Il punto di Rosario Amico Roxas. Inutile o dannoso?

Lo ha affermato Bersani in tv, diretto a Renzi: «I voti di Forza Italia, in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica, non sono serviti!». Un qualcosa che non serve, lo si mette subito da parte, trattandosi di “inutile”.

Bersani, con questa affermazione, ha mostrato tutta la sua capacità diplomatica, il suo stile signorile e la sua dialettica conciliante. Poiché non ho dipendenze diplomatiche, né necessità di fingere signorilità, né, tanto meno, cercare una dialettica conciliante, che contrasta con il mio pensiero, mi ritrovo nella condizione ottimale per affermare che la presenza di Berlusconi nel circuito governativo, con l’arma spuntata del patto del nazareno, non è solamente inutile, ma è gravemente dannosa, e lo si è visto nel corso delle trattative sulle riforme e sulla candidatura di Mattarella. Lo ha chiarito, suo malgrado, la stessa Maria Rosaria Rossi, badante politica dell’esautorato Berlusconi, affermando che «Gianni Letta e Verdini avrebbero creato casini». Che cosa significa?

I tre, con Berlusconi primo attore, hanno recitato un ruolo disfattista: Berlusconi respingendo ogni proposta, mentre Verdini premeva su Renzi per una candidatura gradita al noto pregiudicato; Gianni Letta stava da parte, senza esibirsi troppo, ben sapendo che i compari stavano adoperandosi per ottenere il placet di Renzi sul suo nome. Fu allora che Renzi dovette prendere atto di essersi infilato in un tunnel senza uscita; toccò con mano che l’accordo con Berlusconi lo stava portando allo svilimento del grande successo alle europee, con i sondaggi che gli assegnavano un calo dell’1% ogni settimana, per un totale, a oggi, di oltre il 7%. Capì che alla fine del tunnel c’era la fine della sua carriera politica; capì anche che per uscire da quell’impasse occorreva una prova di forza per definire e affermare il ruolo di ciascuno. In democrazia chi arriva primo vince, non esiste un secondo posto con medaglia d’argento di consolazione; chi arriva secondo ha perso, e deve farsene una ragione. Capì ancora che la prova di forza sarebbe stata sostenuta dal suo partito, ricompattato intorno a una persona seria, non compromessa con i ricatti berlusconiani.

Così è andata bene, ognuno al suo posto ed un preciso collocamento per ciascuno. Comincia adesso il nuovo futuro, con le idee chiare, almeno speriamo! Berlusconi attende un premio di consolazione, ma non sa bene a quale titolo chiederlo; non vuole una elemosina, come sarebbe l’invito di Mattarella a partecipare alla cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica, dove andrebbe a recitare il ruolo dello sconfitto, messo all’angolo, proprio quando stava preparando il colpo segreto del ko al governo, facendo eleggere quel Gianni Letta che gli avrebbe concesso la grazia, avrebbe firmato l’appendice del 3% e gli avrebbe restituito l’agibilità politica, con codicilli “creativi” per le sue fallimentari aziende; ma, come i pifferi di montagna, anche Berlusconi, che preparava il colpo da ko, dovette incassarlo, rimanendo intontito.

Non so se accetterà l’invito di Mattarella, ma ne dubito; Berlusconi non ama i posti in seconda fila, per di più per festeggiare una vittoria altrui e la solenne sconfitta sua. Vada avanti Renzi con la legge elettorale senza capilista bloccati; prosegua con la legge di ripristino del falso in bilancio; riduca i termini di prescrizione per neutralizzare la difesa dal processo per la corruzione di De Gregorio, che cerca la prescrizione, non potendo dimostrare l’innocenza; definisca la legge anticorruzione, perché l’Italia ne ha bisogno; riprenda tutti i punti per i quali gli italiani gli hanno riconosciuto il successo alle europee, ma che sono stati cancellati dall’agenda attraverso l’abominevole patto del nazareno; dimostri, insomma, che si è voltato pagina, solo così potrà recuperare quanto i tentennamenti sul nazareno hanno fatto perdere a lui personalmente e al PD.

Rosario Amico Roxas