Sabato, 04 maggio 2024 - ore 06.14

La guerra delle riforme. RAR

Nel cartellone teatrale erano scritti tanti argomenti, e per tali argomenti il teatro si ritrovava pieno

| Scritto da Redazione
La guerra delle riforme.   RAR

Apparentemente si tratterebbe di una guerra politica, mentre sta dimostrandosi una farsa recitata a soggetto, priva di un serio copione, con attori improvvisati, che incedono sulla scena ognuno per proprio conto senza una vera regia. Una regia in vero c’è, ma è finalizzata a ben altri scopi che non l’omogeneità dell’azione scenica. La maggioranza degli attori e delle comparse cerca un itinerario comune, aspettando dallo sparuto manipolo degli attori di minoranza una recita coerente; ma così non accade.

Il prim’attore della minoranza impone il suo testo e gli altri devono seguire, altrimenti minaccia di far calare il sipario; nel loggione la claque delle minoranze è pronta all’applauso e anche alla standing ovation ad ogni battuta del prim’attore di minoranza;  gli spettatori del parterre seguono con attenzione le evoluzioni parolaie e non riscontrano nessun leit motif degno di attenzione, rimanendo delusi e annoiati.

L’argomento, apparentemente importante, riguarda le riforme con le quali modernizzare l’intera nazione.

Nel cartellone teatrale erano scritti tanti argomenti, e per tali argomenti il teatro si ritrovava pieno, di attese, di speranze, tutte deluse dall’incedere arrogante di quella sparuta minoranza sostenuta dagli incitamenti della claque.

Riforma del Senato e legge elettorale hanno sostituito tutte le riforme promesse nel cartellone, che prevedeva:

1)lotta all’evasione fiscale

2)reintroduzione del reato del falso in bilancio,

3)legge sul conflitto di interessi,

4)tassa patrimoniale sui grandi patrimoni parassitari,

5)legge anticorruzione,

6)regolamentazione restrittiva del gioco d’azzardo.

7)Manovre operative per promuovere lo sviluppo.

 

Tutte remote ipotesi cadute dentro il silenziatoio imposto dal manipolo minoritario che minaccia la chiusura del sipario.

Così l’argomento della farsa rimane la riforma del senato, con l’omaggio dell’immunità parlamentare, pretesa dalla minoranza, che ha da sistemare parecchi suoi seguaci in odore di reati penali; quindi la legge elettorale, ma senza diritto al voto di preferenza con il quale gli spettatori avrebbero potuto indicare la propria fiducia, che così rimane nelle mani di quel prim’attore di minoranza che ha l’esigenza di nominare gli eletti per garantirsi la permanenza nel ruolo che più gli piace.

Gli spettatori del parterre capiscono di avere sprecato il loro tempo e cominciano a defilarsi, senza manifestare né apprezzamento né disprezzo, ma solo inutilità, quella inutilità nella quale possono avere il sopravvento solo gli attori inutili per potersi, ancora, esibire, come attori importanti.

Gli spettatori escono disgustati per non aver capito nulla; non sanno se ridere per la farsa o piangere per il dramma del paese, certamente incazzati.

….- e tutti baciarono la sposa !

Rosario Amico Roxas

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