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L’Eco Il congresso provinciale dell’ANPI di Cremona di GIUSEPPE AZZONI

Domenica 13 marzo, nel salone della Camera del Lavoro (gc), si è tenuto il 16° congresso dell’ ANPI – Associazione naz.le partigiani d’Italia - di Cremona. Lo ha presieduto P. Antonio Bonetti, della segreteria uscente, presenti 48 (dei 52) delegati eletti nei 10 congressi di zona della provincia. Quasi sicuramente Gian Carlo Corada Presidente

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L’Eco Il congresso provinciale dell’ANPI di Cremona  di  GIUSEPPE AZZONI L’Eco Il congresso provinciale dell’ANPI di Cremona  di  GIUSEPPE AZZONI L’Eco Il congresso provinciale dell’ANPI di Cremona  di  GIUSEPPE AZZONI L’Eco Il congresso provinciale dell’ANPI di Cremona  di  GIUSEPPE AZZONI

Gli iscritti in provincia sono 492 (più 10% rispetto al precedente congresso del 2011). Molti gli invitati in rappresentanza di istituzioni ed associazioni. Per essi hanno portato interventi, non formali, il sen. Rescaglio (Partigiani Cristiani), Tiziano Zanisi (Assoc. Div. Acqui), il sindaco di Cremona Galimberti, i parlamentari Pizzetti e Bordo, Mimmo Palmieri per CGIL, CISL e UIL.

Ha voluto essere presente, pur se sofferente per un recente ricovero ospedaliero, Mario Coppetti, forte personalità dell’antifascismo cremonese ed ex presidente ANPI per molti anni. All’inizio dei lavori egli ha portato un messaggio salutato da un grande applauso di affetto e di gratitudine.

Dalla relazione della presidente uscente Mariella Laudadio alle conclusioni di Paolo Papotti, della segreteria nazionale, attraverso gli interventi di Antoniazzi, Bettenzoli, Rosseghini, Abeni, Vaudetto, Corada, Bona, Filippazzi, Del Fanti, Bellin, Carotti, Zagheni, Montuori e Burgazzi la discussione è stata ricca ed aperta al confronto in particolare sulla questione della riforma del Senato e della legge elettorale. Infatti è stato articolato ma univoco l’apporto di analisi e proposte relativamente a questioni centrali del congresso quali: il rafforzamento dell’ANPI in direzione dei giovani, la diffusione – a partire dalle scuole – di una corretta memoria sugli eventi del ‘900, la solidarietà verso chi fugge da guerre in atto nella vigilanza contro i pericoli del terrorismo, politiche di pace e di attuazione della Costituzione. Si sono sottolineati i gravi problemi derivanti dalla disoccupazione e dalla crisi nonché da corruzione e sfacciati privilegi ed ineguaglianze, elementi strumentalizzati dal populismo delle destre. Si è attualizzato l’impegno contro il rinascere, non adeguatamente contrastato nonostante le leggi e la Costituzione, di organizzazioni che si richiamano al nazifascismo: un impegno che usa i mezzi della democrazia e condanna controproducenti e velleitarie violenze come quelle del gennaio dello scorso anno a Cremona.

La riforma del Senato e la nuova legge elettorale sono state difese in qualche intervento come opportune innovazioni. Più numerosi gli interventi critici che le hanno giudicate, in sintonia con il documento congressuale nazionale, assai negativamente. L’ANPI aveva sin dall’inizio proposto un diverso modo per raggiungere le finalità di diminuire il numero dei parlamentari, superare il bicameralismo perfetto senza trasferire poteri dal parlamento all’esecutivo, cambiare la legge elettorale senza stravolgere il rapporto tra elettori ed eletti con abnormi premi di maggioranza. L’ANPI giudica la riforma sottoposta a referendum come negativa per cui propone un “no” alla stessa.

Il congresso ha approvato, con 5 astenuti, il documento nazionale (con alcune proposte di emendamento relative ai migranti). 

Il neoeletto (alla unanimità) Comitato provinciale si riunirà la settimana entrante per designare il nuovo presidente.

Esso è composto Mario Coppetti (con Giuseppe Rossi ed Arcangelo Del Fanti membri ad onore), Abeni, Antoniazzi, Azzoni, Berardi, Bianchi, Bona, Bonetti, Carotti, Valentina Corbani, Deo Fogliazza, Laudadio, Lodigiani, Marigliano, Montuori, Romani, Rotelli, Serventi e Vescovi della città e zona; Balzari, Bettenzoli e Valenzano di Crema; Bellin di Vailate; Rosseghini e Bianchi di Casalmaggiore; Filippazzi, Corada e Pedrini Serafina di Soresina; Aroldi e Vanessa Azzoni di Gussola; Serenella Taraschi e Girelli di Piadena; Sofia Malaggi di Pessina; Scalmani di Romanengo.

I due delegati al congresso nazionale sono Giancarlo Corada e Paolo Balzari.

