ROMA, giugno 2014 - “La realizzazione della Rete Europea Antibullismo sancita ad Atene, con cui tutti gli Stati dell’Ue riconoscono l’importanza di contrastare i fenomeni di prevaricazione ripetuta a danno dei bambini più sensibili o considerati diversi per la forma del corpo, il colore della pelle o l’orientamento sessuale, è un passo importante verso il definitivo superamento di questi comportamenti asociali”. Così il prof. Ernesto Caffo, ordinario di Neuropsichiatria all’Università di Modena e presidente de “Il Telefono Azzurro Onlus”, ha commentato la nascita ufficiale dell’European Anti-bullying Network (EAN) di cui l’Associazione ha curato la genesi insieme ad altre sedici organizzazioni omologhe di 12 Paesi europei.
“In Italia si registrano meno casi di bullismo rispetto al resto d’Europa – sottolinea Caffo ricordando i risultati di una recente inchiesta condotta da Telefono Azzurro – ma il fenomeno è purtroppo in crescita, aumentando con la crisi economica ed essendo favorito dalle nuove tecnologie: il cyberbullismo sta mietendo sempre nuove vittime, anche se il 79% degli episodi di prevaricazione si registrano ancora all’interno delle aule scolastiche”.
È per questo che Telefono Azzurro è impegnato in una campagna di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, attraverso il lavoro dei propri volontari educatori e l’apporto di specifico materiale divulgativo. “Consideriamo essenziale il supporto che ci può dare il Ministero dell’Istruzione in questa nostra azione formativa – sostiene il prof. Caffo – e la dimostrazione che il terreno è comunque fertile ci è venuta anche da una recente iniziativa realizzata insieme alla Gazzetta dello Sport, che è stata molto gradita dai giovani”.
In occasione dei Mondiali di Calcio, infatti, il quotidiano sportivo è uscito in una veste completamente diversa: non sulla tradizionale carta rosa, ma “vestito” di azzurro. “Un’edizione speciale per sostenere gli Azzurri in Brasile, certo, ma anche per affiancare e sostenere la campagna di Telefono Azzurro contro il bullismo – sottolinea il prof. Caffo - perché il mondo dello sport, quello vero, insegna a rifuggire da ogni atteggiamento di prepotenza privilegiando la competizione, che è fatta anche di amicizia e comprensione”.