Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 01.05

IL GIORNALISTA

CAPITOLO 26

| Scritto da Redazione
IL  GIORNALISTA
IL GIORNALISTA
 
Capitolo XXVI
 
All’arrivo della polizia, Amedeo, continuò a fingere di essere desolato, spaventato e colpevole della morte della donna.
Le forze dell’ordine, che lo conoscevano, lo allontanarono dal luogo della tragedia e lo rassicurarono che non era colpa sua.
Ma di un omicidio colposo si trattava.
«Ma è pur sempre morta una donna! Sono stato io a spingerla!» fingeva di piangere simulando spasmi.
La polizia non poteva rimanere con lui, lasciandolo a due dei suoi reporter non appena lo raggiunsero; uno di loro se lo prese in carico, accompagnandolo all’ambulanza e spiegando agli assistenti quello che era successo.
Venne caricato in ambulanza e portato in ospedale per essere visitato e aiutato a superare lo stato di shock.
Rimase sotto osservazione per tutto il giorno, nel frattempo gli fecero visita due ispettori che gli posero alcune domande.
«Vedete, ispettori, io ero lì per andare a Milano a trovare mia sorella, quando sento spari e urla. Sono un giornalista, quindi ero rimasto con il sangue freddo; poi ho visto arrivare quest’uomo mascherato con un passamontagna, non saprei darvi una descrizione del volto. Sembrava un uomo di statura media, ma non aspettandomi una tragedia, ho prestato più attenzione a formulare un articolo nella la mia testa.
«L’uomo raggiunse la mia stessa fermata del treno, tutti cominciarono ad indietreggiare e involontariamente, ho fatto così anche io, andando poi contro la donna: mi sono girato e la vidi cadere sulle rotaie. Quella stessa disattenzione, avrebbe potuto far cadere me al suo posto, mi sento terribilmente in colpa, agenti...»
«Lei non ha visto la donna fino a quando non le è andata addosso e si è girato per vedere. Mi conferma che è andata così?»
 
To be continued...
 
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