Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 01.42

Giù le mani dalla Grecia | Sergio Denti

| Scritto da Redazione
Giù le mani dalla Grecia | Sergio Denti

Certo, potrebbe dire qualcuno, se non si fosse provato ad aiutarlo, il paziente ora sarebbe morto. In altre parole, senza l’intervento dell’Europa la Grecia sarebbe già in default e fuori dall’euro. Ma, appunto, è giusto questo accanimento terapeutico? È sempre opportuno tentare di salvare la nave? Se la situazione è disperata, non è meglio che i passeggeri la abbandonino? Ecco il problema: ha senso intestardirsi ad aiutare la Grecia? E ancora: la si sta aiutando, attualmente, o la si sta inutilmente spingendo alla disperazione? Come si può pensare che provocando una feroce recessione si guarisca dal deficit e si risani il debito pubblico?

È inutile che si dica, come si sente da ogni parte, che il collasso della Grecia avrebbe conseguenze gravissime su tutta l’Europa. Nessuno sostiene che sarebbe una scampagnata. Il problema è: si può evitare? E come? E se non si può evitare, a che scopo bruciare ancora denaro, e tenere quel Paese sulla graticola, con l’illusione di essere vittima dell’Europa, se la conclusione è già scritta? Con un totale reset, un azzeramento della situazione, almeno i greci saprebbero che devono cavarsela da soli, che nessuno li aiuta ma nessuno li maltratta. E che nessuno, all’estero, è colpevole dei loro guai.

Ci rendiamo conto che i Paesi che detengono titoli di Stato greci, per somme ben più cospicue di quelle spese fino ad ora per sostenere quel governo, siano spaventati. Alcune loro banche rischiano di seguire la Grecia nel default ma, ancora una volta, non si sa per quanto tempo si potrà evitare di calare le carte e vedere il gioco di tutti. E dal momento che il crollo della Grecia potrebbe innescare una tempesta finanziaria, sarebbe forse opportuno vedere in anticipo quali Paesi salvare, costi quel che costi, e quali Paesi abbandonare, costi quel che costi. Si potrebbero lasciare al loro destino, per dire, Grecia e Portogallo, e salvare ad ogni costo Spagna e Italia. Forse l’Europa riuscirebbe a sopportare le conseguenze dell’abbandono di quei due piccoli Paesi, certo non resisterebbe al crollo dell’Italia e non parliamo del crollo di Italia e Spagna insieme.

Quello che sta succedendo è talmente irrazionale che, nel voler salvaguardare fino all’ultimo euro del profitto bancario, si arriva a perturbare l’equilibrio finanziario di cui le banche stesse hanno bisogno per continuare a guadagnare denaro.

Come sappiamo, le banche oggi si trovano quasi completamente de-capitalizzate in conseguenza della crisi prodotta dall’accumulazione massiccia di spazzatura finanziaria degli ultimi anni. Da qui consegue che la Banca Centrale Europea (trasformata in finanziatrice delle banche private invece di esserlo dei  governi, come deve fare qualunque banca centrale) deve fornire a queste tutto il denaro di cui hanno bisogno.

Così nella Banca Centrale Europea si da il via all’1% (alle banche) perché le banche private ,tra l' atro, finanzino la Grecia a tassi di interesse molto più elevati . Ma, come conseguenza di tassi così alti che provocano le pressioni della stessa banca, e delle politiche imposte dalle autorità che la difendono, il rischio di non pagamento è ogni volta più alto. Così alto che sicuramente la banca dovrà rinunciare a riscuotere una buona parte del debito. Cosa che porta la Banca Centrale Europea a intervenire ma, invece che salvando la Grecia, salvando nuovamente la banca privata, comprando titoli ad alto rischio nel cosiddetto mercato secondario, cioè spostando di nuovo i rischi dalle banche private a se stessa.

E’ così che le autorità europee permettono che le banche private facciano affari d’oro sulla pelle del popolo greco. L’obiettivo non è altro che rendergli facile il risanamento dei bilanci senza smettere di ottenere pingui profitti con il denaro della banca centrale, con la fonte inestinguibile di debito che nasce dalla Grecia (perché le autorità le impongono di indebitarsi per pagare il debito) e con gli acquisti della Banca Centrale Europea.  Un affare bello e buono perché il conto lo paga un altro: il popolo greco.

L’operazione è crudele al massimo grado. Perché il piano funzioni bisogna succhiare tutto il profitto possibile dal debito della Grecia ma bisogna farlo evitando che il sistema finanziario europeo collassi (cosa che potrebbe succedere se l’economia greca giunge alla completa estenuazione e smette di  pagare del tutto), per cui è necessario che la Grecia agonizzi (facendo  salire al massimo il suo tasso di rischio) ma senza perdere del tutto la vita.

La realtà è chiara. La Grecia non è in grado di ripagare i propri debiti. Le ricette proposte da Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea e dalla Merkel non porteranno alla rinascita dell’economia ellenica ma al suo definitivo dissanguamento. E se il popolo ellenico vuole abbandonare l’euro nessuno deve impedirglielo.

Insomma ripristiniamo le regole della democrazia e anche quelle del libero mercato, che prevede grandi guadagni, ma anche le giuste perdite per chi sbaglia. E’ così scandaloso?

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