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L'ADHD sicuramente non esiste, ma se esistesse ce l'avrei

The Blaze - 18 Febbraio, 2015 di Matt Walsh

| Scritto da Redazione
L'ADHD sicuramente non esiste, ma se esistesse ce l'avrei

Sono molto familiare con i cosiddetti sintomi dell'ADHD. Li ho avuti per tutta la mia vita. Anche adesso, fantastico tutto il tempo. Non riesco a star fermo. Non riesco a concentrarmi sui compiti banali. Mi perdo nella mia testa. Mi dimentico le cose. Non posso concentrarmi su un pensiero per molto tempo. Chiedi al mio insegnante di chimica del liceo: mi ha bocciato una volta, mi ha fatto ripetere la classe, poi finalmente mi ha dato un voto di sufficienza non guadagnato perché non voleva più vedermi. Chiedete a chi mi conosce. Se lADHD è una malattia, io ce l’ho, ma non ho un disturbo perché non esiste alcun disturbo. L'ADHD è una frode. Non sono l'unico a pensarla in questo modo. Solo negli ultimi mesi, un neurologo comportamentale, un neuroscienziato di fama mondiale e un professore ed esperto di psicologia educativa l'hanno ribadito: tutti mettono in discussione gli attuali atteggiamenti tradizionali e le credenze circa l'ADHD. Ecco come l’Istituto Nazionale di Salute Mentale descrive i sintomi di ADHD:

I bambini che hanno sintomi di disattenzione possono:

Essere facilmente distratti, non vedere i dettagli, dimenticare le cose, e spesso passare da un’attività all’altra.

Avere difficoltà di messa a fuoco su una cosa, focalizzare l’attenzione sull’organizzazione e il completamento di un compito o di imparare qualcosa di nuovo.

Annoiarsi su un compito, dopo pochi minuti, se non stanno facendo qualcosa di divertente.

Avere problemi a completare i compiti a casa, spesso perdendo le cose (per esempio, le matite, i giocattoli, le assegnazioni) necessarie per completare le attività.

Non ascoltare quando gli si parla.

Sognare a occhi aperti, diventare facilmente confusi, e muoversi lentamente.

Difficoltà nell'elaborazione delle informazioni velocemente e accuratamente come gli altri.

Lottare contro le istruzioni.

I bambini che hanno sintomi di iperattività possono:

Agitarsi e contorcersi nelle loro sedie.

Parlare senza fermarsi.

Sfrecciare intorno, toccando o giocando con qualsiasi cosa attorno a loro.

Manifestare difficoltà a stare seduti durante la cena, la scuola, e il tempo del racconto di una storia.

Essere costantemente in movimento.

Avere difficoltà a fare i compiti o attività tranquillamente.

I bambini che hanno sintomi di impulsività possono:

Essere molto impazienti.

Spifferare commenti inappropriati, mostrare le proprie emozioni senza ritegno, e agire senza riguardo per le conseguenze.

Esibire difficoltà ad attendere le cose che vogliono o il loro turno quando giocano.

Interrompere spesso le conversazioni o le attività altrui.

Impulsivo? Impaziente? Si tratta di tratti di personalità, non condizioni mediche. Sognare a occhi aperti ? Parlare molto ? Interrompere ? Questi sono comportamenti, non i sintomi di una malattia: anzi, sono proprio i comportamenti ritenuti caratteristici dei bambini. Probabilmente i più normali che ci siano.

Beh, alcuni bambini parlano molto, fantasticano molto, e interrompono MOLTO. Vero, ma è ancora normale: non siamo tutti uguali. Non ho mai incontrato un bambino che non agisse in questo modo, e ne ho conosciuti un sacco. Ma forse avete bambini che fanno queste cose MOLTO E MOLTO. Al di là del normale molto, e oltre il limite. E' possibile. Ma dove sta il confine? A che punto un comportamento non è più normale, e diventa sintomo di disturbo mentale?

Qual è lo standard? Qual è la giusta quantità di attenzione? E qual è la giusta quantità di sognare ad occhi aperti per un bambino? E se un comportamento può essere normale, come può essere anche sullo spettro di una malattia ? Come può qualcosa essere fondamentalmente sana e fondamentalmente sintomatica di un difetto mentale? Le regole standard della medicina sembrano sparire quando si parla di ADHD.

Le malattie reali sono facili da riconoscere. Ci sono analisi, immagini radiografiche, scansioni, cardiogrammi ecc. Non è una parte dell’esperienza umana sana: se ti capita, ti conviene correre dal medico. L'ADHD non può essere osservata e i suoi sintomi sono costituiti da tutti i comportamenti umani normali, perché non vi è alcuna prova che si tratti di un disturbo psicologico derivante da un qualche tipo di squilibrio chimico.

Come sappiamo, dunque, quando questi comportamenti, tratti di personalità, e attività, attraversano il misterioso confine di "normalità" per diventare patologici? La risposta è contenuta nella scheda informativa sull'ADHD: un bambino non dovrebbe ricevere una diagnosi di ADHD a meno che i sintomi principali di ADHD si manifestino all’inizio della vita e creino notevoli problemi, a casa e a scuola, in continuazione. Traduzione: se si trasforma in una seccatura (per gli altri) allora è malattia.

L'ADHD è uno dei tanti "disturbi" psichiatrici in cui la diagnosi non si basa su quanto stia effettivamente accadendo al paziente, ma su come egli venga percepito dalla gente che gli sta intorno. È una malattia in base al contesto. Paradossalmente, se un bambino avesse l'ADHD nella foresta, ma non ci fosse lì nessuno a esserne disturbato, non sarebbe malato secondo l’establishment medico.

Un venditore di auto, per esempio, parla tantissimo e corre in giro con gran dispendio di energia: ha lADHD? No. E solo un buon venditore: il suo lavoro, a differenza della scuola, richiede quei tratti caratteriali. Ma chi dice che dobbiamo essere tutti conformi alla scuola e non bravi venditori di auto? Chi fa queste determinazioni? Chi decide come una persona dovrebbe essere? "loquace" e "energico" sono elencati come segni di ADHD, ma sono anche le caratteristiche più richieste negli annunci di ricerca di personale addetto a vendite, promozioni, o marketing.

Se è possibile che i "sintomi" di una malattia coincidano con i requisiti necessari per migliaia di posti di lavoro, qualcosa non va. L'ADHD non c'entra con la psichiatria o la neurologia, ma con il controllo sociale. Scuole, famiglie, asili, e la società in generale non sono in grado di gestire bambini molto vivaci. Così la chiamano "malattia" e scrivono una ricetta. Le malattie reali funzionano in questo modo? Se si va dal medico lamentando bronchite, lui non si chiede se la bronchite stia creando problemi al lavoro o in famiglia. Non gli importa, perché la bronchite è bronchite, indipendentemente dal fatto che gli altri possano trovarla insopportabile o meno. Non ci soffermiamo mai a considerare come sia la scuola a essere difettosa, se per funzionare deve sedare milioni dei suoi studenti.

Torniamo al confine tra normale e patologico Gli opuscoli informativi ci spiegano che per stilare una diagnosi occorrono "sei o più sintomi di disattenzione per i bambini fino a 16 anni , o cinque o più per gli adolescenti dai 17 anni e adulti ; i sintomi devono essere presenti per almeno 6 mesi, e risultare inadeguati per il livello di sviluppo ". Perché sei sintomi ? Perché non sette ? Perché non tre ? Perché non 10 ? E perché il numero cambia a 16 anni? Perché non 14 ? Perché non 12 ? E perché devono essere presenti per sei mesi? Perché non nove? E come si fa a determinare cosa sia "appropriato per il loro livello di sviluppo"? E, infine, come si può escludere la possibilità che questi "sintomi" non derivino da personalità naturale del bambino, ma piuttosto da un mix di TV , videogiochi, telefonini, fast food, bibite, mancanza di esercizio fisico, programmi scolastici monotoni o mancanza di disciplina? Oppure da un sistema scolastico adatto solo a un particolare tipo di personalità, lasciando tutti gli altri in condizioni di svantaggio.

Questi ragazzi non hanno l’ADHD. Nessuno ce l’ha. Forse alcuni dei bambini etichettati con l'ADHD in realtà soffrono di qualche altro disturbo psicologico, ma ho il sospetto che la stragrande maggioranza di loro non abbiano proprio un bel niente. Sono solo ragazzi. Hanno personalità. Hanno identità. Forse questa identità non è adatta alla scuola, forse è causa di stress a casa, ma chi siamo noi per classificarla patologica? Chi siamo noi per appendere un disturbo intorno al collo di un bambino? Forse siamo noi disturbati. Forse la nostra società è disturbata. Forse le nostre scuole sono disturbate. Forse le nostre case sono disturbate.

Nel mio caso, il tratto caratteriale che mi ha reso la vita impossibile nella classe di chimica, è lo stesso che mi fa eccellere nella mia carriera di scrittore: ciò che mi ha fatto fallire a scuola mi ha reso vincente in questo lavoro. Come si spiega questo?

Forse siamo così ossessionati dall’idea che tutti devono seguire un percorso, agire in un modo, pensare in un modo, e fare una cosa, e abbiamo dimenticato cosa significa essere umani. Abbiamo dimenticato che non tutti gli esseri umani sono nati per essere studenti da 10 e lode e diventare poi perfetti impiegati dalle 9 alle 5. Io ero solo un ragazzo normale che ha trovato il suo posto nel mondo, senza l’aiuto di farmaci. Tutti i bambini meritano questa possibilità. L'ADHD non esiste. Esistono le persone, e dobbiamo lavorare di più per cercare di capirle.

Fonte: Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani onlus

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