Domenica, 12 maggio 2024 - ore 05.58

La Cooperazione Sociale protesta contrao la spending review.

| Scritto da Redazione
La Cooperazione Sociale protesta contrao la spending review.

Lettera  aperta della Cooperazione Sociale di fronte al DDL di stabilità e ai provvedimenti legati alla spending review.
Cari Onorevoli e Senatori,
l’Alleanza Cooperative Italiane del Friuli Venezia Giulia vi scrive questa lettera aperta.
Un aumento dell’IVA del 150% rischia di mettere in ginocchio  centinaia di cooperative del settore
sociosanitario ed educativo e in particolare quelle che, nella nostra Regione, offrono la maggioranza dei
servizi di welfare più utilizzati dalle  famiglie: asili, centri diurni, assistenza domiciliare per i non
autosufficienti, servizi residenziali e diurni  per gli anziani e per le persone con disabilità.  Uno scenario,
purtroppo tragico, che potrebbe divenire una realtà concreta qualora il ventilato aumento dell’IVA dal 4 al
10/11% per le prestazioni socio-sanitarie, contenuto nella Legge di Stabilità in discussione, venisse
effettivamente  applicato e si procedesse in modo orizzontale e indiscriminato alla riduzione del 5/10%
previsto dalla “spending review”.
Ricordiamo che in  Friuli Venezia Giulia il welfare è basato sul criterio della sussidiarietà: la cooperazione
sociale è il partner principale delle pubbliche amministrazioni nella fornitura di servizi educativi,  sociosanitari e assistenziali.
Il nostro modello viene studiato dalla comunità europea, proprio perché il sistema cooperativo contribuisce
all’aumento del benessere collettivo, puntando non sulla produzione di profitti ma su una risposta
economicamente sostenibile ai bisogni del territorio in cui ogni cooperativa opera: la cooperazione sociale
italiana rappresenta oggi il più fulgido e diffuso esempio di impresa sociale a livello europeo.
Senza le cooperative sociali, migliaia di persone in stato di disagio o svantaggiate si troverebbero  a non
poter disporre di alcun servizio o ad avere accesso a un numero limitatissimo di posti.
Le cooperative sociali operanti nel territorio regionale sono 240, incalcolabile il numero di famiglie e
persone che ogni giorno usufruiscono dei servizi da noi offerti: numeri che rendono ancor più
comprensibile la nostra preoccupazione. Le ipotesi legate  ad un aumento dei costi di sei/sette punti
percentuali porterebbero a conseguenze gravissime: una crescita della spesa per Comuni e Aziende
Sanitarie e un aggravio per le famiglie rispetto alle attuali tariffe ovvero una netta riduzione dei servizi
offerti.
Cosa dovremmo dire alle famiglie che portano i bambini negli asili e già oggi faticano a pagare le rette? E
cosa ai famigliari di anziani o persone con disabilità o con fragilità psichica che non potranno più contare su
servizi essenziali per la loro cura? Le più colpite risulterebbero quindi le famiglie  numerose e le famiglie
meno abbienti, che non possono ricorrere a strutture private o a un servizio personalizzato e che in questo
momento con difficoltà affrontano la quota di spesa dovuta. Considerando l’attuale congiuntura
economica, nessuna di queste possibilità risulta praticabile dal momento che i Comuni già oggi si trovano in
enormi ristrettezze: con i tagli imposti a livello nazionale da tempo hanno difficoltà a garantire l’erogazione
di servizi e si trovano a pagare le cooperative con mesi di ritardo rispetto agli accordi contrattuali.
La chiusura di cooperative o la riduzione dei servizi da loro offerti avrebbero conseguenze gravissime anche
in campo occupazionale: ad oggi sono oltre 10.000 i nostri  lavoratori, un numero che è costantemente
cresciuto negli anni, anche nel momento di massima crisi economica: finora le nostre cooperative hanno
infatti sempre scelto di non ricorrere a un taglio dei posti di lavoro o dei servizi, ma piuttosto hanno deciso
di intaccare i beni a riserva o di ridurre i compensi dei soci pur di mantenere il livello occupazionale.
Ci chiediamo quindi quale ratio abbia spinto il Governo a immaginare questo aumento all’interno della
Legge di Stabilità, che entrerebbe in vigore già a partire da gennaio 2013. Capiamo infatti che sono richiesti
a tutti sacrifici in questo momento difficile per il nostro Paese, ma non capiamo perché colpire in modo così
immediato e pesante proprio le fasce di popolazione più deboli. Probabilmente questa scelta è dovuta a
una mancanza di comprensione dei meccanismi che regolano l’equilibrio tra pubblico e privato sociale e
che finora ha garantito il mantenimento e l’implementazione dei servizi, offrendo risposte rapide a bisogni
emergenti come  – ad esempio  – la nascita di strutture dedicate alle nuove marginalità. Non è possibile
pensare che il sistema di welfare attuale possa essere retto su ulteriori richieste alle famiglie, o su un
aumento delle donazioni da parte di privati, che sicuramente non riuscirebbero a garantire la continuità
economica richiesta per il mantenimento di uno standard minimo dei servizi.
Per questo chiediamo ai rappresentanti politici  della Regione Friuli Venezia Giulia di intercedere per
l’eliminazione di questo punto dalla Legge di Stabilità e per salvare dal trasferimento a Consip almeno le
gare sopra soglia con le “clausole sociali”,  per non rischiare l’inevitabile crollo del sistema di welfare
regionale  e nazionale o una riduzione della qualità, privando migliaia di famiglie di servizi quotidiani
essenziali.
Rimanendo a disposizione per ogni chiarimento, ci permettiamo di allegare un dossier elaborato
da ACI nazionale sull’incremento dell’IVA per le Cooperative sociali e porgiamo cordiali saluti.
le/i presidenti
(Evelin Zubin, Giuliana Colussi, Gian Luigi Bettoli)

Udine 25 ottobre 2012

1109 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria