Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.00

Il vice premier russo Novak: il petrolio potrebbero salire a 300 -500 dollari al barile

Usa e UK non importeranno più petrolio russo. Mosca: congelamento delle esportazioni di uranio negli Usa

| Scritto da Redazione
Il vice premier russo Novak: il petrolio potrebbero salire a 300 -500 dollari al barile

Oggi  sul mercato dei futures dell’ICE di Londra il prezzo di un barile di greggio Brent, con consegna a maggio, è salito di oltre il 6%, attestandosi a 114,82 dollari e il vice primo ministro russo Alexander Novak ha detto che «Se i Paesi occidentali rinunciano al petrolio dalla Russia, i prezzi mondiali del carburante potrebbero salire fino a 300 al barile, I prezzi del petrolio saranno convenzionalmente di 300 dollari e alcuni dicono 500 dollari».

Novak ha anche sottolineato che «Mosca sta studiando la diversificazione delle forniture di petrolio.  Il  petrolio non viene, in generale, trasf portato con oleodotti. In generale, si tratta di petroliere che possono essere inviate in altre regioni. Le imprese stanno già creando schemi e catene logistiche, mentre le autorità stanno calcolando anche gli scenari più difficili».

Il vicepremier russo ha anche evidenziato che «Se il petrolio viene venduto a prezzo scontato (come sta già facendo) sarà comprato con piacere. Guadagneremo meno, ma saremo in grado di vendere il petrolio . Attualmente è molto più importante mantenere il volume di produzione di idrocarburi».

E’ evidente che la Russia pensa di inondare f di petrolio Paesi come Cina e India e che è per questo che le monarchie assolute del Golfo, fedelissime alleate degli Usa, hanno respinto le richieste di Washington di boicottare la Russia.

Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato il divieto di importazione di petrolio, alcuni prodotti petroliferi, gas naturale liquefatto e carbone dalla Russia e il governo britannico  ha detto che smetterà di acquistare petrolio e prodotti petroliferi russi entro la fine del 2022. Novak ha fatto notare che «Questo avrebbe  scarso effetto sulla Russia, poiché i volumi delle forniture a questi Paesi erano piccoli». Poi ha concluso: «Una delle risposte al divieto di Washington di acquistare petrolio russo potrebbe essere il congelamento delle esportazioni di uranio nel paese nordamericano».

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