Domenica, 28 aprile 2024 - ore 20.47

Imu, Piffari (Idv): Tagliare le spese prima di prosciugare i cittadini

| Scritto da Redazione
Imu, Piffari (Idv): Tagliare le spese prima di prosciugare i cittadini

Osservando i dati ministeriali pubblicati a seguito della primo gettito d'entrata  IMU è lecito porsi qualche domanda. L’imposta Municipale Propria o IMU, ricavata dal Governo dei Tecnici sulla scorta della vecchia ICI, è un sistema tributario studiato per permettere allo Stato di incamerare le risorse un tempo lasciate ai Comuni, come nel caso del l'ICI, dividendo poi con i Comuni stessi  il gettito ricavato.
Per la riflessione che voglio proporre è necessario partire dalla normativa,  il D.Lgs. n. 23/2011, che ha reintrodotto questa forma  tributaria indicando chiaramente chi sono isoggetti attivi e i passivi della tassa in questione. I primi ovviamente, incaricati della riscossione sono i  Comuni, e i secondi obbligati al pagamento dell’onere sono i cittadini italiani, che sarebbe meglio indicare come famiglie. Il presupposto dell'imposta è il possesso di beni immobili. Per beni immobili si intendono fabbricati o terreni, compresa l'abitazione principale e le sue pertinenze. Dunque una tassazione che incide sul bene primario, la casa, e sul bene produttivo, l' immobile con destinazione economica.
I Comuni hanno avuto tempo fino al 30 giugno per stabilire le aliquote territoriali e ne avranno fino al 30 settembre per intervenire con ulteriori modifiche, sulla base del gettito del primo acconto. Oltre a ritoccare le aliquote IMU, i Comuni possono: azzerare l’IMU sulla prima casa agendo sulle detrazioni , ridurre a 0,4% l’aliquota per immobili non produttivi di reddito fondiario (es.: immobili d’impresa per esercizio attività), immobili di soggetti IRES, immobili locati e ridurre a 0,1% l’aliquota per fabbricati rurali ad uso strumentale..
Partendo da questi elementi insindacabili è diverso valutare come le amministrazioni locali abbiano  deciso su questa tassazione, perché, dato non trascurabile, la decisione finale come per l'appunto imposto dalla norma, deve avvenire solo attraverso la delibera del Consiglio Comunale, con la quale viene definita l'aliquota definitiva.
Osservando la tabella ministeriale è evidente che oltre il 90% dei Comuni bergamaschi si sono  attestati  ben sopra aliquota minima del 7,6  sulla seconda casa e su quella del 4% che lo stesso dlgs 23/2011 poneva quali aliquote base, e nessuno ha avuto il coraggio di riuscire a ridurre l'aliquota, che, come da dettato normativo poteva esser diminuita di ben tre punti percentuali.
Con questo dato alla mano, possiamo dedurre che nessun Comune è riuscito fornire un adeguato prospetto di previsione sull'introito, e di conseguenza a nessun amministratore è venuto in mente di poter ridurre il proprio monte di spesa senza infliggere l'ennesimo colpo alle  risorse economiche dei cittadini.
 
E' molto importante oggi riflettere sulla gestione del proprio patrimonio monetario, e sull'utilizzo dei soldi pubblici da parte delle amministrazioni, perché sarebbe troppo facile accusare degli sprechi Italiani solo le regioni meridionali  a mo' di slogan, e fregarcene altamente della gestione nostrana, facendo pagare ai cittadini ogni servizio inutile o dal quale non si vuole fare a meno.
Oltre a ciò, non è accettabile il ragionamento fatto ancora da sulla scorta del “è tutta colpa dello Stato”, rimettendo a chissà quale ente la sovranità dell'amministrazione del proprio territorio, perché anche qui vorremmo esattamente conoscere le motivazioni che hanno portato i Sindaci ad imporre l'aliquota massima come ad esempio al mio paese, Valbondione, o a Gorno e chiedersi anche  dove saranno investiti tutti i fondi, ed è giusto ricordarlo, che lo Stato lascerà al Comune.
Da considerare infine , dato non trascurabile, la questione della rendita catastale che il Governo ha perentoriamente adeguato aumentando del 30% la stessa. Pertanto se consideriamo la base di partenza delle aliquote con i rialzi posti in essere dalle amministrazioni, è evidente che il differenziale tra le vecchie tasse e le nuove è decisamente incrementato..
 
Tirando le somme
Il fatto è che al di là delle interpretazioni un po' troppo professorali, l'IMU è in realtà una patrimoniale mascherata, con la quale i Sindaci, anche qui in Bergamasca, dovevano misurarsi più politicamente. E' facile oggi dire che questo sistema tributario è solo  un imposizione che arriva dallo Stato e  che si è arrivati a fare gli esattori controvoglia, ma non è vero. Il motivo come è facile immaginare, risiede nel fatto che nessuno si è posto la questione della gestione di quel monte di denaro che rimarrà alle amministrazioni, perché oramai si dà per scontato che le spese, in special modo quelle pubbliche, debbano essere sostenute comunque. Niente di più assurdo, perché il cittadino  deve sapere  dove finiscono i suoi soldi, il perché vengono spesi a supporto di un servizio, e soprattutto dovrebbero essere informati sul perché si decida di non ridurre le spese, che tradotto in soldoni significherebbe pagare meno tasse, che in questo grave periodo economico non sarebbe cosa da poco.
L'IMU pertanto è ancora, ed in maniera più beffarda, uno stratagemma politichese, che ha permesso ancora una volta di aumentare la pressione fiscale, gallina dalle uova d'oro per l'utilizzo allegro dei soldi pubblici.
 

 

 

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