Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 14.51

In ricordo di Giuseppe Zanotto | G. Torchio

| Scritto da Redazione
In ricordo di Giuseppe Zanotto | G. Torchio
Con la stessa discrezione dimostrata per una vita dedicata al partito - la
Democrazia Cristiana - se ne e' andato il "mitico" cavalier Giuseppe
Zanotto, non solo un funzionario in carico a Piazza del Gesu' ma il motore,
importante e indiscusso, in termini agricoli l'infaticabile "Landini"
dell'articolazione democristiana nel territorio cremonese.

Proveniente da famiglia veronese di radicata fede cattolica, con fratelli
ministri di culto e missionari, onnipresente alla storica sede dello scudo
crociato di via Platina e nelle successive, da mane a sera, nei giorni
feriali e nei dì di festa, dotato di pazienza certosina e di buonumore
riusciva a garantire, magari fino a notte fonda, funzionalita' ed efficenza
alla macchina organizzativa sul territorio, alla presenza degli iscritti,
all'articolazione ed al tesseramento, magari tirando discretamente le
orecchie ai segretari delle sezioni allora radicate anche nelle più sperdute
frazioni.
  
E poi a verbalizzare con pazienza certosina, certo senza sbadigli per le
frequenti battute, la sottile ironia, gli scambi polemici, arguti ed i
conflitti talvolta aspri negli interventi, da inserire in dichiarazioni atti
e documenti degli organi decisionali. Un percorso che fa parte ormai della
storia cremonese del partito di governo, faticoso da gestire perche'
democratico, pluralista, interclassista quindi ricco di sfumature, di
correnti, di movimenti, dai giovani alle donne, dai comitati cittadino,
circondariali e provinciale quindi un partito ed un potere composito e
complesso, ancora generoso e un po' altruista perche' allora percorso da
forti tratti di gratuita'.

Il partito del dott. Priori che presiedeva gratis l'Ospedale Maggiore quando
si decise di farne uno nuovo e più grande, i tempi dei dirigenti che
andavano in bicicletta...

Tra i ricordi del fecondo periodo vissuto insieme mi resta, in particolare,
quello del movimento giovanile. Il suo aplomb gli permetteva di collegare la
spinta vulcanica e talvolta caotica dell'impegno giovanile alla vita più
regolare e ordinata di una "guida stabile e sicura" qual'è stata quella
democristiana.
 
Con una sola difficoltà, peraltro momentanea, quando la sede di Cremona fu
occupata per diversi giorni contro il commissariamento del movimento
giovanile ad opera del segretario Fanfani, magistralmente descritta da un
"cronista d'attacco" come Luciano Dacquati.

Zanotto era funzionario di partito ma soprattutto un uomo che capiva la
situazione. Non voleva sgridarci per tazebao e  striscioni di protesta:
sapeva che era un modo, ante litteram e forse un po' sessantottino di
centro, di gridare la nostra liberta' e tuttavia doveva essere garantita la
funzionalita' della sede e rassicurare il segretario Giussani che non si
stava compiendo nessun attentato alla democrazia. 

Un altro momento intenso quello del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro
e della sua scorta, un passaggio temporale intenso e tragico, emotivamente
in grado di scuotere le vene ed i polsi di un uomo di fede democristiana
come Zanotto. 

Con il segretario Piccioni, Bonetti, Cocchetti e tanti altri organizzo' una
mobilitazione generale della citta' con una partecipazione impressionante,
ricca di forte indignazione democratica e di grande tensione positiva.

Per giungere agli anni dello scioglimento della Democrazia Cristiana, un
evento sofferto silenziosamente dal cavaliere fino al travaglio della
nascita del Partito Popolare prima e della Margherita poi, quindi al declino
di quel ruolo decisivo e centrale dei cattolici democratici nella vita del
Paese ed alla sofferta "diaspora" della presenza democristiana. 

Ricordare Zanotto più' che un dovere e' un vero piacere per l'onesta' e lo
spirito di servizio ovunque e comunque che ha caratterizzato una persona
semplice e sempre disponibile. 

Grazie Cavaliere a nome dei tanti a cui hai saputo dare forza e coraggio e
che non dimenticheranno mai la Tua testimonianza di galantuono d'altri
tempi!

Giuseppe Torchio
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