Domenica, 05 maggio 2024 - ore 13.36

La sostenibile leggerezza del welfare?|M.Ferrari

| Scritto da Redazione
La sostenibile leggerezza del welfare?|M.Ferrari

Il saggio parte dalla categoria dell’ambivalenza come di un gioco (Melucci: 1991) o una “risorsa” disponibile agli attori sociali, in special modo a coloro che operano sui confini organizzativi, come è il caso degli operatori sociali nella loro attività cosiddetta di “sportello” (Ferrari 2010); questi soggetti (gli Street Level Bureaucrats di Lipsky: 1980) sono collocati su una frontiera (Zanini: 1997) che li separa e contemporaneamente li mette in contatto con un pubblico esterno. Dal punto di vista degli studi organizzativi il loro ruolo è paragonabile alla funzione dei relè (Crozier e Friedberg: 1990): essi sono cioè potenzialmente in grado di svolgere attività riflessivo-esplorativa, di veicolare informazioni ed elaborare proposte trasformative, poiché posizionati in avamposti di prossimità rispetto ai fenomeni sociali. I servizi sono cioè dei potenziali “laboratori” (Campedelli: 2012). Ma le organizzazioni che li pre-dispongono sono disponibili ad utilizzarli come luoghi di sperimentazione? Nel corso dell’intervento prenderemo spunto da alcune considerazioni generali sui temi del welfare per analizzare poi, sulla base di alcuni materiali empirici, le conseguenze che questo agire sulla frontiera ha sugli attori sociali che la frequentano. Per fare ciò utilizzeremo una categoria inesplorata, tanto negli studi organizzativi quanto nelle riflessioni sul lavoro sociale: la categoria, e la pratica, dello sconfinamento.

In allegato articolo
La sostenibile leggerezza del welfare?
Opportunità, insidie e traiettorie a livello locale
http://www.welfarenetwork.it/images/nuoveimm/allegati2/ferrari-articolo-alss-anonimo.pdf

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