Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 06.39

La decisione del Consiglio europeo per il riscaldamento globale

Per il futuro del pianeta … Dio provvederà.

| Scritto da Redazione
La decisione del Consiglio europeo per il riscaldamento globale

Nei giorni scorsi il Consiglio europeo ha approvato il “Pacchetto clima” che l’UE presenterà alla prossima COP21 (Conferenza delle parti) che si riunirà per la 21 volta a Parigi il prossimo anno per la riduzione dei gas serra. Di fatto è lo stesso documento scritto un anno fa: entro il 2030 riduzione del 40% delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1999, crescita almeno fino al 27% sia della quota di energia pulita che dell'efficienza energetica. Contro questo impegno si schierò il fronte ambientalista perché ritenuto del tutto insufficiente per limitare a 2 C° l’aumento di temperatura entro il 2030. 

Il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, aveva infatti dichiarato: «per contenere il surriscaldamento sotto i 2 gradi ed evitare la catastrofe climatica, l’Unione europea deve impegnarsi a ridurre almeno del 55% le emissioni interne entro il 2030 e contemporaneamente portare ad uno sviluppo del 45% delle energie rinnovabili e ad un taglio del consumo di energia del 40% per portare avanti una reale transizione verso un sistema energetico a zero emissioni di carbonio».

Il dilemma del nostro tempo è come crescere economicamente senza produrre gas serra. L’energia è il motore della crescita economica che, a sua volta, è l’asse portante di questo modello economico-sociale. Ma questa energia, oggi prodotta per quasi l’81% dalla combustione delle fonti fossili, in questi ultimi 200 anni ha portato il seguente ritmo di crescita della CO2 nell’atmosfera: 1800 = 280 ppm, 1959 = 316 ppm (+13%, meno dello 0,01%/anno), 1999 = 368 ppm (+16%, + 0,03%/anno), 2011 = 390 ppm (+6%, + 0,09%/anno), 2014 = 400 ppm (+ 2,6%, + 0,34%/anno). Un’accelerazione del processo disperante, se si pensa che il limite di concentrazione della CO2 che consenta ancora una capacità di governo delle conseguenze è fissato dagli esperti alle 450 ppm.

 Gli ostacoli al cambiamento di rotta sono le resistenze di segmenti decisivi del mondo della finanza non disponibili a scelte radicalmente innovative che non garantiscano i proventi che hanno finora garantito le tradizionali fonti energetiche fossili. Per il futuro del pianeta … Dio provvederà. 

Per il Circolo culturale "AmbienteScienze"

Benito Fiori (Cremona)

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