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Gestione del farmaco, benessere animale, biosicurezza in allevamento

| Scritto da Redazione
Gestione del farmaco, benessere animale, biosicurezza in allevamento

La salute del bestiame è un elemento imprescindibile per tutelare la salute del consumatore.
Cosa si sta facendo in Italia?

Il settore avicolo a livello europeo sarà esaminato con i maggiori specialisti internazionali nell'ambito del primo International Poultry Forum, in programma alla Fiera di Cremona il 24 ottobre 2013.

L’implementazione della biosicurezza in allevamento ha garantito il raggiungimento di risultati importanti, come la produzione, nel 2012, di oltre 12 miliardi di uova.

Su questo fronte il settore avicolo è impegnato da tempo e alla prima edizione dell’International Poultry Forum che CremonaFiere ospiterà il 24 ottobre 2013, allevatore e tecnici avranno occasione di approfondire ulteriormente questi aspetti. Alessandra Piccirillo, del Dipartimento Sanità Pubblica, Patologia Comparata e Igiene Veterinaria dell’Università di Padova, che sarà tra i relatori  al convegno previsto la mattina sulle strategie per ridurre l’uso degli antimicrobici, ci introduce al tema.

Professoressa Piccirillo, quanto e come è migliorata la salute delle galline ovaiole negli allevamenti italiani in questi ultimi anni?

“Come in altri settori dell’avicoltura – spiega la docente – anche l’allevamento delle galline ovaiole ha risentito di un miglioramento generale. E’ difficile stimarlo in termini sanitari perché l’implementazione delle biosicurezze che si è avuta negli ultimi anni ha imposto investimenti economici che avranno un impatto sul lungo periodo. I numeri danno comunque un’idea della buona conduzione sanitaria degli allevamenti italiani: nel 2012 sono stati prodotti oltre 12 miliardi di uova per coprire il fabbisogno nazionale che si aggira sui 13 kg di uova/procapite”.

Il miglioramento dello stato di salute delle galline ovaiole è frutto dell’interazione di più fattori

Cosa ha contribuito a questo miglioramento?

“L’interazione di più fattori che devono giocare in squadra: biosicurezza nel senso più ampio del termine, nutrizione, selezione genetica e management sono i principali”.

La normativa sul benessere, che prevede l'allevamento a terra, potrebbe causare l'insorgenza e/o la diffusione di malattie infettive?

“Come ogni tecnologia nuova l’allevamento a terra, conforme alle nuove direttive europee, può inizialmente rivelarsi peggiorativo della salute dell’animale e della qualità dell’uovo. L’allevamento in gabbia ha permesso l’espansione di questo comparto anche grazie alla riduzione di tutte le patologie a ciclo oro-fecale come le parassitosi, le salmonellosi e le clostridiosi. L’allevamento a terra implica un maggior controllo di queste patologie con piani di profilassi diretta e indiretta più accurate e quindi anche più costose. Penso però che dopo un periodo di rodaggio di queste nuove tipologie di allevamento, la situazione sanitaria si stabilizzerà raggiungendo i valori ottimali che erano presenti nell’allevamento in gabbie tradizionali. Questo sarà possibile anche se il consumatore o meglio, la grande distribuzione organizzata, sarà disponibile a venire incontro all’allevatore che sta affrontando investimenti enormi per adeguarsi alla normativa”.

In Italia la gestione del farmaco è vincolata a procedure molto severe. Non è così nella maggior parte dei Paesi europei.

Qual è la situazione in Europa rispetto alla gestione del farmaco?

“La gestione del farmaco è regolamentata da normative europee, anche se a livello nazionale sia la struttura sanitaria veterinaria che la gestione della prescrizione e vendita del farmaco veterinario è molto diversificata. In Italia abbiamo probabilmente il sistema sanitario veterinario più avanzato ed efficiente in quanto il controllo degli allevamenti, del farmaco e degli alimenti di origine animale spettano a veterinari pubblici, contrariamente a quanto avviene nella maggior parte dei Paesi europei. Rispetto al  farmaco – conclude Alessandra Piccirillo -  in Italia la prescrizione deve essere effettuata in triplice copia di cui una mandata al farmacista, una consegnata in Asl e una trattenuta dall’allevatore per almeno 5 anni. Questo comporta un’accurata tracciabilità del farmaco e del suo uso da parte delle autorità competenti, in primis i veterinari pubblici”.

Ufficio Comunicazione di CremonaFiere Chief Communications Officer of CremonaFiere Tel. +39 0372-598206

2013-07-30

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