Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.46

Governo e governabilità, consenso e fiducia | Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Governo e governabilità, consenso e fiducia | Rosario Amico Roxas

Quasi 18 anni  di mal governo hanno modificato anche il senso delle parole; l’Italia ha subito un governo che non ha governato, ma gaudente di consenso senza fiducia, il risultato è a portata di …portafogli.

La ricerca incessante del consenso ha trasformato la politica in un continuo sondaggio, alla ricerca dei “desiderata” della maggioranza , che in tal modo avrebbe espresso il suo consenso. Ma si è trattato sempre di maggioranze diverse, per cui diversi, e spesso contraddittori,  i provvedimenti assunti da quello pseudo governo, ma sempre indirizzati a perseguire le voglie di una maggioranza, di volta in volta differente se non contrapposta alla precedente.

Per realizzare un andamento così fallimentare occorreva riempire le poltrone istituzionali con ministri senza né arte né parte, incapaci di contrastare le decisioni del premier e inetti anche nel realizzare gli ordini, sono, così, arrivati ai vertici delle istituzioni governative ministri e ministresse che hanno materializzato la vergogna  sia a livello nazionale che internazionale; precisa e impietosa la definizione che ne diede  la ormai ex moglie Veronica, che identificò quel governo come “ciarpame politico”.

Quei pochissimi con modestissime capacità entravano al governo a condizione di non discutere  i piani criminali del capo; in caso dell’esercizio del diritto alla parola allora scattava, come è scattato, il licenziamento in tronco; ne sa qualcosa Fini, espulso e  sostituito da corrotti allettati dalle promesse del corruttore.

L’andamento vertiginoso della “crisi che non c’era” costrinse Berlusconi a fuggire lontano, per non dover assumere decisioni contrarie ai suoi personali interessi, che aveva già  iniziato a perfezionare regalando, come presidente del consiglio, le frequenze TV al Berlusconi padrone di  quella mediaset in gravo situazione pre-fallimentare. Ora a parole sostiene il governo Monti, ma dal megafono rappresentato dal maggiordomo politici Angelino Al Fano, impartisce i suoi dictat, minacciando di togliere la spine e rigettare il paese nel caos più assoluto.

Già è riuscito a far pendere il piatto della bilancia dell’equità dalla parte di quel 15% della popolazione che detiene il 50% della ricchezza nazionale; è in attesa che venga depenalizzato il reato di concussione per salvarsi anche dal processo Ruby, come si è salvato in prescrizione in zona cesarini, con una discutibile sentenza.  Fin ora ha evitato che venga riproposto come reato il falso in bilancio, vero handicap agli investimenti stranieri in Italia, dove nessun investitore rischierebbe un  euro, ben sapendo che il falso in bilancio è il pane quotidiano  lievitato dal governo Berlusconi, ma i suoi fedeli servitori sono lì al varco.

Monti sta governando con la fiducia di gran parte degli italiani, ma ancora non è riuscito a superare gli ostacoli che dall’interno della sua tenda dove si è nascosto, gli vengono frapporti tra gli impegni e le realizzazioni, condizionato dall’esigenza di un agire diplomatico, pur se talvolta lascia intuire i suoi  pensieri.

Vorrebbe poter essere equo nelle decisioni e penalizzare tutti “secondo  le possibilità di ciascuno” ma l’egoismo della classe opulenta ne rallenta l’azione, vanificando gli intenti.

 

Rosario Amico Roxas

 

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