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Il comune di Cremona consegna le carte di Emilio Zanoni all’Archivio di Stato

Carte e manoscritti di Emilio Zanoni depositati all’Archivio di Stato. Ne trarrà sicuro giovamento la cultura cremonese

| Scritto da Redazione
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Consegna da parte del Comune di Cremona all’Archivio di Stato di Cremona delle carte di Emilio Zanoni

(sindaco di Cremona, 1970-1980)

Venerdì 16 gennaio 2015, ore 17.00

Sala Conferenze, Archivio di Stato di Cremona – Via Antica Porta Tintoria, 2 – Cremona

Interverranno:

ANGELA BELLARDI – direttore Archivio di Stato di Cremona

GIANLUCA GALIMBERTI – sindaco Comune di Cremona

MAURA RUGGERI – vicesindaco Comune di Cremona

ROSITA VIOLA – assessore Comune di Cremona

CLARA ROSSINI – presidente Associazione Emilio Zanoni

AGOSTINO MELEGA – esperto in poesia dialettale

GIUSEPPE AZZONI – ANPI, curatore di una prima ricognizione del fondo

Sull’iniziativa le riflessioni dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione ' Emilio Zanoni '

Con il già avvenuto trasferimento materiale ed, oggi, verrebbe da dire, con la simbolica punzonatura, il fondo delle carte e dei manoscritti di Emilio Zanoni conseguono un approdo  conveniente, sia per destinazione fisica sia per opportunità di fruizione, alla loro natura, al profilo del personaggio che le ha detenute in vita, al desiderio di molti di accedervi e di trarne spunti per l’arricchimento del proprio sapere.

L’anno passato e quello appena iniziato coincidono con il 100° della nascita ed il 20° della scomparsa di Emilio Zanoni; la cui figura, soprattutto sul piano politico-istituzionale e storico, è già stata oggetto di interessanti approfondimenti.

Prima, gli amici per rapporto personale e per comune testimonianza politica ed istituzionale e, poi, l’Associazione, che è sorta nel suo nome per divulgare e tenere fede ai valori che hanno connotato l’intera esistenza, sono stati indefettibilmente orientati dall’ansia di operare, affinché le fonti materiali, su cui andò sedimentandosi un così imponente bagaglio di cultura e di umanità, non andassero disperse.

Anche se ciò induce mestizia, il destino di solitudine insito nel crepuscolo esistenziale delle persone prive, in senso legale, di eredi comporta anche l’incertezza sugli incerti approdi, dopo il distacco, delle cose che hanno accompagnato la vita, delle cose, in particolare più care.  Che, a prescindere dalla consuetudine di possesso materiale, hanno avuto valore, perché sono state occasione e strumento di acculturazione, di formazione del pensiero, di relazione comunitaria.

Non siamo così presuntuosi da proporci come esegeti delle intime volontà dell’indimenticato nostro compagno, con cui abbiamo condiviso idealismi, militanza, momenti di vita, amicizia. Ma pensiamo di non essere troppo lontani dal vero, quando azzardiamo che l’aliquota dei beni (materiali) intrasportabili nell’aldilà non costituisse per lui  motivo di inquietudine.

Non per una disposizione aristocratica, incongrua culturalmente e socialmente, per una persona dalle origini non particolarmente favorite e, soprattutto, per un conclamato distacco da stili di vita sopra le righe.

Si suol dire che dietro uomini di valore vivono donne di valore. Emilio Zanoni, dopo la prematura scomparsa di quattro congiunti e dopo la scelta di non farsi una propria famiglia, ebbe sempre avuto a fianco una donna di valore: la sorella professoressa Mina. Con la quale non deve aver meditato a lungo sulla destinazione dei beni materiali accumulati da vite di lavoro e da propensioni particolarmente sobrie.

Ispirati con buona probabilità dalla massima ebraica, per la quale le bare sono prive di tasche, deve essere loro venuta in automatico la conclusione di destinare quanto sarebbe restato alla comunità, che tanto avevano amato e servito.

E’ noto che la ricca biblioteca è stata devoluta all’Almo Collegio Borromeo, cui Zanoni Emilio, di Enea e fu Cipelletti Rosa, accedette per il primo anno del corso di giurisprudenza, a seguito della determina di ammissione, vergata il 17 ottobre 1933 XI EF dal Patrono Gilberto Borromeo.

Lì avrebbe compiuto con regolarità e con merito (senza dei quali, per inciso, né sarebbe acceduto né sarebbe stato mantenuto) tutti gli studi giuridici; al termine dei quali avrebbe conseguito, nell’anno accademico 36/37, la laurea con la tesi “Actio praeceptis verbis nel medioevo”, relatore prof. Pietro Vaccari.

L’esperienza degli studi universitari, brillantemente adempiuti, rappresenta, per la personalità di Zanoni, qualcosa di più di un traguardo educativo e formativo e costituisce, per noi posteri, rimando per riflessioni e di monito, disassuefatti dall’omologazione egualitaristica, vera cifra della pretesa di ascensione sociale senza merito e continuità d’impegno.

Di quella consapevolezza etico-morale, che ha ispirato l’esistenza e la testimonianza civile, è dimostrazione la cura con sono stati tramandati a noi, che li abbiamo depositati nelle mani della Direttrice dell’Archivio di Stato, quella determina e quella tesi di laurea.

Con quelle credenziali accademiche, con quella viva intelligenza, con quella curiosità insaziabile per la cultura, al giovane Zanoni quasi ottant’anni fa si sarebbero potute aprire molte porte sociali e molte prospettive professionali; solo che avesse voluto.

