Il punto di Rosario Amico Roxas. Una polemica strumentale

Appare brutalmente tragica la volontà di accendere una guerra tra poveri disgraziati, i primi colpiti dalla natura e i secondi perseguitati da guerre, fame, bisogno, mancanza dell’indispensabile, traversate del Mediterraneo con morti che ormai non si contano più, o si contano nell’ordine di parecchie migliaia, sepolti in quel mare che avrebbe dovuto portarli verso una vita migliore, identificato, da uno dei peggiori politici che ammorbano l’aria dell’umana solidarietà, «una tomba comune».

La polemica ferisce chi la promuove, mostrando un’umana avarizia che non conosce la solidarietà e l’integralità dell’Umanesimo. Una polemica che finge una difesa ad oltranza di diritti di priorità, mentre svela caratteristiche di bassa politica, cavalcando un sentimento che appartiene a quei pochissimi che, di fronte alle tragedie che colpiscono i più bisognosi, pensano solamente alle esigenze del loro orticello.

Fa profondamente pena leggere simili interventi, specie quando chi scrive ignora i drammi che non conoscono confini di razza, religione, colore della pelle. Siamo oltre i limiti del più bieco razzismo, siamo dentro quell’ideologia nazista che sterminò milioni di esseri umani; ci vogliono portare a odiare, come loro odiano, a perseguitare, come loro perseguitano, a discriminare, come loro discriminano.

Ma la base del popolo italiano ha svelato la sua più intima natura, correndo in soccorso dei terremotati, mentre non viene trascurata l’assistenza verso chi ha dovuto lasciare la propria terra devastata dalle guerre, dal bisogno e dalla fame.

I superstiti di quelle traversate della speranza, hanno lasciato propri simili in quel mare, senza sepoltura, senza un ricordo, per questo meritano più rispetto che non una polemica strumentale, che ha il solo scopo di compiacere quel politico che risponde al nome di Matteo Salvini, per ottenerne un visto di ingresso per future transumanze.

Rosario Amico Roxas