Dopo il presidente statunitense Barak Obama, il Kenya ospita Papa Francesco. Nel giro di pochi mesi il paese dell’Africa Orientale accoglie due delle più autorevoli figure a livello mondiale. Bergoglio arriverà il 25 novembre a Nairobi per ripartire due giorni dopo alla volta di Kampala e concludere questo suo primo viaggio di sei giorni in Africa, il 30, a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
I vescovi kenyani si dicono felici che il Santo Padre abbia accolto il loro invito, rivoltogli lo scorso aprile, durante la visita Ad limina a Roma. Una «vista di stato» la definisce il presidente della Conferenza episcopale del Kenya, mons. Philip Anyolo, alludendo al rilievo che anche il governo darà allo storico evento. I vescovi sono entusiasti anche perché, per la prima volta nella storia dei rapporti tra Chiesa cattolica e stato, entrambi sono chiamati a collaborare strettamente per preparare al meglio questo incontro. L’aspetto della sicurezza è quello che più preoccupa. Va ricordato che in Kenya agisce il movimento jihadista somalo al-Shabaab e che l’arrivo di papa Francesco richiamerà grandi masse di persone in luoghi pubblici. E per un paese come il Kenya, ancora in difficoltà sul piano della preparazione di intelligence e polizia nella lotta al terrorismo, si tratta di una prova impegnativa.
A Nairobi Bergoglio incontrerà i vertici del clero locale, i giovani nello stadio Kasarani, celebrerà messa in uno spazio all’aperto, visiterà gli uffici delle Nazioni Unite e la baraccopoli di Kibera. La cerimonia di benvenuto avverrà in parlamento, dove i ministri cattolici gli hanno chiesto di tenere un discorso. «Spero che il Papa non snobbi il Parlamento - puntualizza il presidente dell’associazione dei parlamentari cattolici, Chris Wamalwa - come ha fatto, a luglio, Barak Obama». Ma per ora dal Vaticano non è giunta ancora alcuna comunicazione al riguardo.
Il viaggio in Africa del pontefice avrà comunque, prima di tutto, uno scopo pastorale. Ad evidenziarlo è il nunzio apostolico in Kenya e Sud Sudan, arcivescovo Charles Daniel Balvo, in un’intervista rilasciata ad agosto alla Canaa (Catholic news agency for Africa): «Nelle visite del papa ci sono alcuni aspetti di carattere governativo, ma lo scopo principale è sempre quello di incontrare le Chiese locali».
Come tema guida di questi due giorni di preghiera e riflessione, i vescovi hanno scelto: “Restare forti nella fede”. «La presenza del papa incoraggerà i cattolici a vivere la propria fede non solo interiormente, nella vita di preghiera - sostiene ancora Balvo - ma anche esteriormente, nella vita sociale, riempiendola dei valori provenienti dal Vangelo». I dettagli del viaggio non sono ancora stati resi noti, ma i sette milioni di cattolici kenyani (circa un terzo della popolazione) attendono da papa Francesco messaggi di unità, solidarietà, riconciliazione e tutela della natura. Ed è forse un caso che si tratti degli stessi temi al vertice dell’agenda del governo.
Fonte: Nigrizia