Volle, invece, occuparsi delle cose che riteneva potessero dare un senso alla sua esistenza: il giornalismo, la buona politica, l’impegno nelle istituzioni, l’afflato verso gli ultimi.

Da queste premesse non poteva che scaturire la scelta di nominare erede universale dei loro beni la Municipalità.

In un profilo, consono con il loro stile, di riservatezza; che, tuttavia, non esimerebbe l’erede dal darne, quando ritenesse, conto.

Non solo per una ragione di trasparenza; ma per l’opportunità che la pubblica amministrazione ha di incoraggiare, con l’autorevolezza certificata dalla chiarezza e dal buon impiego dei lasciti testamentari, gesti di liberalità comunitaria.

Se Cremona dispone ancora di una solida e qualificata rete di servizi assistenziali e caritativi, tanto apprezzati specialmente nelle difficili temperie, lo si deve a questo impulso di generosità verso la comunità e verso i cittadini più deboli.

Ricordarlo ogni tanto, con le parole e, soprattutto, con gesti e  opere (coerenti con questi slanci) serve sicuramente a non sopire questo fecondo impulso della nostra comunità.

Recuperando lo spunto incipitario, da cui siamo partiti, oggi finisce qui, per il fondo delle carte e dei manoscritti, un percorso non esattamente specchiato dei beni, oseremmo dire, “immateriali” dell’eredità Zanoni.

Il buon esito, non si sa se più per dispettose peripezie ovvero per colpevoli incurie, della vicenda, per cui avevamo, inutilmente bisognerebbe aggiungere, chiesto ragione ed attivato iniziative, apre ora scenari concreti per un proficuo utilizzo.

Quando domineddio volle, la ruota degli esposti ha ricevuto, per meritevole impegno di Giuseppe Azzoni, cui siamo profondamente grati, i documenti, in parte qui esposti, che vengono, per volontà della Giunta e per nostra pressante richiesta, qui depositati in regime di comodato.  Per ciò si sono molto prodigati il Vicesindaco Maura Ruggeri e l’Assessore Rosita Viola. Come molto si è prodigata con disponibilità concreta e con validi indirizzi la Dott. Bellardi, cui rivolgiamo un grato plauso.

Azzoni ha, però, fatto anche di più: li ha ordinati e catalogati e, per la parte afferente alla Liberazione (sol se si pensa che siamo nell’anno del 70° anniversario) proficuamente  già utilizzati. 

Pure ordinata, catalogata e trascritta dal carissimo amico Agostino Melega, è la parte che attiene alla cospicua ed interessantissima produzione poetica vernacolare di Zanoni. Che costituirà il pentagramma della serata celebrativa, in occasione del 20° della scomparsa, fissata per lunedì 23 febbraio presso il teatro Filodrammatici, gentilmente concesso dal presidente Giorgio Mantovani.

Queste due significative iniziative verranno implementate dal prossimo conferimento all’Archivio di Stato, del fondo documentale appartenuto alla Federazione del PSI, in fase di riordino, catalogazione ed informatizzazione.

Forse è, qui ed ancora, il caso di far menzione del progetto, che sosteniamo almeno da un decennio, per la costituzione della rete della memoria storica della vita politica ed istituzionale del territorio provinciale.

Sul nostro territorio operano, nel silenzio e spesso nel riserbo, quando non nella generale noncuranza, importanti attività associative impegnate nella preservazione e nella divulgazione delle fonti documentali e delle testimonianze orali.

Ne citiamo solo due: il centro Galmozzi di Crema e l’archivio storico della Camera del Lavoro.

Non vogliamo applicarci ad inutile retoriche sul valore delle consapevolezze del passato;, ma cogliere solamente l’opportunità di perorare il progetto di dar vita alla casa della memoria, come potremmo definirla: un luogo fisico in cui recuperare e custodire le fonti, ma anche un sito immateriale fatto di opportunità di conoscenze e di collegamenti per la mappatura dei depositi. Oltre che, ben s’intende, di sollecitazione, specie se rivolta al mondo della scuola, dell’università e dei centri bibliotecari, alla ricerca, all’approfondimento, alla divulgazione.

Non è né un’alzata d’ingegno né un inedito. Alle pubbliche istituzioni costerebbe niente; solo l’incomodo del coordinamento.

Speriamo solo che in uno scenario, in cui le sgangheratezze emergono ogni giorno di più e di cui le peripezie del fondo Zanoni, per quanto concluse positivamente, costituiscono una traccia non commendevole ma archiviata da un deciso snodo.

L’Associazione che ne prende il nome è prossima a trarre conseguenze dall’esaurimento (e non certo in dipendenza della propria volontà) delle condizioni e delle possibilità per fronteggiare i propri fini statutari.

Ingravescente aetate, è, oltre, si parva licet, che per il papi quiescenti, anche per noi giusta causa per gettare la spugna. Certamente ha pesato e pesa la non appartenenza ai collateralismi ai centri del potere politico ed istituzionale; senza dei quali è improbo resistere, come abbiamo fatto noi, oltre un quindicennio. Per di più, potendo contare solo sulla nostra abnegazione e sulla nostra autonomia finanziaria.

Se ci è permesso, desidereremmo segnalare due opportunità per ricordare degnamente il contributo di Emilio Zanoni alla cultura della sua città: la collazione e la ristampa della sua produzione giornalistica e la digitalizzazione delle edizioni de L’Eco del Popolo, la testata politica più antica, cui dedicò rilevanti energie.

1° Foto: Emilio Zanoni

2° Foto: Frontespizio Tesi di Laurea Zanoni

3° Foto : ANGELA BELLARDI – direttore Archivio di Stato di Cremona

 

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