Dopo aver letto questo titolo abbiamo aguzzato gli occhi e pensato a tutte le difficolta' che lo stesso Stato ha eretto per la diffusione della sigaretta elettronica, equiparandola di fatto, in termini fiscali e regolamentari, a quella di carta. Equiparazione che abbiamo, coi nostri limitatissimi mezzi e convinti che il mercato libero fa bene a tutto e tutti, cercato di contrastare.
L'entusiasmo si e' pero' subito smorzato quando siamo andati avanti nella lettura delle informazioni di agenzia su questo studio: ha riguardato 34 fumatori. Abbiamo letto e riletto, consultato altre fonti sperando che ci fosse stato un errore da qualche parte. No! TRENTAQUATTRO fumatori. E pur se le conclusioni dei dirigenti dell'ISS sono a vantaggio dell'uso della sigaretta elettronica per ridurre i danni del fumo sull'essere umano e non solo, siamo comunque rimasti sgomenti. Come si fa ad accreditare i risultati di uno studio su un'abitudine/dipendenza che riguarda decine di milioni di persone nel nostro Paese (miliardi nel mondo), facendo riferimento ad uno studio su 34 persone? L'impressione che lo Stato ci stia prendendo per i fondelli e' molto alta. E soprattutto: perche' uno studio di tale rilevanza per i risultati che comunque ne sarebbero scaturiti, e' stato fatto su un campione cosi' ridicolo di soggetti, TRENTAQUATTRO?
Credo che nel palazzo di sette piani dove io abito ci siano 34 fumatori. Faro' anch'io il mio esperimento chiedendo la disponibilita' ai miei vicini e divulghero' i risultati anche se, non essendo io del calibro dell'ISS, se mi va bene ne parlera' il giornalino di quartiere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
