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GAS: LA CROAZIA SCEGLIE IL SOUTHSTREAM

| Scritto da Redazione
GAS: LA CROAZIA SCEGLIE IL SOUTHSTREAM

Il Governo croato firma un accordo con il monopolista statale russo del gas, Gazprom, per la costruzione di una diramazione del Gasdotto Ortodosso. La scelta di Zagabria mette a serio repentaglio i disegni di indipendenza energetica approntati dall'UE

 

L'espansione in Europa del monopolista russo del gas, Gazprom, coinvolge un altro Paese che, dopo la Serbia, in Unione Europea ci deve ancora entrare. Giovedì, 17 Gennaio, Gazprom ha concordato con la compagnia energetica croata Plinacro la costruzione in Croazia di un ramo del Southstream di 100 chilometri di lunghezza, dalla portata di 2,7 Miliardi di metri cubi di gas all'anno.

 

Noto anche come Gasdotto Ortodosso, il Southstream è un progetto concepito per rifornire l'Europa di 63 Miliardi di metri cubi di gas, collegando la Russia al terminale di Baumgarten, in Austria, tramite Bulgaria, Serbia, Ungheria, Slovenia e Italia.

 

Come riportato da Gazeta Wyborcza, la costruzione della diramazione del Southstream in Croazia è dovuta alla nuova politica energetica di Zagabria: sia il Governo socialista-liberale, che il Presidente, Ivo Josipovic - anch'egli un esponente socialdemocratico - sostengono infatti relazioni più strette con la Russia.

 

Una dimostrazione dell'attenzione prestata dalle Autorità croate a Mosca la si è avuta nel Novembre 2012, quando Zagabria ha proposto invano a Gazprom di includere la Croazia al posto dell'Ungheria nella lista dei Paesi di transito della tratta principale del Southstream in Europa Centrale.

 

Differente è stata la politica energetica di Zagabria nel periodo precedente alle Elezioni Parlamentari del 2011, quando il Governo dell'Unione Democratica Croata, guidato dall'ex-Primo Ministro, Jadranka Kosor, per garantire alla Croazia una considerevole indipendenza energetica ha limitato la quantità di oro blu importata dalla Russia a 1,2 miliardi di metri cubi all'anno ed ha firmato importanti contratti per le forniture di gas con il colosso italiano ENI e la compagnia ungherese MOL.

 

La costruzione del ramo del Southstream in Croazia aumenta la presenza della Russia nel mercato energetico di un altro dei Paesi della Penisola Balcanica prossimo all'ingresso nell'UE.

 

Mosca - che si avvale del gas per realizzare lo scopo politico di impedire il costituirsi di un'Europa unita, anche sul piano energetico - detiene il controllo delle forniture di oro blu di tutti i Paesi membri dell'UE, è forte del sostegno politico di Francia, Germania, Belgio, Ungheria e Slovenia, ed è saldamente presente nei mercati energetici tedesco, sloveno, di quello della Serbia e della Repubblica Ceca.

 

Zagabria mette a rischio la realizzazione del Corridoio Nord-Sud

 

In particolare, la scelta di campo filorussa della Croazia - avvenuta a pochi mesi dall'ingresso ufficiale di Zagabria nell'UE - ha notevoli ripercussioni per quanto riguarda la sicurezza energetica dell'Unione Europea e, più nello specifico, la realizzazione del Corridoio Nord-Sud.

 

Quest'infrastruttura è un fascio di gasdotti progettato dalla Commissione Europea per veicolare in Europa Centrale gas liquefatto proveniente da Qatar, Norvegia e Stati Uniti d'America importato tramite i rigassificatori di Swinoujscie, in Polonia, e di quello dell'isola croata di Krk.

 

A mettere a serio repentaglio la realizzazione del Corridoio Nord Sud - che ha lo scopo di diminuire la dipendenza dell'UE dalle forniture di oro blu della Russia, che ad oggi soddisfano il 40% del fabbisogno totale dell'Europa di gas - è stata anche la recente evoluzione della Repubblica Ceca da Paese chiave per il progetto UE ad importante Stato di transito del gas russo in Europa Centrale e Occidentale.

 

Con la costruzione del gasdotto GAZELLE, Praga smista verso Germania, Francia, Slovacchia, Polonia e Ungheria il gas che la Russia esporta in territorio tedesco tramite il Nordstream: infrastruttura realizzata da Gazprom sul fondale del Mar Baltico per rifornire l'Europa di 55 miliardi di metri cubi di or blu all'anno, e bypassare Paesi UE osteggiati dal Cremlino come Polonia e Stati Baltici.

 

Matteo Cazzulani

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