Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 19.25

Italicum e Riforme Costituzionali Dove stà l'equilibrio dei poteri? Giorgio Zerbin

C’è da preoccuparsi perché, a un anno e mezzo di distanza da quella storica sentenza, il risultato politicoè stato l’Italicum, una legge elettorale peggiore del Porcellum e anche più ipocrita!

| Scritto da Redazione
Italicum e Riforme Costituzionali Dove stà l'equilibrio dei poteri? Giorgio Zerbin

Signor direttore, l’attuale revisione della Costituzione che il governo Renzi vuole attuare senza sentire ragioni e nel più breve tempo possibile, a mio parere, sembra essere diventata una questione tra gli addetti ai lavori, mentre invece dovrebbe essere caratterizzata da più ampio dibattito pubblico per garantire la massima trasparenza e la partecipazione dei cittadini, vista l’importanza della posta in gioco. Da come sono andate e da come stanno andando le cose, invece, c’è da preoccuparsi perché la rappresentanza non è stata assicurata ai cittadini da questo parlamento nel quale alla Camera dei deputati un quarto degli eletti lo è stato grazie ad un premio di maggioranza incostituzionale e nel quale tutti i parlamentari, proprio tutti, sono stati eletti grazie alle liste bloccate, ugualmente incostituzionali, come deciso dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 1 del 2014! C’è da preoccuparsi perché, a un anno e mezzo di distanza da quella storica sentenza, il risultato politicoè stato l’Italicum, una legge elettorale peggiore del Porcellum e anche più ipocrita!

L’Italicum, infatti, assegna un enorme premio di maggioranza grazie ad un ballottaggio, così da non avere una soglia minima da rispettare, unballottaggio, però,dalquale sonoesclusi più di tre milioni di votanti della circoscrizione estero, ma non valdostani e trentino-sudtirolesi che in questo modo votano due volte, prima per i loro collegi uninominali e poi per decidere, come nel 2013, da chi debbono essere governati il resto degli italiani. Inoltre i nominati capitalista saranno la maggioranza dei deputati della nuova Camera. Se la nostra Costituzione è ancora in vigore, come mai questo governo e questo parlamento hanno potuto elaborare una siffatta legge elettorale? La responsabilità, a mio avviso, è anche degli organi di garanzia che hanno dimostrato una certa insensibilità costituzionale, a cominciare dalla presidenza della Repubblica,per continuare con la presidenza alla Camera che ha ammesso voti di fiducia sulla legge elettorale, come in passato sulla legge Acerbo e sulla legge truffa, per finire con la presidenza a turno del Senato che ha ammesso un «emendamento canguro» per impedire che ci fossero successive votazioni dall’esito incerto. «A pensare male, si commette peccato, ma di solito si indovina», diceva Giulio Andreotti, e a me pare che con la combinazione di Italicum e revisione costituzionale si possa immaginare l’assenza di contrappesi costituzionali: con un solo partito, con primo ministro e maggioranza parlamentare, che in pochi anni eleggerebbe il «suo» presidente della Repubblica e nel corso di al massimo due legislature potrebbe aver nominato i 2/3 della Corte Costituzionale.

A fronte di una Camera di 630, quale contrappeso può essere un Senato di 100 membri non eletti direttamente dai cittadini? Nullo! L’elettività diretta dei senatori ha assorbito tutto il dibattito. Se i senatori restassero 100 e non venissero aumentati, con la corrispondente e auspicabile diminuzione dei deputati, sarebbe indifferente che venissero eletti direttamente tutti con il proporzionale perchè la lista vincitrice alla Camera avrà almeno tra il 25 e il 30% dei senatori che, però, sarannoa mezzoservizio esoggetti afrenetica turnazione. Le 19 regioni italiane e le 2 province autonome, infatti, sono state elette in anni diversi e, anche quando lo sono state nello stesso anno, in mesi diversi. Tutto ciò non è serio, non si può trasformare il Senato in un albergo a mesi, dove ci sarà un via vai di senatori che non potranno diventare esperti in qualche settore senza averne il tempo necessario! In più i sindaci delle città metropolitane non potranno essere eletti senatori, anche se sono stati eletti direttamente dai cittadini. Secondo me, dunque sono necessarie diverse modifiche nel rispettoall’articolo 138 dellanostra Costituzione e ciò non può essere una questione interna al Pd ma di tutti i cittadini.

Giorgio Zerbin (Cremona)

 

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