Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 18.50

Gli emigrati italiani non sempre sono tornati nel loro paese di Igor Paulinich (Cremona)

Ai primi del Novecento l’emigrazione italiana fu un fenomeno massivo, specialmente se diretta verso gli Stati Uniti d’America

| Scritto da Redazione
Gli emigrati italiani non sempre sono tornati nel loro paese di Igor Paulinich (Cremona)

Gentile direttore, (…) posso commentare con gioia che una volta tanto si parla di emigrazione e non di immigrazione. Ai primi del Novecento l’emigrazione italiana fu un fenomeno massivo, specialmente se diretta verso gli Stati Uniti d’America; ne è testimonianza una famosissima fotografia e un’antologia di poesie di italiani migrati negli Usa pubblicata una dozzina d’anni fa dall’editore Crocetti. Negli stessi anni Edmondo De Amicis si imbarcò su un transatlantico di migranti italiani diretti nelle Americhe (esattamente in Uruguay) e ne trasse un diario di viaggio, dal titolo ‘Sull’Oceano’, mai riconosciuto dalla critica italiana perché troppo impegnata a riconoscere il valore formativo ed educativo del libro ‘Cuore’. Entrambe le testimonianze letterarie hanno a mio parere titolo di eccellenza. L’emigrazione italiana verso America e Oceania proseguì per tutto il Novecento e ho qualche lontano parente che l’ha intrapresa. Veniamo alla metà degli anni dieci del ventunesimo secolo: i racconti che posso riferire con maggiore polso sono quelli dei miei alunni.

All’ultimo anno delle superiori, specialmente i più dotati, dicono che andranno all’estero, generalmente in Europa del nord, solo per studiare, poi torneranno, certi che il loro Paese ne riconoscerà il valore.

Poi avranno là dove sono un’eccezionale offerta di lavoro solo di prova che si limiterà a qualche mese; poi saranno riconfermati. Poi arriverà un partner che sarà ingiusto lasciare per ritornare in Italia, con lui o lei si sta troppo bene! Poi con quel o quella partner ci si sposerà e nasceranno bambini, intanto il lavoro andrà avanti e ci saranno asili nido a costo zero o quasi. I bimbi avranno doppia cittadinanza, non si sa mai, ma intanto si resterà dove loro sono nati. Un caso diverso è rappresentato da alunni più piccoli che vanno al seguito dei genitori, non infrequentemente migrati qui dall’Africa o dall’Europa dell’est. I loro genitori hanno attività che vanno un po’male ma promettono, in nord Europa, di guadagnare tanto da risistemarle. Poi i ragazzi vengono iscritti alla nuova scuola, fanno nuove amicizie e l’attività avviata in Italia... verrà chiusa. Non pretendo di dire tutta la verità, ma solo uno sprazzo. Chi migra promette sempre di tornare, come fece Giovanni Drogo alla sua Maria quando partì per la fortezza Bastiani.

Igor Paulinich (Cremona)

4008 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online