Sabato, 04 maggio 2024 - ore 07.13

Il punto di Rosario Amico Roxas. Una patria per i disperati

Trasmettiamo l’analisi di Rosario Amico Roxas

| Scritto da Redazione
Il punto di Rosario Amico Roxas. Una patria per i disperati

Le iniziative proposte dai vari Salvini, Santanché, Fratelli d’Italia, La Russa & assimilati, dimostrano l’inconsistenza individuale e l’incapacità globale di questa gente, sempre pronta a cavalcare i disagi per esibirsi in follie collettive.

Nel corso della 2° guerra mondiale, buona parte del mondo civile, anche se allora in situazione belligerante, si preoccupò di salvare i superstiti ebrei, incoraggiando il loro trasferimento in Palestina. Non intendo entrare in una sterile polemica sul futuro di quella decisione, perché anche la via delle tragedie è lastricata di buone intenzioni, per cui la salvaguardia del mondo ebraico, diventato sionista e nazionalista, segnò il rinnovarsi di una antica tragedia a carico dei palestinesi. Ma la soluzione sarebbe stata ottimale, se solo non si fosse scatenato l’egoismo nazionalista, sfociato in una vera e propria persecuzione antipalestinese, con annessa pulizia etnica. Tralasciando di parlare delle conseguenze negative, dobbiamo accettare per buona la soluzione iniziale di dare una patria a un popolo senza patria, e di dare gli abitanti a una terra senza abitanti.

Analogo provvedimento sarebbe opportuno valutare per questo esodo biblico che non coinvolge il mondo intero, come dovrebbe, ma solamente la Sicilia e, in parte, una riottosa Italia, in cui si parla di bombardare migranti, affondare gommoni, respingere i perseguitati. Con disgusto ho letto un commento sul sito della Lega che commentava quest’ultimo naufragio che contra oltre 700 morti, diceva: «Non sembra vero, sembra un sogno»; spero che possa trattarsi di un sogno popolato da incubi! Perché non si prende in esame, da parte, innanzitutto dell’ONU, quindi dell’Unione Europea, di una soluzione che potrebbe essere definitiva? Mi spiego.

Esiste il Corno d’Africa, composto fondamentalmente, da tre nazioni: Etiopia, Eritrea, Somalia, una volta considerato il granaio di Roma. La loro descrizione geopolitica ci indica: Etiopia estesa 1.127.000 km2; abitanti 85 milioni; densità 76 ab/km2; Eritrea estesa 121.000 km2; abitanti 5.200.000; densità 52ab/km2; Somalia estesa 637.600 km2; abitanti 10.200.000; densità 16ab/km2.

Praticamente abbiamo oltre 2 milioni di km2 con meno di 100 milioni di abitanti, con una densità intorno a 50 ab/km2. L’Italia, preposta dalla sua posizione geografica ad accogliere i migranti, è estesa 301.340 km2, con 60 milioni di abitanti e una densità abitativa di 202 ab/km2. Perché non favorire l’assimilazione di questi profughi in quelle terre, anche con l’uso di mezzi “convincenti” ma anche con aiuti internazionali, per costruire intere città e realizzare una nuova nazione, così come già accaduto con Israele, cercando di evitare gli strascichi negativi che invece si sono verificati in Palestina?

Rosario Amico Roxas

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