La compagnia sud coreana E1 avvia le importazioni di pro blu non convenzionale dagli Stati uniti d'America, e rafforza la presenza di Washington in Asia. L'opportunità del gas statunitense per i mercati europei.
La rivoluzione shale è possibile, e la Corea del Sud lo vuole dimostrare con il gas statunitense. Nella giornata di giovedì, 8 Novembre, la compagnia sudcoreana E1 ha dichiarato l'acquisto, a partire del 2014, di 180 Mila tonnellate di gas liquefatto all'anno dalla compagnia USA Enterprise Products Operating.
Come riportato dall'autorevole Platts, il costo del carburante statunitense è inferiore del 10% rispetto a quello attualmente acquistato dalla Corea del Sud presso i venditori mediorientali, da cui Seoul è fortemente dipendente.
Il gas che la Corea del Sud acquisterà dagli USA è la liquefazione dello shale: oro blu presente in rocce ad alta profondità, prelevato tramite sofisticate tecniche di estrazione ad oggi attuate solo in Nordamerica.
Secondo le stime, gli Stati Uniti d'America possiedono ampi giacimenti di shale, e l'avvio dello sfruttamento di questo tipo di gas non convenzionale porterà gli USA in pochi anni ad essere il primo paese esportatore al mondo.
I risultati della potenza energetica statunitense già si vedono in Asia. La Corea del Sud è il secondo Paese asiatico con cui gli Stati Uniti d'America hanno firmato un accordo consistente per l'esportazione di gas liquefatto.
All'inizio di Ottobre, le compagnie indiane India Oil Corporation e Oil India Limited hanno rilevato il 30% della Carrizo Oil and Gas Inc: ente impegnato nell'estrazione di gas shake in Colorado.
Inoltre, il 16 Ottobre le due compagnie indiane hanno firmato con la sudcoreana Kogas un memorandum di collaborazione per l'importazione di gas liquefatto statunitense, de facto rinsaldando un'alleanza a tre sul piano energetico tra USA, India e Corea del Sud.
Quanto avviene in Asia è un'opportunità anche per l'Europa. Il Vecchio Continente è fortemente dipendente dal gas naturale acquistato dalla Russia a prezzi notevolmente alti, che potrebbero essere abbattuti se anche nel mercato europeo fosse commercializzato lo shale liquefatto degli Stati Uniti d'America.
L'operazione, sulla carta, si può fare: Washington si è detta disponibile ad esportare lo shale in Europa, e la Commissione Europea ha varato un piano per la costruzione di un alto numero di rigassificatori per importare, ed immettere nel sistema infrastrutturale energetico continentale, il gas liquefatto proveniente dagli USA.
Gli europei succubi della Russia di Putin
A contrastare l'operazione è tuttavia il comportamento di certi governi nazionali dell'Unione Europea, che frenano le iniziative della Commissione Europea in materia energetica in nome della loro stretta alleanza con la Russia di Putin.
Come riportato dallo European Voice, la Commissione Europea ha lamentato l'eccessivo ruolo degli Stati nazionali, soprattutto di Germania e Francia, nelle politiche energetiche nazionali.
In particolare, i Governi nazionali hanno stretto accordi con monopoli extraeuropei, come la compagnia statale russa, Gazprom, leader nella compravendita di gas nel mercato UE - ed hanno rallentato l'applicazione del Terzo Pacchetto Energetico.
Questa legge dell'Unione Europea prevede la creazione, e la liberalizzazione, di un mercato unico dell'energia, e vieta ad enti monopolisti il controllo congiunto della compravendita di gas e del suo trasporto.
Nel mese di Settembre, la Commissione Europea ha aperto un'inchiesta ufficiale su Gazprom per via delle ingiuste condizioni contrattuali imposte ai Paesi dell'Europa Centro-Orientale.
Inoltre, Bruxelles ha varato un piano per la diversificazione delle forniture che, oltre ai terminali per l'importazione di gas liquefatto, prevede il trasporto diretto di oro blu dall'Azerbaijan grazie alla costruzione di nuovi gasdotti.
Il piano di indipendenza dell'UE, e il progetto di alleanza energetica con gli Stati Uniti d'America, è messo in forse dall'atteggiamento di singoli Paesi nazionali che, guidati dall'asse Berlino-Parigi, restano succubi della Russia di Putin.
Mosca è una potenza dalle rinate velleità imperiali che si forgia dell'arma energetica per raggiungere lo scopo politico di mantenere la propria egemonia nel Vecchio Continente, ed impedire ad UE ed USA di tessere un'alleanza che, sul piano del gas, rilancerebbe l'Occidente su scala globale.
Matteo Cazzulani