topi intenti solo a mangiare il formaggio svizzero, simbolo della ricchezza elvetica, i centristi democratici d’oltreconfine ci riprovano. E lo fanno mettendo sui manifesti gli stessi ticinesi in mutande, ridotti in quello stato, dicono, dai profittatori frontalieri.
"Tutto questo mentre restano irrisolte sul tavolo tutte le questioni serie ed importanti relative alla realtà del frontalierato, in materia fiscale, di sicurezza sociale e di politica del lavoro. Proprio per il contributo essenziale che i lavoratori frontalieri conferiscono allo sviluppo dei territori di confine e per la complessità dei temi è bene che si rilanci l'impegno anche delle istituzioni nazionali, a partire dal Governo che ci auguriamo possa presto iniziare ad occuparsi dei problemi reali del Paese, ad affrontarle in un quadro complessivo, raccogliendo le sollecitazioni venute dalle Associazioni Sindacali e dei Lavoratori dei territori di confine".
