Signor direttore, a parecchi dei miei concittadini non va proprio giù che il viale Trento e Trieste, il vecchio, caro, glorioso passeggio dei cremonesi, patisca segni di degrado urbano, peggio, l’onta di edifici demoliti che ancora si reggono in piedi (almeno per quel che resta!) col classico dei più classici puntelli. E allora ci si indigna, ci si stupisce, alla fine ci si interroga, ma non ci si rassegna, ecchediamine! In caso di degrado strutturale o architettonico degli edifici (caduta di cornicioni, intonaci, apparenti lesioni alle strutture, accumuli di pietre, muraglie pericolanti prospicienti marciapiedi e strade ad alto scorrimento di traffico), elementi che facciano temere per la pubblica e privata incolumità, a quale santo ci si dovrà mai votare? (...) Inizio viale, a sinistra per chi lo transita, ben visibili i resti di un glorioso padronale edificio fanno bella mostra di sè esponendo quale mercanzia, un’accozzaglia di mattoni e calcestruzzi puntellati ad arte (...). E poi ci ostiniamo a parlare di decoro urbano, di rigenerazione urbana. Esiste una seppur remota volontà di realizzare un nuovo stabile seguendo le linee architettoniche del precedente? (...)
Giorgino Carnevali (Cremona)