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L’Eco del Popolo pubblica una circostanziata cronaca dell’importante evento, redatta da Giuseppe Azzoni, uno dei protagonisti del rilancio dell’Associazione Partigiana, che, sotto la presidenza di  Mariella Laudadio, si è posta come protagonista, unitamente all’Associazione Partigiani Cristiani, di un impegnativo ed intenso programma di approfondimento storico e di divulgazione. Sfociati entrambi nel programma celebrativo del 70° della Liberazione.

Non possiamo qui sottacere l’importanza dell’impegno editoriale dell’ANPI né, a maggior ragione, della significativa scelta di conferire il proprio archivio all’Archivio di Stato. Dove non mancheranno le opportunità per gli studiosi, i ricercatori, gli educatori di fare tesoro dei documenti che dicono molto di un’importante fase storica., Che ha improntato la resilienza dalla catastrofe della dittatura e della guerra sfociata nella nuova Italia democratica e repubblicana.

Mariella Laudadio lascia la presidenza con un lusinghiero bilancio di attività ed un’Associazione particolarmente attiva nella vita civile e culturale di Cremona.

Per quanto il nuovo Consiglio Direttivo non si sia ancora riunito per gli adempimenti conseguenti, fissati per il prossimo fine-settimana, il testimone dell’incarico di vertice con ogni probabilità passerà nelle mani del Prof. Giancarlo Corada.

Di lui, come uomo della politica e delle istituzioni, si sa tutto. Così come è facile intuire le motivazioni che hanno ispirato la scesa in campo di una personalità di grande prestigio.

Indubbiamente, nella nuova testimonianza civile la caratteristica di Corada, uomo di indiscussa cultura e di impegno educativo, ci sarà un elemento di continuità col profilo prevalente del ciclo successivo alla presidenza dell’indimenticato Kiro Fogliazza. Come abbiamo detto, questi tre anni sono stati per l’ANPI occasione intensa per testimoniare un antifascismo capace di misurarsi con i profondi mutamenti insiti negli attuali scenari.

In tal senso la presidenza Corada costituisce ab origine un valore aggiunto; ma sarà chiamata anche a corrispondere ad un’esigenza di autorevolezza esterna e di garanzia interna.

Di cui ci sarà particolarmente bisogno;, considerato che l’assetto associativo, per molti anni imperniato nella partnership tra socialisti e comunisti, oggi ed ancor più in prospettiva risentirà delle nuove criticità di una sinistra non esattamente coesa. Pare doveroso anche annotare che sia il popolo degli iscritti che la composizione degli organi direttivi è significativamente contraddistinta dalla prevalente influenza della sinistra radicale e dalla corrente di opposizione interna del PD.

Ma l’ANPI, oltre che essere aperta a tutti, è anche la casa, almeno storicamente, dei partigiani socialisti  e dei partigiani post-comunisti aderenti al PD e sostenitori della linea nazionale.

Una prima criticità, nell’attivazione dell’era Corada, potrebbe essere rappresentata dalla risoluzione dei delegati (che con ogni probabilità sarà seguita dall’Assemblea Congressuale Nazionale) di porsi alla testa con altri soggetti del referendum abrogativo della riforma costituzionale. Che ha avuto come massimi ispiratori Renzi, la Ministra Elena Boschi ed il Sottosegretario cremonese Luciano Pizzetti. Il quale, tanto per mantener fede al profilo di uno non abituato a scansare i problemi, si è presentato al Congresso e ha svolto un significativo contributo.

Il pericolo per la coesione della maggiore associazione partigiana, insomma, potrebbe essere rappresentato dall’inclinazione di alcune sensibilità q fare dell’ANPI un ring in cui si tenta snaturarne la ragione sociale.  Una testimonianza su valori fuori tema (le migrazioni, l’acqua bene comune, un pacifismo a senso unico e quant’altro) costituirebbe, quand’anche tali sensibilità fossero fortemente maggioritarie od addirittura unanimi, condizione per una deriva strumentale.

Il baricentro dell’ANPI, per molti decenni griffato dall’egemonia social-comunista (specialmente in fasi contraddistinte dalla marcata influenza delle componenti massimaliste del PCI), si sposterebbe inesorabilmente verso il collateralismo con la sinistra radicale.

Sicuramente il prof. Corada, personaggio politico di grande equilibrio, saprà tenere in debito conto le conseguenze, interne ed esterne all’Associazione, di una siffatta dinamica.

A lui e a tutti i componenti eletti negli organismi dirigenti l’Eco del Popolo esprime un caloroso augurio di buon lavoro.

Un augurio che si estende ai superstiti di quella ancora esaltante epopea della Resistenza e della Liberazione cremonese. Due di loro erano presenti e partecipi all’evento:  l’ultracentenario prof. Mario Coppetti, una leggenda vivente dell’ antifascismo cremonese ed il più giovane, si fa ovviamente per dire, Giuseppe Rossi.

Entrambi partigiani delle brigate Matteotti, entrambi protagonisti della testimonianza dell’ANPI cremonese (Coppetti per molti anni presidente provinciale e Pino Rossi presidente dell’ANPI di Casalmaggiore). Ma riteniamo qui doveroso ricordarne altri due, non fisicamente presenti per ragioni di salute, ma indimenticati nella stima e nell’affetto dell’Associazione e della sinistra cremonese: Libero Scala e Franco Dolci.

e.v.

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