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Il punto di Rosario Amico Roxas. Decamerone 2016

Avverte Roxas: «Si consiglia la lettura solo ai maggiorenni»

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Decamerone 2016

667 pagine zeppe della descrizione di “cene eleganti” finanziate da un novello ser Cepparello, che nella nostra analisi non è lo sfaccendato che narra le sue disavventure, bensì, all’epoca dei fatti narrati, addirittura il presidente del consiglio di una nazione tra le prime otto del pianeta. Le cene eleganti, con un prim’attore al vertice dell’Esecutivo nazionale, non servivano per estraniarsi dalla peste nera, bensì per esaltare i momenti gaudenti dell’insaziabile finanziatore, circondato da una schiera di fannulloni, impegnati a racimolare fanciulle giovani, disinibite, disponibili, pronte a soddisfare tutte le fantasiose voglie del padrone di casa. Quindi le fanciulle, almeno una ventina per movimentare la cena, che dovevano, per precisi impegni assunti con i vettori, dichiararsi “innamorate” del satrapo, e, quindi non retribuite come si conviene per l’esercizio della professione più antica del mondo, bensì sollecitate ad accettare “regali” in moneta sonante. La dichiarazione d’amore avrebbe assolto le fanciulle dalla identificazione che avrebbero meritato, in quanto le loro prestazioni erano esaltate dall’amore fulminate che le aveva portate nelle ricche dimore dell’insaziabile satrapo.

667 pagine che potrebbero rappresentare il filo conduttore per un nuovo “libro-panettone” del fantasioso Bruno Vespa (ovviamente edito da Mondadori) che potrebbe servirsi del lavoro scritto dai magistrati inquirenti, non per svergognare le attività ludiche di un presidente del consiglio allora in carica, bensì per esaltare le capacità amatorie del medesimo, il quale, inetto e incapace come statista, dava ampie prove della sua irrefrenabile sete di sesso, anche da vantare pubblicamente nonché farne minuziosa descrizione in telefonate intercettate, riservate ai maggiori di 18 anni. Gli anni passano, ma il nostro eroe (termine diventato dispregiativo da quando venne elevato a tale rango un noto pregiudicato, mafioso e condannato all’ergastolo per duplice omicidio) non si arrende all’evidenza, così alle soglie degli ottanta anni, cerca una visibilità salvifica, convinto come dimostra di essere, che le accuse dei magistrati non valgono nulla, a fronte dei consensi che il popolo gli riconosce, come se un modesto riconoscimento elettorale, potesse rappresentare un viatico di assoluzione morale.

A differenza del vecchio Decamerone, le 667 pagine della narrazione, non hanno la pretesa di entrare nel novero della letteratura, ma annegano nel mare melmoso della dissipatezza, trascinando in tale melma sia l’attore principale che la schiera dei sevi sciocchi, che hanno prostituito le loro coscienze, facendosi mezzani di tante fanciulle disgustate, ma bisognose di essere agevolate per migliorare le proprie condizioni di vita. Il satrapo, infatti, profittando del ruolo istituzionale, così vergognosamente sfruttato, non disdegnava di promettere carriere artistiche nelle sue tv e carriere politiche nel suo partito, garantendo posizioni di vertice da inviare dentro le Istituzioni. Facendo un bilancio, assolverei solamente le fanciulle, anche quelle che hanno mentito in corso del processo penale, si è trattato di menzogne qualificabili come “legittima difesa” allo scopo di mantenere le condizioni raggiunte, ritornando all’usato mestiere, con proventi da tariffa; gli altri, come minimo, andrebbero indicati a pubblico ludibrio.

Rosario Amico Roxas

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