Domenica, 28 aprile 2024 - ore 19.11

Lampedusa chiama Cremona. Partecipa al presidio di solidarietà

| Scritto da Redazione
Lampedusa chiama Cremona. Partecipa al presidio di solidarietà

Da Lampedusa all'Europa. LUNEDI 7 OTTOBRE dalle ore 18 alle ore 19 in Piazza Roma - Cremona
Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo
Tavola della Pace Cremona e provincia
Invitiamo tutte le associazioni aderenti alla Tavola della Pace di Cremona, a tutte le realtà organizzate, a tutte le cittadine e i cittadini di aderire all'Appello per l'apertura di un canale umanitario fino all'Europa per il diritto d'asilo europeo.

In queste ore ci stiamo mobilitando per organizzare

LUNEDI 7 OTTOBRE dalle ore 18 alle ore 19 in Piazza Roma,

un PRESIDIO IN SOLIDARIETA' CON I MORTI E I DISPERSI NEL MEDITERRANEO, perchè non possiamo restare indifferenti e silenti di fronte alla tragedia di Lampedusa.

Aderisce all'iniziativa anche la Caritas Diocesana di Cremona

Tavola della Pace di Cremona
c/o Forum Provinciale Terzo Settore
Via Speciano 2 - 26100 Cremona
Tel. 0372 26548  - Email tavoladellapacecremona@gmail.com

https://www.facebook.com/TavolaDellaPaceDiCremona

Aderiscono alla Tavola della Pace di Cremona: ACLI Provinciali, Amici di Emmaus, ARCI Cremona, Associazione Latinoamericana,  CGIL, CISL, Comitato Casalasco per la Pace, Comitato Provinciale UISP, Coop.Soc. NONSOLONOI, Comitato Provinciale LIBERA, Donna senza Frontiere, Forum per la pace e il diritto dei popoli "Don Primo Mazzolari", Forum Provinciale del Terzo Settore, Forum Territoriale del Terzo Settore di Cremona e del cremonese, Gruppo Articolo 32, Movimento Federalista Europeo, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani, Pax Christi, Unione Immigrati

**********************************************************************************

Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo

Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali.

A cadenza ormai quotidiana la cronaca racconta la tragedia che continua a consumarsi nel mezzo del confine blu: il Mar Mediterraneo.

Proprio in queste ore arriva la notizia di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi, donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa.

Si tratta di richiedenti asilo, donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni: oltre 20.000.

Lo spettacolo della frontiera Sud ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni naufragio sia l’ultimo. Come se non vi fosse altro modo di guardare a chi fugge dalla guerra che con gli occhi di chi attende l’approdo di una barca, a volte per soccorrerla, altre per respingerla, altre ancora per recuperarne il relitto.

Per questo le lacrime e le parole dell’Europa che piange i morti del confine faticano a non suonare come retoriche.

Perché l’Europa capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino

Si tratta invece oggi di "esternalizzare" i diritti. Di mettere la bando la legge Bossi-Fini e aprire invece, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee in Libia, in Egitto, in Siria o lì dove è necessario (presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.

Nessun appalto dei diritti, nessuna sollevazione di responsabilità ai governi europei, piuttosto la necessità che l’Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti costruendo una presenza diretta e non terza che, fin dall’interno dei confini africani, possa permettere a chi chiede protezione di non morire, di chiedere asilo, per poi accogliere sul suolo europeo chi fugge ed esaminare qui la sua domanda.

Alle Istituzioni italiane, ai Presidenti delle Camere, ai Ministri della Repubblica, chiediamo di farsi immediatamente carico di questa richiesta.

Alle Istituzioni europee di mettersi immediatamente al lavoro per rendere operativo un canale umanitario verso l’Europa.

Alle Associazioni tutte, alle organizzazioni umanitarie, ai collettivi ed ai comitati, rivolgiamo l’invito di mobilitarsi in queste prossime ore ed in futuro per affermare

IL DIRITTO D’ASILO EUROPEO

Per adesioni:

www.meltingpot.org

-

2013-10-05

1123 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria